Come è iniziato il mio cammino col progetto Gionata
Testimonianza di Tommaso, volontario di Gionata
Perché ho iniziato a tradurre per Gionata… il motivo è semplice, la storia più articolata. Alcuni anni fa mi trasferii in un paese del nord dell’Europa, dove risiedo tuttora. Ero stato sempre attratto da paesi e lingue estere. Inoltre, pur apprezzando per molti aspetti il mio Paese, non ero in sintonia con altri. Sulla fede, ero rimasto scottato dalle innumerevoli, troppe volte in cui ero stato invitato a “cambiare”, a “contenermi”. La trovavo una violenza gratuita, un privarmi di una parte essenziale dell’esistenza umana.
Pur aspirando a un rapporto di coppia stabile e fedele, mi veniva imposta una castità che non avevo mai scelto, in nome di una legge “naturale” o di altre motivazioni – mi rendo conto adesso – prive di fondamento.
Nel tempo, avevo smesso di frequentare gli ambienti cattolici, ma ero rimasto in contatto “con i piani alti” – con Dio, intendo – a livello personale. Rimaneva però dentro di me una parte irrisolta, non serena.
Nel mio paese di adozione un amico, sapendo che la fede era importante per me, mi consigliò di frequentare dei gruppi gay cattolici. Non ne avevo mai sentito parlare, così ascoltai il consiglio senza molta convinzione. Alcuni giorni dopo, tuttavia, in un momento di tranquillità, cercai su Google e trovai quasi subito il portale Gionata.
Lo divorai, leggendo tutte le sue sezioni. Fu come togliermi un mal di testa, come respirare di nuovo liberamente. Appresi che nel Vangelo in nessun passo Gesù condannava esplicitamente l’omosessualità e che in realtà parlava poco anche della sessualità stessa.
Se fosse stato un argomento così importante, non ne avrebbe parlato più approfonditamente? In compenso, ebbi conferma che in moltissimi passi condannava l’ipocrisia e promuoveva l’amore tra le persone, comandamento più importante fra tutti.
Scoprii che le mie convinzioni non erano assurde, ma al contrario, erano condivise da molti ragazzi e ragazze omosessuali. Grazie a Gionata venni a sapere che nella mia città di origine vi era un gruppo di ragazzi e ragazze omosessuali credenti, da circa vent’anni! In tanti anni di contatti con la Chiesa, nessuno me ne aveva parlato. Anche se ormai vivevo all’estero, entrai in contatto con loro.
Su Gionata una sezione invitava a non rimanere fermi e lo trovai un ottimo invito. Pertanto, per cercare di offrire ad altri quello che avevo ricevuto e che così bene mi aveva fatto, ho iniziato a tradurre articoli per Gionata.
Durante le traduzioni, ho conosciuto meglio altre realtà e argomenti: il transessualismo, l’HIV, i passi biblici usati in modo errato per condannare l’omosessualità, ecc. Adesso sono molto più sereno riguardo all’essere omosessuale. Lo ritengo una caratteristica come un’altra, sicuramente più difficile da vivere, ma solo per le diffidenze che la società ha ancora in merito, non per l’aspetto in sé. Ho scoperto anche lati belli dell’essere gay… spesso è presente una maggiore sensibilità, e anche creatività, per esempio. E, grazie all’essere gay, ho conosciuto molte persone belle “dentro”.
Soprattutto, ho capito che dovunque ci sia amore, stima, non c’e’ nulla di male, anzi… è una benedizione. E trovo ingiusto e improprio ridurre il Vangelo a una serie di regole e condanne, snaturando del tutto il messaggio principale. Che è, molto semplicemente, di amore e tolleranza.
Un affettuoso augurio a tutti i fratelli e sorelle di cammino.