Chiesa e persone LGBT+? Accogliere le persone LGBT+ cambierà la nostra chiesa
Riflessioni di Ennio Preziosi del gruppo Ponti da Costruire, cristiani LGBT+ della Campania, parte seconda
“La perversione che privilegia i “buoni” ed emargina i “cattivi”
Ad uno sguardo complessivo, nel dibattito politico di impronta cattolica le questioni legate ad affettività, orientamento sessuale e differenza tra i sessi rischiano di pervertire irreversibilmente l’immagine della Chiesa.
E’ lo spettro della lavagna della prima elementare: un segno in mezzo ed i bravi (gli etero) elencati da una parte e i cattivi (gli LGBT+) immeritevoli e problematici dall’altra.
Una perversione che si è già palesata anche in certo dibattito politico sui migranti.
Una completa perversione della pedagogia fondamentale di Gesù, che al primo posto predica il non giudicare. Che è un medico non venuto per i sani.
Una perversione della carità, che è azione di uscita da sé per incontrare il sofferente, in una dinamica benefica per chi soccorre e per chi riceve. Benefica per tutto il popolo di Dio che cammina insieme.
Accogliere le istanze LGBT+ potrà mettere a riparo la Chiesa da questo travisamento della vita spirituale, che non è una gara a chi si proclama più giusto per ricevere plausi e premi, ma un percorso in atteggiamento di umiltà, che deriva dal riconoscersi pari agli altri e debitori verso chi ha bisogno. Dal riconoscersi bisognosi di benedizioni e di cure da parte di questo grande “ospedale da campo” che è la Chiesa.
Una perversione da curare prima che continui a crescere la crisi delle vocazioni sacerdotali e nella vita consacrata e l’emorragia di fedeli che si allontanano da una Chiesa autoreferenziale: sorda e disconnessa da una parte della realtà umana.
Eppure nel par. 43 della Dichiarazione “Fiducia supplicans” sul senso pastorale delle benedizioni, Papa Francesco ricorda che “un piccolo passo, in mezzo a grandi limiti umani, può essere più gradito a Dio della vita esteriormente corretta di chi attraversa le sue giornate senza affrontare importanti difficoltà”.
E’ alla luce di questo concetto che la Chiesa potrà interpretare alcuni aspetti della questione LGBT+, chiarendo che si tratta di una questione separata dal dibattito sul “gender”.
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