Come cristiani LGBT è tempo d’immaginare la comunità di domani. Perché la fede deve produrre gioia, non sensi di colpa!
Riflessioni di Luigi V. sul V° Forum dei Cristiani Lgbt (Albano Laziale, 5-7 ottobre 2018)
Grazie mille tutto quello che fate. Il Forum dei Cristiani Lgbt è stata un’esperienza molto feconda, e vorrei condividere alcune brevi riflessioni con voi. Essendo stato fuori dall’Italia e fuori dai gruppi di credenti omosessuali per alcuni anni ora, premetto che parlo da ‘outsider’ ma che forse proprio per questo possa vedere le cose anche da… una prospettiva diversa.
Credo che la questione formazione, intesa come crescita scientifica della comunità LGBTIQ+ credente, sia di assoluta priorità. Tutti dovrebbero avere una profonda familiarità con il concetto di omofobia interiorizzata per esempio, o di come le aspettative familiari e le influenze socio-culturali interagiscano con i ruoli di genere, per dirne una: trovo che senza questi strumenti basilari si consegni la propria anima alla mercé di posizioni oscurantiste e medioevali, nella ‘chiesa’ e nella società. Credo che nell’attesa che si compia la beata speranza che le teologie evolvono, lo sforzo della comunità, e anche di Gionata, come già accade, debba essere veramente quello di formare e informare, perché le persone non cadano più vittime di sensi di colpa e vergogna di sopravvivenza, ma che, salde e sicure di sé, centrate nella propria verità e dignità, non possano essere scalfite da nulla.
Mi ha rattristato incontrare persone che purtroppo non sono ancora capaci di difendersi, e di mettere validi limiti, e saldi confini, agli attacchi verbali, e a tutti gli abusi, perpetrati in maniera diretta e sottile, su tanti livelli diversi. Propongo di dedicare prossimamente qualche incontro o qualche ritiro proprio a questo: centrarsi, ricominciare a percepirsi e saper mettere limiti. Condivido molto quello che è emerso a più riprese nel corso del Forum, e che ancora una volta ha una base scientifica: oggi sappiamo che l’identità sessuale di un individuo si definisce attraverso categorie diverse, i cui confini possono essere flessibili o addirittura inesistenti.
Trovo che la proposta emersa nel Progetto Giovani Cristiani LGBT di cominciare ad invitare e coinvolgere ai prossimi incontri i gruppi che mostrino aperture, gli scout, i simpatizzanti, i membri più aperti delle proprie comunità, sia un primo piccolo passo molto importante nella direzione dell’integrazione, individuale e collettiva, della propria omosessualità. Tutto ciò che facciamo ha un profondo valore simbolico: meno mi identifico con l’orientamento sessuale e più mi sento ‘al pari degli altri‘ e ben disposto a sperimentare le comuni dinamiche, umane e psichiche, che condividiamo come famiglia umana, e di questo non potranno che giovarne tutti, ‘noi’ e ‘loro‘.
É importante uscire dalla modalità “celebrazione delle vittime dell’omofobia” perché l’energia altrimenti stagna nei ricordi dolorosi, nel passato e nelle immedesimazioni. Questo Forum ha senz’altro cominciato, nell’invitare tutti a immaginare la comunità di domani, a smuovere sogni e quindi tante energie creative: che bello, seguiamo questo e vediamo dove ci porta! La fede deve produrre gioia, non sensi di colpa!
Grazie per avermi letto. Un caro abbraccio.
Luigi