Ci sono sempre buone ragioni per non uscire allo scoperto (Lc 9:51-62)
Riflessioni bibliche di Judith Hoch Wray, Joseph Tolton e Rich McCarty tratte dal progetto Out in Scripture (Stati Uniti), del gennaio 2007, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
2 Re 2 ci parla della profonda amicizia tra Elia ed Eliseo. Specialmente per chi si è trovato a creare una nuova famiglia, noi celebriamo il modello proposto da Eliseo ed dal suo “padre” Elia. La definizione di famiglia è cambiata con l’amore che nutriamo l’uno per l’altro nelle famiglie che creiamo.
Ci tornano alla mente le storie della nostra comunità nel contesto della lotta per il matrimonio gay: per esempio, la storia di una donna, impegnata in una relazione da 35 anni, a cui è stata negata la possibilità di essere presente al capezzale della compagna perché né la famiglia né l’ospedale riconoscevano l’integrità della loro relazione.
Questo testo ci invita a connetterci profondamente con l’ora della dipartita, ad anticiparla con lo spirito, ci dice quanto può essere sacro quel momento. Non lottiamo solo per i diritti legali, ma anche per il retaggio spirituale.
Il Salmo 76 (77) ci ricorda che, nel bel mezzo della realissima esperienza di non ricevere una risposta da Dio, la nostra vocazione è il potere della reminiscenza. Collegando questo testo a 2 Re diremo che un generazione (Elia) ha separato le acque, cosa che ha fatto anche la generazione successiva (Eliseo).
Veniamo incoraggiati a non aver paura delle acque che dobbiamo attraversare. Il caos delle nostre vite svanirà in presenza di Dio. Noi celebriamo il potere del senso della storia, che ci riporta alla mente cosa Dio ha fatto in coloro, per coloro e attraverso coloro che se ne sono andati prima di noi. Le amicizie intergenerazionali sono un punto critico per il reale successo del nostro movimento.
– Chi sono i credenti LGBT che se ne sono andati prima di noi, che hanno diviso le acque, da cui vogliamo imparare e il cui mantello siamo chiamati ad accettare a beneficio della prossima generazione?
Galati 5:1, 13-25 evoca sia ricordi gioiosi che traumatici. Paolo inizia (e termina) con una magnifica proclamazione di grazia. Eppure molta gente, appena ode la parola “carne” (versetto 16), cade in una teologia legalistica e punitiva. Ricordiamo che la “carne” per Paolo comprende la mente inferiore e carnale e una vita guidata dalla paura invece che dall’amore. Galati 5:15 afferma chiaramente che il compimento della legge è amare il prossimo come se stessi.
Quando tutto il resto è ancorato a questo, agiamo più responsabilmente per noi stessi e per gli altri. La libertà non è essere schiavi del desiderio sessuale, scattare ad ogni minima offesa o essere controllati dal bere o dalla droga. Questo non significa che dovremmo ignorare le offese, negare la nostra sessualità o fare a meno di bere un bicchiere. Le persone libere e incarnate fanno gran conto del loro corpo mentre si relazionano con altri corpi, con il Dio che si è incarnato in Cristo.
– Qual è stata la vostra esperienza di transizione da una teologia punitiva per cui Dio ha sempre in mano un fulmine da scagliare a una teologia che insegna la scelta responsabile governata dallo spirito di Dio dentro di noi?
Seguendo convintamente Gesù, vediamo che Luca 9:51-62 ci indica un modo diverso di trattare chi non è d’accordo con noi o non predica l’Evangelo nel modo che vorremmo. Cosa accadrebbe se noi comunità LGBT e i nostri alleati fossimo così motivati a “salvare” chi ci perseguita? Coloro che usano la “fede cristiana” per condannare gli altri sono quelli che più hanno bisogno di “essere salvati” dall’inferno che hanno creato con le loro mani.
Seguire convintamente Gesù potrebbe anche significare uscire completamente allo scoperto per quanto riguarda la nostra fede e la nostra vita sessuale e di relazione. In Luca 9:57-62 ci sembra di sentire delle ragioni per non uscire allo scoperto: “Cosa penserà la mia famiglia?”, “Quando mio padre sarà morto, potrò fare coming out”. Queste motivazioni trovano un’eco nelle risposte di molti che vogliono seguire Gesù: “Signore, prima lasciami… “ (versetto 60). Quanto pastori e predicatori gay non dichiarati insistono a dire che usciranno allo scoperto una volta in pensione!? Molte motivazioni trattengono noi e i nostri alleati dal rispondere alla chiamata che Dio ci rivolge a camminare nell’integrità e ad essere tutto ciò che siamo stati creati per essere.
– Cosa ci trattiene dal seguire la chiamata radicale di Cristo all’integrità personale ed ecclesiastica?
La nostra preghiera
Siamo chiamati ad occuparci delle tue opere, o Dio,
e degli atti di fedeltà di coloro che se ne sono andati prima di noi.
Riempici di coraggio
perché possiamo mantenere amicizie profonde,
perdonare chi vuole condannarci,
accogliere la libertà con la responsabilità,
camminare con decisione nell’integrità nel corpo che ci hai dato.
Nel nome dell’Incarnato, Gesù il Cristo.
Amen
Testo originale: Ordinary Time through Reign of Christ Sunday Year C