Come coppia gay ci siamo sposati in una chiesa protestante, perché la chiesa cattolica ancora ci considera “un peccato”
Articolo di Judith Jung pubblicato sul sito di FRANCE 3 TV (Francia) il 10 maggio 2022 , liberamente tradutto da Emanuele
Se l’omosessualità non fa più notizia nei contesti urbani, rimane un tema sensibile nella campagna e negli ambienti ecclesiali dove accettazione e riconoscimento si fanno attendere. Abbiamo incontrato Roger-Stéphane Roth e Philippe Genitrini che testimoniano la loro quotidianità di coppia.
Roger-Stéphane Roth e Philippe Genitrini si sono incontrati nel 2018 durante un concerto di Mireille Mathieu. Questi due alsaziani sono suoi fan. Da allora la coppia vive a Bischwiller (Basso Reno) e dopo quattro anni di convivenza i due uomini hanno voluto sposarsi.
«È un grande momento. La giornata si preannuncia molto bella», dice Roger-Stéphane mentre annoda il papillon del suo futuro marito. «E non credo di sbagliarmi, pensando che lo sarà per entrambi (…) È un grande giorno per noi e per tutti gli altri», dice rivolgendo il pensiero a tutti coloro che ancora troppo spesso patiscono lo sguardo giudicante della società perché considerati diversi o, peggio, anormali.
Philippe e Roger-Stéphane hanno finito per essere accettati così come sono dalle loro famiglie, ma il percorso non è stato facile. Sono cresciuti in campagna. Dietro le mura delle loro case, papà e mamme temevano lo sguardo dei vicini, il “cosa si sarebbe detto”.
«Mio padre diceva sempre: “Un uomo gioca a calcio!”. Così ci ho giocato come i miei fratelli. Anche se non mi piaceva. Secondo lui, un uomo doveva fare il servizio militare, poi, una volta tornato, sposarsi e fare dei figli. Doveva essere così, non altrimenti, punto e basta!» racconta Roger che, all’epoca, decise di andarsene di casa per vivere la sua vita altrove, lontano dal suo villaggio.
Sebbene la madre di Philippe avesse capito molto presto che suo figlio preferiva i ragazzi, c’è comunque voluto del tempo per accettarlo. «Non sarei diventata nonna, ma quando ami tuo figlio, vuoi che sia felice», confida Marie-Thérèse Genitrini, felice di essere presente al matrimonio di suo figlio.
Un matrimonio protestante per due cattolici
Sposarsi, ovviamente. La coppia voleva suggellare il proprio amore davanti al sindaco e davanti a Dio. Un modo per i due uomini di mostrare ad altre persone omosessuali che è possibile, che è autorizzato e che non bisogna nascondersi. Non chiedono privilegi, solo gli stessi diritti degli altri cittadini. La coppia ha anche lottato per il “matrimonio per tutti”. E il loro matrimonio è stato celebrato al tempio protestante.
«Ho servito messa per 21 anni. Mi piaceva andare in chiesa. Tutto è andato bene fino al giorno in cui la Chiesa cattolica ha scoperto che preferivo vivere con un uomo. Tutto è crollato dall’oggi al domani. Mi è stato detto: sei in uno stato di peccato mortale. Così me ne sono andato».
Così la coppia si è sposata nella chiesa di Saint-Guillaume a Strasburgo. Due cattolici che si sposano davanti a Dio in un tempio protestante. Ciò significa che la strada da fare rimane ancora lunga. Per il pastore, Daniel Boessenbacher, non c’era alcun problema nel celebrare l’unione di queste due persone.
«È una rivoluzione per la Chiesa. Ma anche nella società in generale, non va da sé. Qui, nella chiesa di Saint-Guillaume, stiamo facendo del nostro meglio. Abbiamo creato un gruppo per l’inclusione (antenne inclusive) che si riunisce ogni mese per lavorare in vista del “vivere bene insieme”.
Ad esempio, partecipiamo al Gay Pride. Ad alcuni può sembrare strano che vi partecipino dei pastori. Ma è importante affermare in questo modo che ognuno ha il diritto di essere se stesso ed è il benvenuto nella nostra comunità».
Peccato che siano ancora troppo poche le persone che condividono questo modo di sentire.
Testo originale: Homosexualité. “Vous êtes en état de péché mortel m’a dit l’Eglise catholique” : ils se sont donc mariés au temple protestant