“Chiesa popolo di Dio”. I cristiani LGBT e la chiamata alla libertà
Recensione di Antonio De Caro*
Gli “Atti degli Apostoli” costituiscono il naturale complemento dei Vangeli, poiché mostrano la continuità fra la missione salvifica di Gesù e la nascita delle comunità dei credenti. Si tratta di un libro storico, che completa il Vangelo secondo Luca: è lo Spirito Santo il regista di questa storia in cui gradualmente emerge il significato di “essere Chiesa”.
Nel giorno di Pentecoste, infatti, lo Spirito dà agli apostoli la forza di “uscire all’aperto”: nella parola ek-klesia percepiamo proprio questa chiamata alla libertà e al dialogo con le diverse comunità umane. I credenti, da quel momento in poi, non potranno più stare al chiuso, ma dovranno muoversi per le strade del mondo, per viaggiare fra gli esseri umani e incontrarne i bisogni, le domande, la capacità di bene.
Negli “Atti” la Chiesa cresce come per gemmazione, affrontando gradualmente problemi di identità – come il superamento della vecchia alleanza e l’integrazione con i “gentili”, cioè i popoli non ebraici – e si struttura progressivamente come rete di comunità locali. Quindi l’identità teologica della Chiesa, plasmata progressivamente dallo Spirito Santo, si manifesta gradualmente nella storia, attraverso il dialogo costante fra la Parola di Dio e le variopinte civiltà umane: un dialogo che tende verso l’integrazione e l’apertura anche quando gli apostoli avrebbero preferito arroccarsi su posizioni conservatrici ed escludere gli stranieri invece di includerli.
Il lavoro di Paolo Cugini (“Chiesa popolo di Dio”, Edizioni Dehoniane Bologna 2020) è ispirato con coerenza a questa visione. Si tratta di un saggio corposo, ma compatto, poiché animato dalla stessa logica profonda: la Chiesa non è costituita dai suoi gerarchi, ma dai fedeli battezzati; la Chiesa nasce “dal basso”, come corpo composto dalle comunità che stanno alla base, in cui ciascuno, uomo o donna, mette a disposizione degli altri i doni e carismi di cui è portatore; di conseguenza, come già aveva indicato Cristo, alla logica del potere va sostituita la logica del servizio per il bene della comunità, poiché la nuova alleanza sostituisce al sacrificio esteriore l’adesione del “cuore”. Il sacerdozio universale, di uomini e donne, è garantito proprio dalla presenza e dall’azione dello Spirito.
Si tratta di una “rivoluzione copernicana”, ispirata tanto al pensiero del teologo L. Boff quanto ai principi del Concilio Vaticano II, che invita tutti i fedeli, soprattutto i laici, a prendere coscienza della loro responsabilità comune per l’edificazione della Chiesa, nel cui nome (ek-klesia) non va mai dimenticato il richiamo a “stare all’aperto”, alla libertà e alla liberazione.
Ecco il motivo per cui la Chiesa non dovrebbe mai perdere di vista l’opzione per i poveri e “delineare un vero e proprio itinerario mistico-spirituale di resistenza al sistema oppressivo”, come afferma lo stesso autore. Questo vale per tutte le periferie esistenziali: quindi anche per le persone LGBT.
Paolo Cugini, infatti, ha maturato il suo pensiero non solo attraverso una seria e profonda ricerca teologica (basta scorrere la bibliografia per rendersi conto dell’estensione del suo lavoro) ma anche attraverso l’esperienza viva della missione, sia nei territori brasiliani sia a contatto con i credenti LGBT e i loro familiari ed amici, a cui il libro è dedicato.
Molto significativa è la disposizione del materiale. Cugini, nella PRIMA PARTE, presenta la storia delle comunità di base brasiliane, a partire dalla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, osservata sia sul piano delle esperienze sul territorio sia sul piano della consapevolezza teologica e pastorale sancita dagli incontri ufficiali della Chiesa latino-americana.
Successivamente (SECONDA PARTE), Cugini dimostra come l’idea ecclesiologica espressa in quel cammino affondi le proprie radici nella Sacra Scrittura e nei documenti del Concilio Vaticano II.
Infine (TERZA PARTE) Cugini ricostruisce l’evoluzione del pensiero di J. M. Bergoglio, oggi papa Francesco, che ha vissuto personalmente gli slanci e le frenate della Chiesa nell’America Latina e, in “Evangelii Gaudium” e “Amoris Laetitia”, ha sviluppato un nuovo approccio pastorale. Questo ci riguarda direttamente, poiché individua nella gioia il segno del vangelo e propone, per la crescita dei cristiani, i principi di misericordia, gradualità e discernimento grazie ai quali è possibile l’accoglienza di coloro che abitano le periferie esistenziali. “Solo ripercorrendo le tappe della proposta conciliare si possono comprendere le scelte pastorali di papa Francesco della Chiesa e l’indicazione di una Chiesa inclusiva che sa accompagnare, discernere e integrare tutti”.
Il testo di Cugini intende gettare un ponte “tra l’esperienza delle comunità ecclesiali di base latinoamericane, le intuizioni conciliari della Chiesa come popolo di Dio e la proposta di Francesco di una Chiesa missionaria, misericordiosa, che desidera integrare tutti nel suo cammino”. Ma dalla lettura del saggio emerge anche una certa amarezza: la visione profetica delle Chiese latino-americane, cioè l’idea della Chiesa come “popolo di Dio”, è stata poi smorzata dalla Chiesa europea, che nel sinodo straordinario del 1985 ha preferito usare il termine “comunione” per stroncare ogni compromesso con la teologia della liberazione. E vediamo ogni giorno come i germi di novità ed evoluzione disseminati dalla teologia moderna tardino a dare i loro frutti a causa delle spinte degli integralisti e dei tradizionalisti, che hanno paura di perdere il loro controllo a causa della forza liberante del Vangelo.
Insomma, la tensione fra regresso e progresso descritta dagli “Atti degli Apostoli” emerge in tutta la sua attualità dal libro di Cugini, che tuttavia – anche per via della sua storia personale e ministeriale- è animato da una profonda e ostinata fede nell’energia vivificante dello Spirito che ci chiama a dare e ricevere libertà.
“In un contesto storico conflittuale come il nostro, in cui giorno dopo giorno sembrano aumentare gli odi tra fazioni contrapposte, è importante che l’umanità, soprattutto l’umanità dei poveri e degli esclusi, possa incontrare uno spazio di misericordia in cui potersi sentire accolta… La Chiesa che accoglie senza giudicare sorge dalla consapevolezza dell’amore misericordioso infinito del Padre, che non vuole che nessuno dei suoi figli e figlie si perda”.
* Antonio De Caro è autore dell’ebook teologico “Cercate il suo volto. Riflessioni teologiche sull’amore omosessuale” (edito da Tenda di Gionata, 2019, 48 pagine, ebook scaricabile gratuitamente).
Paolo Cugini, Chiesa popolo di Dio. Dall’esperienza brasiliana alla proposta di papa Francesco, giugno 2020, Pagine 392