A Grosseto la chiesa battista veglia a porte aperte
Articolo tratto dal sito de Il Tirreno del 17 maggio 2013
Grosseto. C’è una chiesa in via Piave dove si prega contro l’omofobia. Dove la religione include, dove essere omosessuale non marca la differenza rispetto agli altri, dove la differenza di genere è una differenza che si ricorda probabilmente una volta all’anno, per la giornata internazionale contro l’omofobia appunto.
Dove durante gli altri 364 giorni, nessuno chiede a chi entra in chiesa i suoi gusti sessuali. Dove le persone sono tutte uguali. È la chiesa evangelica battista di via Piave che per il secondo anno consecutivo ha organizzato la veglia di preghiera contro l’omofobia.
Alle 18, domenica (18 maggio), le porte della chiesa si apriranno a chiunque voglia partecipare. «L’anno scorso c’erano anche alcuni ragazzi che avevano saputo dell’iniziativa attraverso l’Arcigay – spiega Brigida Bianchi, responsabile del centro culturale protestante Rosa Pax – e che ci hanno spiegato di essere atei. Bene, anche con chi non crede abbiamo trovato dei punti in comune».
Da anni, la chiesa evangelica organizza la veglia contro l’omofobia. Dal 2007, quando a Torino un sedicenne si tolse la vita perché i compagni di scuola lo prendevano in giro, chiamandolo gay.
«Una notizia, questa – aggiunge Bianchi – che ci ha dato la spinta a fare qualcosa. A lanciare almeno un messaggio anche alla nostra città e a ribadire il nostro no all’omofobia». Alla chiesa evangelica il passaggio fatto è semplice. «È la parola di Dio che ci guida – spiega – e che dice che la nostra chiesa accoglie tutti esattamente come fa Dio. Siamo tutti uguali e anche noi non facciamo quindi distinzioni».