Come cristiani LGBT+ è tempo di occuparci dell’opera di Dio ovunque noi siamo
Riflessioni di Shannon TL Kearns* del progetto queertheology.com (USA), liberamente tradotte da Innocenzo
Mentre l’Avvento è un invito a rallentare, spesso il periodo natalizio sembra implorarci di correre, correre, correre per riempire i nostri calendari con tutti i tipi di eventi.
Per molte persone queer e trans questo periodo dell’anno porta anche alcune ansie; sul coming out da fare, sullo stare insieme in una famiglia che non ti accetta, sull’essere invitato ad andare in una chiesa omofoba per assistere alla vigilia di Natale.
Anche quelli di noi, che hanno una comunità cristiana inclusiva o buoni rapporti con la famiglia, a volte si sentono un po’ soli, o stanchi di sentire affermazioni o battute omofobiche dalle persone della nostra famiglia allargata, o semplicemente nel mondo che ci circonda.
Quindi, mentre scrivo questa riflessione, vi invito a respirare profondamente. Per calmare il vostro cuore in corsa. Per ricentrarvi proprio qui e proprio ora.
La storia del Natale è una storia che tutti conosciamo, ma è facile non notare quanto sia radicale.
Un bambino, nato da una giovane madre nubile, che viveva sotto l’occupazione romana. Un bambino nato che è nato in una famiglia oppressa in un mondo pericoloso. Un neonato, vulnerabile e fragile. Un bambino, uguale a tanti altri bambini nati nel mondo in tanti luoghi pericolosi.
Un bambino cresciuto con canzoni di protesta, come ninne nanne. Cresciuto all’ombra delle crocifissioni, cresciuto in un’antica tradizione religiosa che plasmò il suo pensiero e il suo modo di stare al mondo.
Che divenne un profeta, un agitatore di folle, un amico di quelli ai margini, che chiedeva più inclusione, che voleva far riconoscere il Regno di Dio qui, ora, tra le realtà più marginalizzate e ignorate. E oggi ci chiama a fare lo stesso lavoro.
Questo momento nella storia, questa irruzione di Dio nel mondo, è insieme speciale e ordinario. È accaduto sia un luogo e un tempo specifici ma è una realtà ancora in corso. Siamo invitati a continuare l’opera di mettere al centro i più emarginati per essere Regno e comunità di Dio, affinché lottiamo per la giustizia e la liberazione di tutti gli uomini.
Che onore, che responsabilità, che missione ci è stata.
Quindi, nella frenesia di questo tempo, non facciamoci prendere dall’angoscia e dell’ansia, ma vi offro questo promemoria sulla nostra missione come credenti LGBT+: occuparci dell’opera di Dio ovunque noi siamo.
Buon Natale, Fr. Shay
* Shannon TL Kearns è teologo e co-fondatore di queertheology.com