Chiesa in uscita. I cristiani LGBT+ si raccontano in una parrocchia fiorentina
Testimonianza di Giulia e di Riccardo S. di Kairos, gruppo di Cristiani LGBT+ di Firenze
Giulia: Giovedì 2 marzo 2023 sono stata, insieme ad altri due ragazzi di Kairos, nei locali della parrocchia della Beata Vergine Maria Madre delle Grazie all’Isolotto (di Firenze), ad un incontro per i ragazzi del dopocresima.
Eravamo stati invitati dai giovani animatori di questo gruppo parrocchiale, ad essere al centro di uno dei loro incontri “a sorpresa”, cioè delle serate in cui i ragazzi del dopocresima vengono a contatto con realtà facenti parte del tema della “Chiesa in uscita”, ovvero le cosiddette “periferie” , cioè realtà e quindi persone per lungo tempo considerate letteralmente ai margini, dalla Chiesa e dalla società.
Per me, che sono molto emotiva, e che spesso ho difficoltà a raccontarmi, è stato inizialmente faticoso ripercorrere le tappe salienti del mio percorso di vita, soprattutto riguardo all’aspetto della fede e del mio rapporto con Dio, tuttavia poi questo mio blocco emotivo si è sciolto, e questa serata mi ha ricordato ancora una volta che ciascuno di noi è amato da Dio proprio nella sua realtà e noi persone lgbt+ non siamo una eccezione.
Ho riassunto brevemente nel mio piccolo la storia del gruppo Kairos, la sua nascita in seguito all’incontro, apparentemente casuale ma in una logica di fede provvidenziale, di alcuni ragazzi gay e credenti che, in un bar, circa 20 anni fa, ebbero questa ispirazione: creare un gruppo di persone omosessuali e cristiane, cosa che per l’epoca rappresentava quasi una contraddizione.
Un gruppo in cui ogni persona potesse essere se stessa, facendo spazio ad entrambi questi due aspetti della propria vita, la fede e l’omosessualità, ed integrandoli tra loro per raggiungere una pienezza di vita anche cristiana. Per me è stato un po faticoso ripercorrere alcuni eventi della mia vita, non solo il bullismo omofobico da me subito in silenzio per anni, ma soprattutto una orribile esperienza con un prete che mi disse che ero “contro natura” e che , se non mi fossi “convertita” non sarei potuta rimanere nella Chiesa.
Ho ritenuto necessario raccontare questa mia esperienza, seppure con difficoltà da parte mia, davanti agli occhi commossi di questi ragazzi adolescenti, per sensibilizzarli sul tema, soprattutto considerando il particolare momento storico che stiamo vivendo in Italia e nella Chiesa, perché un atteggiamento di rifiuto della persona, ma soprattutto il negare la possibilità di una realizzazione piena di vita (ricordiamoci che per ora noi persone LGBT+ non possiamo né accedere al sacerdozio, né sposarci in chiesa) possono fare dei danni incommensurabili, oltre a provocare un inevitabile allontanamento dalla Chiesa e dai Sacramenti.
Almeno questa è stata la mia esperienza. Ho voluto sottolineare come poi, volendo e soprattutto se uno ha la fortuna di trovare un aiuto concreto (nel mio caso i miei genitori, il gruppo Kairos, e tanti altri elementi positivi),sia possibile riprendere in mano la propria vita in modo positivo.
Ho voluto insomma nel mio piccolo mettere in guardia dai pericoli dell’omofobia, ma anche fornire una chiave di speranza per chi, magari persone lontane o conoscenti delle persone presenti all’incontro, si possa per qualche modo trovare in una situazione analoga a quella in cui mi sono trovata io nel mio passato.
Ringrazio tutte le persone presenti all’incontro, perché mi sono sentita ascoltata e libera di parlare ed esprimere la mia piccola storia di vita e soprattutto ringrazio il Signore ,che mi ha consentito negli ultimi anni e mi sta consentendo ancora oggi di rimettere in piedi la mia esistenza, sono grata perché ho capito che Lui mi ha creata così con il mio orientamento affettivo perché mi ha pensata così nella sua infinita sapienza ed è così per ciascuno di noi. Anche gli altri due ragazzi, entrambi di nome Riccardo, hanno portato le loro storie, grazie a Dio meno drammatiche, e hanno saputo secondo me infondere ancora più speranza e positività in questi ragazzi.
Riccardo: Grazie Giulia per aver condiviso insieme a noi giovedì scorso la tua storia, ho visto i ragazzi molto attenti e interessati. Per me era la prima esperienza di testimonianza e sono rimasto molto contento di come è andato l’incontro. Non sono mai stato uno di molte parole ma quella sera nella stanza soffiava il vento dello Spirito, infatti mi sono reso conto di aver aperto gli argini e ho iniziato a parlare senza paura e soprattutto senza vergogna e ho percepito accoglienza da parte di questi ragazzi che, come ho avuto modo di dirgli, sono assieme a noi il futuro della Chiesa.
È bello poter dire “ci siamo“, è bello poter dire che Dio ci ama come ci ha creati e vedere negli occhi di questi giovani che anche loro la pensano così, nella naturalezza di un incontro non fra ideologie ma fra fratelli.
Spero che questa nostra esperienza possa essere stata per loro stimolo per approfondire il tema, per valutare bene il loro parlare e agire con i coetanei, con gli amici e in parrocchia, perché si crei sempre più una Chiesa aperta e inclusiva, che non giudica ma accoglie tutti i suoi figli con amore.
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Sito web: kairosfirenze.wordpress.com – Siamo su Istagram e Facebook – Email: kairosfirenze@gmail.com
Kairos è il gruppo di cristiani LGBT+ presente, dal 2001, nella diocesi fiorentina: siamo giovani, adulti, donne e uomini, persone in cerca di Dio, cariche di domande e di speranza che giungono a Firenze da tutta la Toscana, ma anche dall’Umbria e dall’Emilia Romagna.
Kairòs è un gruppo di preghiera, d’informazione e di confronto. Ricordiamo ancora le parole che il card. Antonelli, quando era vescovo di Firenze, ci disse al termine dell’incontro avuto con lui in Episcopio: “vi ringrazio perché Voi fate quella pastorale che la Chiesa ancora non sa fare“. Se vuoi incontrarci o vuoi partecipare a qualcuno dei nostri incontri scrivici. Saremo lieti di risponderti.
Se vuoi incontrarci saremo a tua disposizione per ascoltarti o rispondere alle tue domande: in una parola, vorremmo farti sentire tra amici e amiche di cammino. Sta a te fare la prima mossa. Noi ti aspettiamo”.