Come è nata la preghiera online quotidiana dei cristiani LGBT e dei loro genitori
Riflessioni di Gianni Geraci
Era appena finita la prima settimana di marzo 2020 e tutti si stavano accorgendo che quella che sembrava essere arrivata da poco in Italia non era una “banale influenza“. I casi in Lombardia (di Covid 19), crescevano con un ritmo esponenziale e i morti iniziavano a diventare troppi. Il 9 marzo veniva chiusa la Lombardia e due giorni dopo si chiedeva a tutti gli italiani di restare a casa.
Il giorno dopo, nella chat WhatsApp dei Giovani del Guado, un gruppo nato un anno prima per accompagnare giovani omosessuali credenti di Milano e della Lombardia a vivere in maniera serena il rapporto tra la loro fede e la loro omosessualità, qualcuno ha iniziato a mandare messaggi per esprimere la sua preoccupazione per la “solitudine forzata” che le misure adottate dal governo, imponevano a molti.
Leggendo quei messaggi mi è venuto in mente un piccolo trucco che avevo adottato spesso per aiutare le persone a sentirsi meno sole con un orientamento sessuale che non avevano il coraggio di confidare a nessuno. Tutte le sere mandavo loro un sms con un versetto del Magnificat.
Con il tempo la cosa si è evoluta e si è trasformata in una vera e propria recita del Magnificat attraverso lo scambio di alcuni sms. Era un modo per ricordare a chi si sentiva solo che c’era comunque qualcuno che lo stava pensando: non tanto io che mandavo i messaggi, ma Dio che ci accompagna sempre con il suo sguardo e che ascolta sorridente le nostre preghiere.
Partendo da questa esperienza ho proposto di condividere il magnificat in chat scrivendo un versetto per ciascuno e Francesco Gagliardi, che con gli strumenti offerti dalla rete ha molta più familiarità di me, ci ha parlato della possibilità di fare la stessa cosa in videoconferenza su una stanza di Google Meet.
Gli appuntamenti giornalieri erano due: il mattino per la recita delle lodi e la sera per la recita della compieta che, nel giro di poche settimane era diventata troppo breve per poter essere recitata da tutti (alla recita per cori alternati, impraticabile in videoconferenza, avevamo infatti sostituito la recita di un versetto per ciascuno secondo un ordine prestabilito). Abbiamo così deciso di aggiungere altri testi e di trasformarla in una “compietona“.
Fare questo, però, comportava la necessità i preparare delle brevi tracce da condividere durante la recita. Della cosa si è occupata una piccola “redazione” che aveva il compito di scegliere i testi da recitare. Quei testi sono diventati, con il passare delle settimane, dei foglietti di otto facciate che spesso ci venivano poi richiesti per la preghiera personale.
E così, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana e mese dopo mese, ci siamo ritrovati con una vera e propria piccola biblioteca di incontri di preghiera che poteva essere condivisa con tutti.
Nel frattempo i nostri “compagni di strada” sono diventati tanti: ai gay credenti si sono aggiunti i loro genitori, i loro amici, i pastori e gli operatori pastorali che loro conoscono e, in alcuni casi, addirittura dei vescovi.
Questo ci ha spinti a chiamare questa esperienza La casa di Cornelio, dal nome del centurione romano da cui Pietro viene mandato quando si reca a Giaffa.
E adesso abbiamo deciso di mettere a disposizione di tutti i foglietti che ci hanno aiutato a pregare nel corso dell’anno che è appena trascorso. Lo facciamo attraverso il portale Gionata.org che è stato lo strumento che ha permesso a tantissime persene di conoscere e di vivere in prima persona questa esperienza.
Buona lettura allora… E buona preghiera.
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