Cicatrici. Diciassette storie in cui ogni ferita può essere fonte di forza
Recensione di Raffaele Crispo ed Elvis Ronzoni
Da poche settimane è stato pubblicato un interessante ed illuminato libro intitolato “Cicatrici” che raccoglie diciassette storie di persone, le quali hanno superato momenti di difficoltà e hanno ritrovato la forza di andare avanti.
Il coordinatore di questo progetto è Antonio Barra, un giovane uomo che da alcuni anni fa parte del Gruppo Bears on the Road, una comunità “virtuale” di Facebook che raccoglie per lo più persone che hanno accettato le rotondità dei loro corpi, e che per il loro aspetto non sono più discriminate.
Barra ha saputo sapientemente raccogliere tante testimonianze di vita, tutte segnate da dolori e ostacoli, ma al tempo stesso caratterizzate da una grande forza di volontà, che ha portato i loro protagonisti a riscattarsi e a riprendere in mano la propria esistenza.
È proprio vero che la vita non risparmia mai a nessuno dolori, e il titolo di questo libro è “Cicatrici”, le quali, a differenza delle ferite, sono una vittoria sul dolore. Sono tutte vite che iniziano bene, ma ad un certo punto c’è una rottura che potrebbe significare la fine di quell’esistenza, ma poi fortunatamente c’è lo scatto di orgoglio che permette ai protagonisti di trasformare le proprie storie in un’opera d’arte.
La vita dovrebbe essere fatta soprattutto di armonia, amore, felicità e benessere, ma le ferite dell’anima sono inevitabili e a tutti possono capitare ingiustizie, tradimenti, umiliazioni, abbandoni e rifiuti, l’importante è riconoscere le proprie lacerazioni e verificare se ci sono personali responsabilità, nonché vie di uscita.
Leggendo e rileggendo le storie dei “confidenti” di Antonio Barra si capisce che le cicatrici rendono i caratteri più solidi, più forti, e al tempo stesso sono il segnale di un dolore che, seppur guarito, è ancora ben visibile. Sono tutte storie diverse, sono tutti dolori che tracciano ferite profonde, ma per tutti la soluzione è quella di non rinchiudersi nella gabbia del passato, bensì iniziare a guardare dentro se stessi e fare ciò che ci fa stare bene.
È significativo che gran parte del ricavato della vendita del libro sarà devoluto all’Associazione Prometeo, che da oltre vent’anni lotta contro la pedofilia, e grazie alla quale siamo a venuti a conoscenza di tanti abusi sui minori.
È spesso la famiglia, come anche la scuola e la comitiva di amici, il luogo dove si aprono le ferite, perché le persone LGBTIQ+ spesso e volentieri vengono rifiutate o discriminate proprio da chi dovrebbe amarle e proteggerle.
Siamo grati a chi generosamente ha raccontato il proprio pezzo di vita, aiutando tutti noi ad essere più resilienti e a non aver paura a mostrare la bellezza delle nostre cicatrici, segno di coraggio e di forza.