Chi potrà abitare la tua casa? (Salmo 14)
Riflessione di Gianni Geraci*
Il testo inizia con due domande: “Chi potrà varcare, Signore, la tua soglia, chi fermare il piede sul tuo monte santo?”. Si tratta di due domande che chiaramente nascono dal desiderio di entrare finalmente nella casa di Dio e di riposare alla sua presenza. Perché alla fine, se ci pensiamo bene, è questo che conta veramente: contemplare il volto di quel Dio di cui l’anima nostra ha sete come una cerva assetata (Salmo 41,2-3). “Hai fatto il nostro cuore inquieto, finché non riposa in te” scrive Agostino (Confessioni I,1,1). Ed è questo tipo di riposo che i salmista si chiede come può essere raggiunto nella nostra povera vita. Nel leggere le risposte si può mantenere un approccio di tipo etico e dire che i comportamenti buoni che vengono elencati non sono altro che le tappe di un percorso che avrà come premio finale la contemplazione di Dio. Credo però che sia più corretta una lettura teologica in cui le singole risposte non sono altro che vari aspetti di un’unica condizione: quella di chi finalmente ha varcato la soglia della casa del Signore o meglio, per usare un’immagine più vicina alla sensibilità del Nuovo Testamento, la condizione di chi finalmente riesce ad assaporare la presenza dello Spirito di Cristo dentro di lui.
Perché troppe volte ci preoccupiamo di rincorrere il Signore dimenticandoci che, in realtà, noi lo incontriamo nei fratelli: operando la giustizia (“uno che in opere giuste di adoperi”; parlando con sincerità e non ingannando quanti ci sono vicini (“uno che conservi un cuore sincero, uno che abbia monde le labbra da inganni”); evitando di danneggiare gli altri (“uno che al prossimo male non faccia, uno che al fratello non rechi offesa”; esercitando la correzione fraterna (“uno che all’infame la stima rifiuti”); riconoscendo la bontà di quanti servono il Signore (“uno che onori gli amici di Dio”); tenendo fede alla parola data (“uno che mantenga le sue promesse”) ed evitando di sfruttare gli altri (“uno che non presti denaro ad usura e che non venda per lucro il giusto”).
Scopriamo così che, nel profondo, questo salmo, ci ricorda una verità molto semplice: man mano che ci avviciniamo a Dio, ci avviciniamo anche gli uni agli altri e il vero Paradiso consiste nel trasformare, per amore di Dio, in relazioni d’amore i rapporti che ci sono tra di noi.
Salmo 14
Chi potrà varcare, Signore, la tua soglia, chi fermare il piede sul tuo monte santo?
Uno che per vie diritte cammini uno che in opere giuste s’ adopri
uno che conservi un cuore sincero uno che abbia monde le labbra da inganni uno che al prossimo male non faccia uno che al fratello non rechi offesa
uno che all’infame la stima rifiuti uno che onori gli amici di Dio uno che mantenga le sue promesse
uno che non presti denaro ad usura uno che non venda per lucro il giusto: costui mai nulla avrà da temere.
* Gianni Geraci è nato nel 1959. Ha studiato in Cattolica e si è laureato in Statistica all’università di Padova nel 1984. Dopo aver partecipato attivamente alla vita di alcune associazioni cattoliche, è entrato in contatto col Guado, il gruppo di cristiani omosessuali di Milano, di cui è attualmente un animatore ed anche il portavoce.