Chi calpesta i diritti civili prepara la prossima guerra
Riflessioni di Massimo Battaglio
L’avevamo detto, noi popolo LGBT+, sin dall’inizio. Avevamo capito benissimo che tutti i Salvini e i Berlusconi della terra che saltellavano per un’immaginaria amicizia con Putin, non promettevano niente di buono. Il loro evocare valori passatisti come “la famiglia tradizionale”, la “nostra sacra religione”, la “patria”, nascondevano voglie di morte. Abbiamo messo in guardia mille volte dai leader polacchi e ungheresi, avvertendo che la loro passione nel negare diritti civili a qualunque minoranza, tra cui la nostra è solo una, avrebbe portato alla situazione di ieri mattina.
L’avevamo detto e ora ne abbiamo conferma: i diritti umani e la pace procedono insieme. Senza gli uni, non è possibile l’altra. Se uno ritiene che sia necessario qualche capro espiatorio per mantenere l’ordine interno nel proprio Paese, prima o poi identificherà questo capro nel Paese altrui. Chi educa il proprio popolo all’odio per qualcuno (fosse anche solo la ristretta minoranza LGBT+) sta preparando la guerra. L’odio, che si fonda su un senso di superiorità che nasconde le proprie insicurezze, non è selettivo. E’ odio. Ed è infettivo. Credo che Putin lo sappia bene, e Zelens’kyj non è da meno.
Queste parole possono sembrare di pessimo gusto in questo momento ma pensiamoci bene: a cos’altro servivano le persecuzioni degli attivisti LGBT+ da parte del Governo russo, se non a educare un popolo a considerare l’odio come una cosa normale? E la cultura dell’odio, a cosa può portare se non all’incapacità di sedersi intorno a un tavolo e a preferire le armi?
Gli amici della Meloni e del Capitano, sia quelli che governano la Russia e sia quelli che si richiamano al principio funesto di una “Forza Nuova” sin dal loro nome, si stanno allenando da anni a picchiare chiunque sia un po’ diverso da loro, e noi siamo solo i primi della serie.
Che linguaggio potranno adottare quando si troveranno a trattare con chi fa parte di un popolo diverso?
Come l’omofobia – soprattutto quella di Stato – consiste nel desiderio di eliminare il diverso da noi perché lo si considera un ostacolo ai nostri interessi, così la guerra discende dal considerare i Paesi diversi dal nostro come nemici degli interessi nazionali. E’ la stessa cosa. Cambia solo la scala dei problemi.
L’avevamo detto. Ma non siamo stati ascoltati perchè andavamo contro i “valori non negoziabili”, mentre, in fondo, quei rosari sventolati come carri armati erano suggestivi; commoventi come i tulipani portati ieri sera all’ambasciata ucraina accompagnandosi con segno di croce a favor di telecamera.
Dai, continuiamo a crederci. Ora siamo di fronte ai carri armati veri. Forse, imparare a negoziare qualcosa, anche qualche valore, sarebbe stato utile.