Nella chiesa cattolica, poco ascolto vero e tanta teologia senza amore
Riflessioni di Massimo Battaglio
La mia continua necessità di trovare un equilibrio tra fede cristiana e orientamento omosessuale, mi ha portato a vivere la Chiesa cattolica con parecchio senso critico.
O forse, è proprio il senso critico che ho sempre esercitato nei confronti della Chiesa, che mi permette di trovare quel punto di equilibrio. Ne vado piuttosto fiero. Ciò permette innanzitutto a me di procedere senza complessi, in pace con la mia intimità più profonda e in guardia da ogni facile stupidaggine. E poi è utile perchè permette di discutere. E una Chiesa senza discussione, anche appassionata e feroce, sarebbe una Chiesa senza Spirito (simile a quella di Laodicea, condannata da Giovanni nell’Apocalisse perché “tiepida”).
In questi giorni però, il mio senso critico sta trovando un po’ troppe occasioni per sfogarsi. Continuano a emergere fatti e opinioni, da parte dei pastori della Chiesa, che, anche quando non danno scandalo, mostrano però una totale incapacità di lettura della realtà. Quando poi si scopre che la miopia interpretativa dilagante viene professata da quegli stessi preti e vescovi che sembrano aver finalmente riscoperto concetti come “sinodalità” e “ascolto“, mi saltano proprio i nervi. O forse mi consolo perché scopro che, almeno, non siamo solo noi persone omosessuali a non essere ascoltate, ma un po’ tutti i cristiani e la società tutta.
Voglio porre l’attenzione su tre episodi di questa settimana, che chiamano in causa tre momenti chiave della vita di un uomo: la nascita, la morte e la malattia.
Santificare le “vittime di aborto”?
Qualche giorno fa, diversi giornali hanno reso nota la proposta id una illustre associazione cattolica: canonizzare come martiri tutti i feti abortiti. A tal proposito, è in atto una vera e propria petizione, con tanto di postulanti, indirizzata alla Congregazione delle Cause dei Santi. E sembra che qualcuno, in Vaticano, la stia prendendo sul serio.
A parte l’evidente scopo politico e ideologico di questa boutade, non ci si rende conto che si tratta di una vera e propria stupidaggine teologica? Come può, la Chiesa, presentare come eroi della fede cattolica, esseri umani non solo mai battezzati ma nemmeno mai nati? Cos’hanno fatto in tal senso? In cosa potremmo imitarli? Di più: che ne sappiamo di quale sarebbe stato il loro credo religioso?
Attenzione: io non ritengo che l’aborto sia un diritto inalienabile o un metodo di controllo delle nascite. Nemmeno la legge 194 dice cose di questo genere, anzi: afferma proprio il contrario. Tuttavia riconosco che le donne che vi ricorrono hanno già un enorme fardello da sopportare, e non necessitano proprio di essere ancora punite in qualunque forma o sottoposte a disprezzo. E questa faccenda degli embrioni martiri, anche se non reintroduce punizioni giudiziarie, va in quella direzione: additare le madri come carnefici che causano il martirio dei loro figli. Più che stupidaggine, raccapriccio.
Mario e il suicidio assistito
Si sta parlando, negli ultimi giorni, del caso di Mario, malato terminale che, a fronte di dolori insopportabili, chiede di essere aiutato a morire. La legge italiana, anche se non esiste l’istituto dell’eutanasia, è dalla sua parte. L’opinione pubblica è invece divisa: da un lato coloro che sostengono che la vita non è un bene disponibile; dall’altro quelli che predicano che ciascuno fa di sé ciò che vuole. In mezzo, tutte le sfumature.
La Pontificia Commissione per la vita va giù con l’accetta: interviene con un documento, riportato sulle pagine de L’Avvenire, in cui dopo mille preamboli sulla pietà per le persone che soffrono, si sentenzia:
“La risposta più adeguata davanti a una simile provocazione […] è di incoraggiare a togliersi la vita? La legittimazione ‘di principio’ del suicidio assistito, o addirittura dell’omicidio consenziente, non pone proprio alcun interrogativo e contraddizione ad una comunità civile che […] è pronta a battersi contro la pena di morte, anche di fronte a reati ripugnanti?”.
Forse non ho capito: suicidio assistito uguale pena di morte? O addirittura meglio la pena di morte che il suicidio assistito? I dottori della Chiesa (nel senso di medici che lavorano per il Vaticano) amano sparare forte? Allora posso indicare loro un sacco di maestri ancora più estremi: dalla Meloni a Orban passando per tutti gli i destroidi disponibili. Sono tanti e, quanto a stupidaggine, non li ha mai battuti nessuno (finora).
Mi domando: come si concilia un sentimento di pietà così smisurato quando si parla di feti, e una tale spietatezza quando si tratta di giudicare persone che stanno realmente tra noi?
Sia chiaro: personalmente, spero in tutti i modi di non dover arrivare a scegliere se vivere o morire, così come spero che, eventualmente, in quel momento, sarò in grado di scegliere la vita. Ma io sono io, Mario è Mario, i cardinali sono i cardinali. Siamo persone diverse e con uguali diritti. E, se la vita non è un bene disponibile di cui ciascuno è padrone, nessuno, né tantomeno i carinali, ha il diritto di fare da padrone sulla vita altrui.
La pandemia “pianificata dai potenti”
Il terzo argomento di riflessione è sul Covid. E qui c’è da preoccuparsi davvero perché si parla di urgenze che interessano proprio tutti. Sulla questione vaccini, il card. Bassetti si era recentemente espresso con parole, tutto sommato, condivisibili:
“si usino tutti i mezzi per conservare la nostra salute. Il vaccino è la più grande garanzia”. E ieri ha ancora ribadito: “l’unica cosa da fare è vaccinarsi”.
E’ però desolante capire perché il presidente della CEI abbia sentito il bisogno di intervenire su un tema che dovrebbe essere così scontato. Evidentemente non lo è. Non lo è mai stato per l’ormai ridicolo mons. Viganò, il quale continua a predicare che il Covid è un piano diabolico di cui non è mai morto nessuno, e non lo è per troppi altri.
Uno dei testimonial più clamorosi della crociata anti-anti-covid era stato, qualche tempo fa, il card. Burke, ammalatosi proprio di Covid dopo aver ripetuto mille volte la stessa stupidaggine: non esiste! E’ un complotto del demonio! Un altro, molto meno illustre, è Lorenzo Damiano, leader no-vax (nonché del Popolo della Famiglia) di Conegliano Veneto. Dopo aver sbraitato che l’epidemia è “frutto di macchinazioni” ed essersi fatto un discreto seguito di rosarianti, è andato a offrire le sue lotte alla madonna di Madjugorie. Ne è tornato col covid e ora è in terapia intensiva. Gli auguro pronta guarigine e un po’ meno stupidaggine.
Ultimo in ordine di tempo, un giovane prete di Sant’Agata di Militello, il quale, come tanti preti giovani, ama registrare le proprie omelie e trasmetterle urbi et orbi. E’ anche cappellano dell’ospedale locale. E proprio lì, durante una di queste performance, ha pronunciato la seguente stupidaggine:
“I potenti della Terra ci fanno credere che dipende da noi l’uscire fuori dalla cosiddetta pandemia, e invece dipende da loro, perché loro l’hanno pianificata” “Ci hanno fatto credere che fossero interessati alla nostra salute, ma penso che abbiate capito tutti che sono interessati ai soldi” “Gonfiano alcuni dati per mantenere alta la paura e ne nascondono altri “.
Va bene. Stiamo tutti facendo gli interessi di Big Pharma. E di Bill Gate e del Cinqueggì. Ma un minimo di capacità di analisi, da parte di qualunque prete ancorché giovane, sarebbe richiesta.
Penso di aver capito perché tanti cattolicanti ce l’hanno su coi gay: si tratta di persone infelici che, mancando dello spirito critico necessario per uscire dalla propria infelicità, fanno di tutto perché vi entrino anche gli altri.