“Chi opera la verità viene alla luce” (Gv 3,21). Riscoprendo la “vocazione” dei cristiani LGBT a Verona
Testimonianza di Moreno del gruppo “Prendete il Largo”, cristiani LGBT e i loro genitori di Verona
Volevo parteciparvi la gioia sperimentata ieri dal nostro gruppo di Verona, “Prendete il Largo”, presso la Comunità di vita consacrata veronese da cui siamo stati ospitati ed accompagnati in questo ritiro prenatalizio tenutoci da Padre Silvano.
Già al mattino ci siamo incontrati per un giro iniziale di presentazioni durante il quale è emerso il valore profondo della parola accoglienza. Padre Silvano ci ha detto che per lui questo è uno dei termini con cui ama descrivere in profondità qualsiasi tipo di relazione.
Accogliere significa precisamente decidere di entrare nel mondo dell’altro e lasciargli lo spazio necessario, affinché Questi possa entrare nel nostro, per uscire entrambi da questo incontro cambiati ed arricchiti interiormente. Chi accoglie realmente rende partecipe di qualcosa di proprio e si offre all’altro, spalancandosi verso di lui e diventando un tutt’uno con lui. Allo stesso tempo accetta che l’altro gli partecipi qualcosa di suo e del proprio mondo cercando di entrare in empatia con quanto gli viene narrato e condiviso.
Siamo stati invitati, poi, a preparare una piccola presentazione del gruppo per la successiva Eucaristia comunitaria a cui avremmo successivamente partecipato assieme ad altri gruppi presenti.
Ricordo che quando sono stato Padre Silvano per chiedere di poter organizzare questo ritiro, una delle prime cose che ha tenuto a puntualizzare è stata proprio questa: “Mi farà senz’altro piacere celebrare una Eucaristia a cui prenderà parte il vostro gruppo; già in passato è stato presente un Gruppo di credenti Lgbt di Vicenza; tuttavia sarà una celebrazione comunitaria e non esclusiva per voi. Proprio per il senso stesso della Eucaristia, per il suo profondo significato di comunione e condivisa partecipazione intendo celebrare per tutte le persone presenti, dando modo al portavoce di ciascun gruppo di presentarsi e raccontarsi”.
Riportando il pensiero di Padre Silvano al gruppo (quando ancora si era in fase di progettazione dell’incontro) ricordo che nonostante qualche diffidenza iniziale (dovuta alla visibilità che inevitabilmente ci avrebbe dato quella Messa), è stato accolto l’invito da parte del gruppo, dopo aver capito profondamente l’intento di inclusione di Padre Silvano, il suo desiderio di renderci parte, partecipi della Comunità, di rendere noi stessi Comunità.
Nel momento della presentazione uno di noi si è fatto portavoce del Gruppo dichiarando all’intera Assemblea Eucaristica chi siamo: “Nuovo gruppo Lgbt di Verona, Prendete il largo è composta da persone che intendo approfondire una propria ricerca spirituale senza discriminazione alcuna verso l’orientamento affettivo/sessuale e l’identità di genere. Il gruppo si incontra a Verona presso la sede Milk di Via Scuderlando 137, il 4° Mercoledì di ciascun mese per condividere ed approfondire la Parola di Dio”.
Diversi sono stati i temi trattati durante il ritiro, ma uno su tutti era quello che riguardava la generatività, proprio in considerazione del tema che ci era stato chiesto nello specifico di sviluppare (“Chi opera la verità viene alla luce” Gv 3,21), sia per il Vangelo di Matteo che ieri è stato proclamato nella Liturgia (“La Vergine concepirà e darà alla luce un figlio).
E’ stato posto l’accento su cosa sia operare/fare la verità nella propria vita, su cosa possa significare realmente ricercare e vivere quello che si è. Nella prefazione del “Cammino dell’Uomo” di Martin Buber viene ricordato che Dio, alla fine della vita, non ci chiederà perché non siamo diventati Mosé o qualcun altro, ma ci chiederà perché non siamo diventati noi stessi.
Questo per dire che in quello che noi siamo è già inscritto il nostro dono: se noi non lo offriamo e non lo condividiamo agli altri stiamo precludendoci la possibilità di dirci e di darci nelle relazioni, sottraendo agli altri la possibile ricchezza che potrebbe scaturire dal nostro incontro con loro.
La verità è una esperienza di amore che fa venire alla luce, che ci fa nascere, che ci genera: nascere e generarsi è un movimento che consente, poi, a quanti lo hanno operato su se stessi e per se stessi, di aiutare gli altri nella propria generazione, nel proprio cammino di individuazione e di identificazione.
La vocazione di ognuno è quella precisamente di essere, di vivere e di diventare quello che già è: di dare pieno adempimento e compimento alla propria natura, al modo unico ed irripetibile di essere e stare al mondo, a quello che la sua presenza specifica nel mondo lo conferma nella sua singolarità di apportare allo stesso la sua peculiarità.
E’ precisamente in questo che consiste la propria vocazione: l’unico vero sacerdozio è offrire se stessi attraverso quello che si è. E’ il modo autentico di esprimere se stessi, la propria santificazione, il proprio mistero, la propria umanità. E’ stato sottolineato che a prendere l’iniziativa di amore verso di noi è sempre Dio (“Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio Unigenito ….. Dio non ha mandato il Figlio per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui” – Gv 3,16-17).
Noi quando pensiamo a Dio spesso ci affatichiamo nell’escogitare come poter amare Dio, come poterci avvicinare a Lui. Dimentichiamo spesso che è sempre Lui ad avvicinarsi a noi, ad amarci per primo …. chiedendoci solo di accogliere (ritorna questo termine che dice ed indica RELAZIONE) il suo amore, di accogliere di essere amati, di aderire a questo sentirci accolti e voluti così come siamo.
Dio, poi, non ha mandato il Figlio per giudicare, ma per salvare, per dare compimento, per dare pienezza al nostro modo di essere al mondo, nel mondo. Dio non guarda mai le apparenze (come invece l’uomo è solito fare), ma guarda il cuore di chi desidera operare profonda verità nella propria vita.
E’ stata una giornata davvero intensa dove ognuno ha contribuito e partecipato della gioia della ricchezza apportata al gruppo attraverso la profondità delle esperienze vissute, narrate e condivise. Buon cammino a tutti.