Come affrontare il lutto per un figlio/a transgender
Riflessioni pubblicate sul blog CatholicTrans* (Stati Uniti) il 28 giugno 2015, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro, seconda parte
Il lutto dei miei genitori, e forse anche il vostro. Il genere è una parte importantissima della nostra identità, e penso sia per questo motivo che i problemi che ne nascono sono tanto dolorosi per tutte le persone coinvolte. Molto di ciò che sappiamo, o crediamo di sapere, di una persona, ha a che fare con il suo genere, e quando il paradigma di genere che noi proiettiamo su quella persona viene scosso, non ci rapportiamo più come prima con lui/lei.
Quando ho fatto il mio coming out, i miei genitori non hanno retto il colpo, perché non era certamente ciò che pensavano di me, e proprio non ce la facevano a vedermi in maniera diversa da come mi avevano sempre vista. Amano il loro figlio Anthony fino al midollo delle ossa, con ogni singolo respiro del loro corpo. Hanno dato da mangiare al loro bambino, lo hanno portato in braccio e gli hanno dato il bacino della buonanotte per molti anni, un tempo significativo. Amano con tutto il cuore quel bambino, e questa nuova “bambina” di nome Anna è un’intrusa: le sue caratteristiche femminili, i suoi abitini nuovi non hanno niente a che vedere con il bambino che si ricordano di avere cullato, sono aberrazioni che evidentemente provengono da qualcosa di estraneo: un demone, un inganno o una scelta peccaminosa.
I miei genitori soffrono così tanto perché sono in lutto per il loro figlio. Nel loro cuore sentono che quel figlio che hanno accudito con tanta tenerezza è morto. Tutto ciò che dicono e fanno che riguarda me proviene da quella sensazione. La ragione per cui hanno tagliato i ponti con me è che, nella loro mente, io non sono davvero io: credono che ora io sia qualcun altro, un’altra persona, diversa dal bambino che hanno accudito. Sono talmente feriti dalla morte del loro figlio che si rifiutano di riconoscermi. Amano senza condizioni Anthony e si rifiutano di riconoscere Anna, perché Anna non è Anthony. Amano senza condizioni Anthony, non qualcun altro.
Sono convinta che i miei non siano gli unici genitori che la pensano così. So bene che alcuni di voi hanno detto al figlio o alla figlia transgender cose del tipo “Tu sei morto/a per me”, e so che non volevate essere offensivi, ma avete espresso quello che avvertite. Avvertite che vostro figlio o vostra figlia è morto/a, e questo fa male. Mi dispiace per il vostro dolore.
È importante che ricordiate per cosa siete in lutto; tutto il resto è secondario. Le Scritture e la teologia sono risorse preziose, ma se inizialmente vi rivolgete a loro per avere un sostegno, è probabile che in realtà vogliate qualcosa, qualsiasi cosa, a cui aggrapparvi per impedire a vostro figlio di morire. Magari volete che viva una rispettabile vita cristiana e che vi sforni molti nipotini; magari avete paura di cosa possano pensarne i vicini; magari avete paura di essere cattivi genitori. C’è molto lavoro da sbrigare, ma il più grande è il lutto per la morte di vostro figlio/figlia. Nulla è più doloroso della morte di un figlio, anche per il più indegno dei genitori, e voi non siete indegni: siete dei genitori cristiani, che vogliono amare.
Il lutto salterà fuori in tutte le interazioni con vostro figlio/a transgender, darà tono alle vostre parole e colore a ciò che vedete. Dovete sentire il lutto, riconoscerlo, e riconoscere la sua influenza su di voi.
Una volta fatto questo, dovreste permettervi di simpatizzare con il lutto di vostro figlio/a. Non basta essere colpiti dal suo dolore, bisogna cercare di dare uno sguardo alla sua tristezza più recondita.
* Salve, e benvenut* su CatholicTrans. Questo blog è partito da un’iniziativa personale mirante a conciliare la fede in cui sono cresciuta con la mia identità transgender; nel tempo è poi cresciuto organicamente, fino a diventare una risorsa non solo per me stessa, ma anche per altr*. CatholicTrans è un tentativo di contrastare la marea di disinformazione sul tema e di creare uno spazio web che fornisse informazioni affidabili e non impregnate di paura sulle tematiche transgender da un punto di vista cattolico e cristiano.
Questo blog è un progetto intersezionale, che tratta in maniera molto specifica delle identità e delle esperienze trans da un punto di vista decisamente cattolico. Detto questo, tenete conto del fatto che esso non rappresenta necessariamente né il mio punto di vista personale (non sono più cattolica), né quello del movimento transgender nella sua interezza. Anche se questo blog rappresenta solo una piccola parte di ciò cui credo, rimango fortemente convinta che l’unico modo per la tradizione teologica cattolica di essere logicamente coerente e autenticamente compassionevole è accettare di tutto cuore i suoi figli e le sue figlie trans*.
Testo originale: TO GRIEVING CHRISTIAN PARENTS OF A TRANSGENDER PERSON