“Chi salverà le rose?” di Stefano Furesi (2017)
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Scheda del film di Luciano Ragusa proposta durante il cineforum al Guado del 10 Maggio 2018
Quando l’amore è over… Tra i diversi miti che governano la vita dell’uomo occidentale, troneggia indisturbato quello della “giovinezza”, che tende a rattrappire l’intera esistenza degli uomini in quella fascia di età in cui si è esteticamente interessanti, economicamente produttivi, biologicamente forti.
Così contratta, la maggior parte della vita: quella che precede la tracotanza giovanile, e ancor di più quella che la sopravanza, diventa inutile, ostaggio di quella triade (estetica, biologia, produttività) che ne desertifica il valore, la specificità, che ci trasforma in marionette.
Nel suo saggio La forza del carattere (Adelphi, Milano, 2000), James Hillmann osserva che la tendenza a nascondere il proprio volto attraverso interventi chirurgici e trattamenti cosmetici che si osserva sia tra gli anziani che tra i giovani adulti, nasce proprio da questa contrazione della vita. E così lo specchio, la bilancia, la dieta, la palestra, i cosmetici, il botox o, nei casi peggiori, la depressione e l’ansia, diventano compagni di un viaggio con cui non è possibile il confronto, perché avvelenato dall’atteggiamento di chi vuole espandere a dismisura la potenza giovanile.
Essere over non significa entrare in un tempo inutile che trova nella morte il suo fine: è innegabile che l’avanzare dell’età procura processi più o meno degenerativi che compromettono l’efficienza del nostro stare al mondo, ma si tratta di non trasformare questo processo in qualcosa di più complicato di quello che realmente è.
Un classico esempio di questo atteggiamento è il tabù (alimentato dalla forza invasiva dei media che ci hanno insegnato che bellezza, salute, giovinezza, sessualità, sono nuovi prodotti da vendere) che circonda qualunque discorso relativo al bisogno d’amore e all’esigenza di vivere la sessualità che hanno le persone anziane. Solo negli ultimi anni ci si è accorti che il desiderio non invecchia, che la necessità di una carezza al tramonto, e di un abbraccio al mattino, sono attraversano tutta l’umanità e non dipendono dalla data di nascita registrata sulla carta d’identità.
Anche il cinema si è accorto solo di recente della possibilità di indagare cosa succede ai nostri sentimenti dopo i sessant’anni: Appuntamento al parco (2017), narra l’incontro tra la vedova Emily Walters (Diane Keaton) e il solitario Donald Horner (Brendan Gleeson); Ella & John – The Leisure Seeker (2018), con Donald Sutherland ed Helen Mirrer, diretti dal nostro Paolo Virzì, descrive la fuga di una coppia dal “non senso” della vecchiaia; Le nostre anime di notte (2017), con Jane Fonda e Robert Redford, entrambi premiati con il Leone d’oro alla carriera a Venezia, in cui si racconta l’amicizia “nottura” tra due persone rimaste vedove; Settimo cielo (2008), in cui una donna sposata da trent’anni si innamora di uomo di settantasei anni.
Per quanto riguarda la filmografia gay sono da ricordare I toni dell’amore (2014), diretto da Ira Sachs, con Alfred Molina e John Lithgow, e Gerontophilia (2013), di Bruce LaBruce, in cui si indaga l’amore tra un ragazzo ed un uomo di ottantadue anni.
In Italia Chi salverà le rose?, è sostanzialmente un caso unico, infatti, mentre non mancano pellicole dove sono presenti anziani gay, nessuna di queste, assume come soggetto della vicenda, l’amore che caratterizza la coppia omosessuale in tarda età.
Chi salverà le rose?
Scritto e diretto da Cesare Furesi la pellicola è presentata in anteprima a Roma il 13 marzo 2017 e poi distribuito nelle sale qualche giorno dopo. Il regista, conosciuto principalmente per aver diretto alcuni cortometraggi (da ricordare, nel 2005, la menzione speciale alla sceneggiatura al Busto Arsizio Film Festival per Voglio un attico al piano terra, premio ricevuto dalle mani di Francis Ford Coppola), decide di approdare al lungometraggio con un’idea piuttosto accattivante: indagare l’intimità di uno dei personaggi più enigmatici del cinema italiano degli ultimi decenni, l’avvocato Giulio Santelia, protagonista di Regalo di Natale (Pupi Avati, 1986), e La rivincita di Natale (Pupi Avti, 2004), di cui solo si conosce la passione per il gioco d’azzardo.
Chi salverà le rose? è dunque uno spin-off, cioè un’opera sviluppata a partire da un filone principale, in questo caso i film di Avati, che ne mantiene l’ambientazione generale ma si concentra su aspetti che la trama originaria non è tenuta ad approfondire.
Il film ha ricevuto tre candidature ai Globi d’oro come migliore opera prima a Cesare Furesi; come miglior attore a Carlo Delle Piane e come miglior musica a Marcello Peghin.
Trama
Giulio e Claudio sono una coppia di uomini ormai anziani di cui uno, Claudio, è costretto a vivere in convalescenza al piano superiore della loro casa. Giulio, per occuparsi del compagno, ha venduto tutti i suoi averi, oltre ad aver abbandonato la sua passione per il poker, croce e delizia della sua intera esistenza. Per via delle finanze ormai esaurite, Giulio chiede aiuto alla figlia Valeria, che non vede da anni a causa del vizio del gioco, e al nipote Marco, attratto a sua volta dal passato del nonno.
Il cast
Carlo Delle Piane: attore romano classe 1936 ha lavorato con alcuni dei più importanti registi e attori del cinema italiano e internazionale tra cui segnaliamo: Totò, Eduardo De Filippo, Alberto Sordi, Roman Polanski, Vittorio De Sica. Inutile in questa sede ricordare lo sterminato curriculum dell’attore, è sufficiente menzionare un paio di passaggi chiave utili a configurare la sua statura di interprete. Per via del suo talento, e di un viso particolare, venne scelto nel 1951 da Steno e Monicelli per affiancare Aldo Fabrizi e Totò in Guardie e ladri, con i quali lavorò in tanti altri film; nel 1954 è scritturato per interpretare Cicalone, l’amico di Nando Mericoni (interpretato da Alberto Sordi) nel capolavoro Un americano a Roma. Una seconda svolta ci sarà negli anni settanta, quando, il regista Pupi Avati, lo scelse per Tutti defunti… tranne i morti (1977) evidenziandone le qualità interpretative nei ruoli drammatici. Si giunge così a Regalo di Natale (1986), pellicola in cui entra in scena l’avvocato Santelia, protagonista della nostra proiezione: grazie al ruolo Carlo Delle Piane si aggiudicò la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile alla 43° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.. Nel corso della sua carriera sono molti i premi vinti da questo attore romano, tra i quali il Nastro d’argento e il Globo d’oro nel 1984 per Una gita scolastica e il premio Troisi alla carriera nel 2013.
Lando Buzzanca: palermitano di nascita (1935), frequenta i corsi di recitazione all’Accademia Sharoff di Roma (di cui Buzzanca è presidente onorario e che è stata la prima scuola, in Italia, ad adottare il metodo Stanislavskij), che vanta tra i suoi allievi più celebri Carmelo Bene e Lina Wertmüller. Dopo qualche comparsa (basti ricordare Ben-Hur nel 1959), arriva il debutto con Pietro Germi, che lo scrittura per il ruolo di Rosario Mulè in Divorzio all’italiana (1961) e, successivamente, di Antonio in Sedotta e abbandonata (1964).
Da qui in avanti, la carriera dell’attore, assume connotati parodistici, infatti, sempre più spesso, gli vengono proposti ruoli nei quali viene rappresentato lo stereotipo del maschio siculo, amante delle donne, ma un po’ farlocco e sempre proteso verso nuove avventure. Questi film, relegano ingiustamente Buzzanca alla schiera dei cabarettisti del cinema di serie B, sebbene negli anni settanta abbia lavorato con registi del calibro di Pasquale Festa Campanile, e con attrici come Claudia Cardinale e Joan Collins.
Gli ultimi due decenni sono perlopiù dedicati alla televisione, con lavori di successo come Mio figlio, dal quale verrà prodotto un sequel Io e mio figlio – Nuove storie per il commissario Vivaldi, e soprattutto Il restauratore (2012), fiction da sei milioni di spettatori. Da segnalare, nel 2007, I Viceré, diretto da Roberto Faenza e tratto dall’omonimo romanzo di Federico De Roberto, in cui si narrano le vicende di una nobile famiglia catanese, discendente da antichi Viceré spagnoli ai tempi di Carlo V. Questa interpretazione valse a Buzzanca il Globo d’oro come Miglior attore protagonista nel 2008.
Scheda
Regia: Cesare Furesi.
Sceneggiatura: Cesare Furesi, Guido Furesi.
Fotografia: Giuseppe Pignone.
Montaggio: Marcello Barbieri.
Musica: Marcello Pegnin.
Paese di Produzione: Italia.
Produttore: corallo Film.
Casa di Produzione: Corallo Film.
Produttore esecutivo: Raffaele Veneruso.
Distribuzione: Corallo Film
Scenografia: Fabio Galvagno.
Cast: Carlo Delle Piane (nel ruolo di Giulio Santelia), Lando Buzzanca (nel ruolo di Claudio), Caterina Murino (nel ruolo di Valeria Santelia), Philippe Leroy (nel ruolo di Eugenio), Antonio Careddu (nel ruolo di Marco), Guenda Gloria (nel ruolo di Elisabetta).
Genere: drammatico.
Anno: 2017.
Durata: 100 minuti