Combattere il bullismo omofobico imparando a “non giudicare” (Lc 7:36-7)
Testo* per combattere l’omofobia nelle scuole cattoliche tratto da “Made in God’s Image“** pubblicato dal Servizio per l’Educazione Cattolica della Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles (Gran Bretagna) nel maggio 2017, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Lezione 3: Riflessione sul Vangelo
Titolo: Giudicare gli altri
Obiettivi: al termine della lezione, gli studenti
– avranno riflettuto su cosa significa essere giudicati;
– avranno compreso meglio il messaggio evangelico di amore e perdono, opposto al giudizio e alla condanna;
– avranno riflettuto sui loro atteggiamenti nei confronti degli altri.
Materiali: il passo evangelico Luca 7:36-7, la meditazione evangelica della CAFOD [The Catholic Agency For Overseas Development, associazione cattolica britannica di beneficenza, n.d.t.], delle candele.
Riassunto della lezione
Un’opportunità, per gli studenti, di riflettere e meditare sul comportamento di Gesù nei confronti di chi era considerato emarginato dalla società.
La lezione in dettaglio
Introduzione
Facendo riferimento alle lezioni precedenti, evidenziate il comportamento di Gesù nei confronti di chi era considerato emarginato dalla società. Sottolineate il fatto che Gesù non giudicava nessuno, anzi accoglieva chiunque, anche se questo suo atteggiamento era spesso disapprovato dalla gente.
Gesù e la prostituta
Prima di leggere questo passo, spiegate alla classe che normalmente un servo lavava i piedi agli ospiti. In questo racconto, la donna di “cattiva reputazione” avrebbe dovuto essere cacciata, eppure eccola che fa da serva a Gesù. Spiegate agli studenti che prenderanno parte a una meditazione/riflessione su questo racconto.
Riflessione (adattamento del documento “Riscoprire la misericordia nel nostro mondo”, edito dalla CAFOD. Sul sito della CAFOD potete trovare una riflessione più estesa e altri ottimi materiali per il Giubileo della Misericordia)
Spiegate che la riflessione non si trova nel Vangelo, ma è un’interpretazione di ciò che la donna può aver pensato mentre si avvicinava a Gesù. Gli studenti devono avere il tempo di pensare a fondo alle domande che porrete loro. Possono poi scrivere le risposte, che saranno poste in un piattino al centro dell’aula con un cartello che recita: “A [nome], mi dispiace per tutte le volte in cui io…”.
In plenaria
Chiarite il fatto che i nostri giudizi possono ferire gli altri. Per essere “come Cristo” dobbiamo batterci contro chi giudica gli altri. Spiegate come il fariseo del racconto sia così occupato a sottolineare che Gesù sta sbagliando da dimenticare completamente il perdono.
Giudicare gli altri, riflessione sul Vangelo
Durante la messa penitenziale del 12 Marzo 2015 nella basilica di San Pietro, papa Francesco annunciò la sua intenzione di indire un Giubileo Straordinario della Misericordia, invitando tutti i seguaci di Cristo a diventare “missionari della misericordia”. L’arcivescovo Rino Fisichella disse che il motto del Giubileo (“Misericordiosi come il Padre”) “[ci] propone di vivere la misericordia sull’esempio del Padre che chiede di non giudicare e di non condannare, ma di perdonare e di donare amore e perdono senza misura”.
In tutto il Nuovo Testamento viene mostrato come Cristo sia il sommo modello di amore (caritas), di misericordia e di solidarietà con chi vive ai margini e con tutta l’umanità. Per noi cristiani è la relazione con Cristo che ispira l’amore per gli altri e l’azione per la giustizia negata: “L’amore — «caritas» — è una forza straordinaria, che spinge le persone a impegnarsi con coraggio e generosità nel campo della giustizia e della pace” (Benedetto XVI, Caritas in veritate, n° 1).
Leggete il seguente passo evangelico
Gesù, la donna e il fariseo (Luca 7:36-40.44-47)
Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato.
A quella vista il fariseo che l’aveva invitato pensò tra sé. «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice». Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Ed egli: «Maestro, di’ pure».
E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m’hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco».
Invitate tutti a sedersi comodamente e dite loro di prepararsi a meditare sulla Parola di Dio. La storia viene raccontata dal punto di vista della donna e invita gli ascoltatori a un coinvolgimento emotivo con l’esperienza della “misericordia”. Leggete la meditazione lentamente, con molte pause, per permettere agli studenti di immaginarsi la scena.
Toccata dalla misericordia: meditazione dal punto di vista della donna basata su Luca 7:36-40.44-47 (adattamento da “Riscoprire la misericordia nel nostro mondo”, edito dalla CAFOD)
(Un capoclasse legge)
Chiudete gli occhi, rilassate le spalle, cercate di fare attenzione ai suoni attorno a voi e lasciateli andare. Sciogliete con il respiro tutte le tensioni nel vostro corpo e, quando siete pronti, entrate dolcemente nella scena del racconto, immaginatevi mentre vedete e vivete ciò che ha visto e vissuto la donna quel giorno:
Non so ancora cosa mi ha portata qui…
Ho sentito la gente che parlava…
“È qui… in città… in casa del fariseo!”
È qui… è qui… è qui… In qualche modo queste parole
si fecero strada attraverso il vuoto, fin nel mio cuore…
“È qui…”
Un impulso mi mise in cammino quel giorno.
Le mie mani stringevano il vaso di alabastro… sentivo pesante il senso di colpa a ogni passo…
la disperazione… il dubbio… “Torna indietro… non ti vuole vedere… figurati, dopo quello che hai fatto!”.
Ma non potevo più tornare indietro.
La porta d’entrata mi appariva nera… sbirciai dentro, nessuno mi vide…
il cuore mi batteva… le ossa mi scricchiolavano…
Puntai gli occhi sulla luce al centro… una candela che tremolava, con il suo chiarore gentile e le ombre che proiettava…
il basso mormorio della conversazione… poco a poco misi a fuoco le forme…
ed eccolo lì!
… come se avvertisse la mia presenza, alzò lo sguardo e i suoi occhi incontrarono i miei.
Distolsi lo sguardo, ero agitata e imbarazzata.
… trattenni il respiro… nulla mi aveva preparata a quello sguardo…
… nel profondo di me sentii le fitte di rimorso e di vergogna per come ero,
per quello che avevo perduto, per quello che avevo visto e vissuto durante la mia vita sprecata.
In quel momento avrei potuto andarmene…
avrei potuto correre via, ma lo stesso impulso che mi aveva portato in quella casa mi portò da lui…
fino a che mi ci trovai di fianco e gli inondai i piedi di lacrime…
poi glieli asciugai con i miei capelli, come a voler spazzare via la mia vergogna…
li baciai… e li benedii con l’olio…
Guardai verso di lui, attendendo il suo giudizio…
il giudizio che avevo sentito moltissime volte dai sant’uomini di questa città..
le dure parole di rimprovero… ma non ne sentii nessuna, non da lui…
… nemmeno una domanda…
… solamente quello sguardo… che trapassava le lacrime per arrivare al mio cuore spezzato…
fino alla persona che sono… la persona che vorrei essere…
… non ho più niente da offrire… niente lacrime… il vaso di alabastro ora è ai suoi piedi, vuoto…
ma il mio cuore è pieno… completamente… aperto…
unto con il crisma medicinale della misericordia e della compassione…
Alcuni momenti di silenzio. Quando siete pronti, uscite lentamente dalla scena.
E la mia storia personale?
Quando ho giudicato gli altri in modo ingiusto? (Pausa)
Quando gli altri mi hanno giudicato in modo ingiusto? (Pausa)
Quando ho incontrato la compassione, come ha fatto la donna? (Pausa)
Quando ho risposto con la compassione? (Pausa)
In quali ambiti della mia vita ho bisogno di compassione? (Pausa)
Cosa mi impedisce di ricevere compassione? (Pausa)
Cosa mi impedisce di essere compassionevole? (Pausa)
Alcuni momenti di silenzio per la riflessione personale, poi si termini la meditazione.
Fate ancora attenzione al respiro… siate consapevoli delle vostre emozioni… siate consapevoli di essere tornati in quest’aula. Quando siete pronti, aprite gli occhi.
In gruppo, ascoltate o cantate l’inno “O Signore fa’ di me uno strumento”.
Pregate insieme:
Abbiamo ricevuto occhi per vedere e orecchie per ascoltare.
Abbiamo ricevuto lingue… per parlare per l’innocente… e il colpevole,
per lodare, incoraggiare e sostenere,
per proclamare, a tempo e fuori tempo, quella novella che è la Buona Novella.
Abbiamo ricevuto mani per raggiungere e sostenere chi ha paura,
per proteggere il debole e rialzare chi è caduto,
per abbracciare chi sta morendo,
per condividere fardelli e asciugare lacrime…
per costruire, non per demolire,
per attizzare le braci, non per spegnere il lucignolo fumigante,
per benedire, non per colpire,
per donare, non per negare.
Abbiamo ricevuto menti per giudicare… noi stessi, non gli altri,
le situazioni, non le motivazioni,
per cercare soluzioni, non scuse, giustizia, non espedienti,
per discernere l’essenziale da ciò che è solamente desiderabile,
il buono dal meno buono e il meno buono dal cattivo…
Abbiamo ricevuto cuori per sentire,
per interpretare i significati che si nascondo dietro le parole,
per aprire le porte chiuse dalla disperazione,
per scoprire il meglio negli altri e liberarlo,
per comprendere e perdonare… o semplicemente per perdonare…
per confortare chi soffre, per amare e, con l’amore, guarire le cicatrici.
Abbiamo ricevuto tutte queste cose perché chi ci sta attorno
non possa mai dubitare né dimenticare la presenza di Dio in mezzo a loro;
che nel nostro tocco, nelle nostre parole e azioni
Dio possa toccare, parlare e agire
e gli altri, a loro volta, possano avvertire la presenza di Dio quando passiamo loro accanto,
e che vedendoci possano capire, senza sforzo,
che anche loro possono catturare una particella di Dio.
* I passi biblici sono tratti dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI.
** Per gli insegnanti delle scuole cattoliche in Inghilterra e Galles è uscito, nel 2017, un nuovo manuale su come combattere l’omofobia e la bifobia,che offre pratici consigli su come prevenire e fermare il bullismo omofobico degli studenti nelle scuole cattoliche. Il documento, intitolato Made in God’s Image: Challenging homophobic and biphobic bullying in Catholic Schools (Fatti ad immagine di Dio: prevenire il bullismo omofobico e bifobico nelle scuole cattoliche) è stato prodotto dal Servizio per l’Educazione Cattolica (Catholic Education Service) della Conferenza Episcopale Cattolica (Catholic Bishops’ Conference) dell’Inghilterra e del Galles con il supporto della St. Mary’s University di Twickenham.
Testo originale: Made in God’s Image. Challenging homophobic and biphobic bullying in Catholic Schools