Che cosa significa essere una persona omosessuale?

Testo di Gabriel J. Martin* tratto da “Quiérete mucho, maricón”, Roca Editorial de Libros (Spagna), 2016, cap.1, primo paragrafo, liberamente tradotto dai volontari del Progetto Gionata
“L’orientamento è più affettivo che sessuale. Il sesso è una festa (e non ha l’ingresso riservato)”. (Velarde y Martín, 2015)
Le parole sono polisemiche, ovvero spesso hanno più significati, e alcune a volte acquisiscono significati carichi di intenzioni cattive. I sinonimi di «omosessuale» sono tra quelle parole che si portano dietro una certa intenzionalità.
Nel corso dei secoli, sono stati usati molti termini per indicare gli uomini che si innamorano di altri uomini: sodomita, invertito, omosessuale, gay, frocio… Alcuni hanno connotazioni più lievi, altri sono stati impiegati sempre in senso denigratorio.
Altri termini, invece, li stiamo inglobando nel nostro stesso gergo, come «frocio» che – come ti ho appena spiegato – si è trasformato in un marchio linguistico che spesso indica complicità tra chi parla e chi ascolta.
Ma, al di là di tutte le connotazioni, che cosa significa in realtà la parola omosessuale? Federico García Lorca lo riassumeva in modo poetico nell’ultimo verso di una sua poesia che diceva: «¡que soy amor, que soy naturaleza!» (che io sono amore, che io sono natura!). L’omosessualità è amore, l’omosessualità è natura. È omosessuale l’uomo che si innamora di altri uomini e la donna che si innamora di altre donne.
Definiamo l’omosessualità come «la tendenza interna e stabile a desiderare, in modo affettivo e sessuale, persone dello stesso sesso, indipendentemente dal fatto che ciò si esprima o meno in pratiche sessuali» (Baile Ayensa, 2008).
Una persona è omosessuale se si innamora di persone del proprio sesso (ed è bisessuale se si innamora di persone di uno qualsiasi dei due sessi, oppure eterosessuale se si innamora di persone di un sesso diverso dal suo).
È una definizione molto simile a quella dell’APA (American Psychological Association, 2008), che descrive l’orientamento sessuo-affettivo come «un modello costante di attrazione emotiva, romantica e/o sessuale verso uomini, donne o entrambi i sessi. L’orientamento sessuale riguarda anche il senso di identità di una persona basato su quegli elementi o comportamenti».
Nessun uomo è omosessuale soltanto perché fa sesso con altri uomini: non commettere l’errore, così comune (perfino all’interno degli studi di genere), di confondere le pratiche sessuali con l’orientamento sessuo-affettivo.
Ci sono libri che parlano di “flessibilità dell’orientamento sessuo-affettivo” (perché, in fondo, è possibile fare sesso con chiunque), ma questo crea confusione (a volte volutamente… per continuare a venderti libri).
Tuttavia, questi testi si limitano a descrivere le pratiche sessuali e non dicono nulla di nuovo: gli esseri umani, da quando esiste il mondo, hanno la capacità di fare sesso praticamente con qualsiasi cosa (con altre persone, con i dildo, con il manico della scopa… perfino con le capre!), ma questo non rende nessuno omosessuale, né “dildosessuale” né “scopamanico-sessuale”: li rende semplicemente sessuali (va be’, chi lo fa con le capre ha un nome specifico, e sappiamo tutti qual è).
Proprio per questo insisto molto sull’idea di “orientamento sessuo-affettivo”, per sottolineare un aspetto che alcuni ancora non considerano: non è importante con chi una persona fa sesso, ma di chi si innamora. E c’è chi si innamora solo di persone dell’altro sesso, chi si innamora di persone di entrambi i sessi e chi si innamora solo di persone del proprio sesso. Per gli uomini di quest’ultimo gruppo è scritto questo testo.
Quando dico che qualcuno si innamora, non intendo dire né che si eccita, né che cerca semplice amicizia o compagnia, ma intendo tutto questo e molto di più, così come l’amore è inteso dalla teoria triangolare di Sternberg. Ed è proprio in questo modo che (davvero) dovrebbe iniziare un libro sull’omosessualità: partendo dal tema dell’amore.
* Gabriel J. Martín è uno psicologo e scrittore spagnolo specializzato in psicologia affermativa gay. Laureato in psicologia all’UNED, si occupa di aiutare gli uomini omosessuali a superare l’omofobia interiorizzata e a vivere con autenticità la propria identità. Il suo libro più noto, “Quiérete mucho, maricón“, è un manuale di crescita personale per uomini gay. Ha pubblicato altri libri sul benessere e la sessualità omosessuale ed è rappresentante del Consiglio Generale della Psicologia della Spagna presso l’APA. Vive a Barcellona e collabora con media e associazioni per la visibilità delle persone LGBTQ+.
Testo originale: ¿Qué (y qué no) significa ser homosexual?