‘Che tutti siano uno’ (Gv 17,11) il cammino plurale dei gruppi di cristiani omosessuali
Riflessioni tratte da cristianosgays.com del 1 aprile 2010, liberamente tradotte da Dino
A poco a poco abbiamo conosciuto e sperimentato anche le difficoltà che nascono dai diversi punti di vista, dalle differenti sensibilità, compresi i diversi modi di comprendere il messaggio di Gesù.
Ma la comunità cristiana cammina unita; quelli che stanno più avanti aspettano gli altri che sono indietro, sono disposti ad arrivare tardi alla meta, ben sapendo che soltanto stando tutti insieme è possibile seguire il Signore Gesù.
E infine la comunità cristiana deve basarsi sul perdono: un perdono che arriva fino all’estremo di amare colui che mi ha fatto del male, che mi è nemico.
Possiamo viverlo soltanto rifacendoci alla semplicità, all’umiltà per integrarci nella comunità, per accettare le sue debolezze, per essere tolleranti con gli altri ed anche con se stessi.
Quando invece riusciamo a vedere soltanto la grandezza del nostro pensiero, finiamo col perdere la nostra stessa grandezza e ci trasformiamo in autentici assassini dei nostri fratelli.
Soltanto Dio è l’Unico Santo e ciascuno di noi ha sempre bisogno del suo perdono. Solo riconoscendo il nostro proprio peccato possiamo accettare il peccato dell’altro e amarlo pur nel suo peccato.
Se impariamo a vivere così, nelle comunità cristiane glbt cesserà di avere importanza se stiamo celebrando il nostro orgoglio o quello di un altro; se celebriamo i santi o quelli che non lo sono; se critichiamo o non critichiamo le gerarchie.
Solo così potremo vivere quello che Gesù ci ha chiesto: “Da questo potranno conoscere che siete miei discepoli: dal fatto che vi amate gli uni gli altri” (Gv 15, 12).
Non è tempo di camminare divisi su cose di scarsa importanza, ma al contrario, è tempo di sostenerci gli uni con gli altri.
Testo originale: Que todos sean uno (Jn 17,11): Pluralidad y fraternidad en las comunidades de creyentes LGTB