Come è stata considerata l’omosessualità nel corso dei secoli
Intervista allo scrittore e giornalista Jean-Claude Guillebaud* pubblicata nel dossier “L’Eglise et homosexualitè” (Chiesa e omosessualità) del quotidiano cattolico La Croix (Francia) il 21 aprile 2018, pag.8, liberamente tradotta da Giacomo Tessaro
L’Antichità greco-romana era così liberale, verso le relazioni omosessuali, come la si dipinge?
Jean-Claude Guillebaud: I criteri morali con cui l’Antichità giudicava gli atti omosessuali dipendevano dallo status sociale (uomo libero o schiavo) e dal ruolo (attivo o passivo): per un uomo libero, avere rapporti passivi con uno schiavo era un segno della peggiore decadenza. Parallelamente, la civiltà greca accettava relazioni pedagogiche tra un adulto e un adolescente che includevano l’iniziazione omosessuale dell’allievo da parte del maestro. Questa è una tradizione antica, che troviamo anche in altri continenti e che è stata proscritta dagli Ebrei, i quali, per preservare la propria identità in mezzo a popoli nemici, dovevano respingerla. A partire dal III secolo il cristianesimo, che si sta imponendo, riprende la proibizione biblica, come si può vedere nel Breviarium Alaricianum (506) per l’Impero d’Occidente e nel Codice di Giustiniano (533) per l’Impero d’Oriente. La repressione degli atti omosessuali rimarrà in vigore fino a molto dopo l’anno mille, ma non sarà sempre applicata.
Nel Medioevo, come reagiva la Chiesa di fronte agli atti omosessuali?
Jean-Claude Guillebaud: I manuali dei confessori, che codificavano il perdono per i peccatori e permettevano di reintegrarli nella Chiesa, offrivano un’ampia gradazione di penitenze, a seconda che gli atti omosessuali fossero stati compiuti prima o dopo i vent’anni d’età. Le legge civile poteva prevedere la pena capitale per i “sodomiti”, ma nei fatti era poco applicata. A partire dal XIII secolo, con il concetto di legge naturale (per Tommaso d’Aquino la sodomia è “contro natura”, in quanto non conduce alla procreazione), l’opinione pubblica si fa sempre più ostile ai costumi omosessuali. Nel XIV secolo, poi, a seguito della carestia e della grande epidemia di peste, si cercano dei capri espiatori. Nel Regno di Francia tra il 1317 e il 1789 si contano 73 processi di sodomia, con 38 esecuzioni capitali e 10 condanne alla galera: veramente pochi, se confrontati con il numero di streghe e di eretici giustiziati nel medesimo periodo. Infatti, possiamo constatare una discrepanza tra la severità delle leggi e l’applicazione delle pene: i giudici si mostrano prudenti e le autorità spirituali si preoccupano della misericordia.
Con l’Illuminismo, poi con la Rivoluzione Francese, cambia qualcosa?
Jean-Claude Guillebaud: Nel suo Dizionario filosofico (1764) Voltaire si rivela omofobo, in quanto considera gli amori tra uomini una “turpitudine”, con una virulenza tanto più curiosa se pensiamo che le élites del XVIII secolo sono scarsamente severe in materia; del resto, i rivoluzionari sopprimono tutte le leggi sugli atti omosessuali dell’Ancien Régime. Nel Codice Civile del 1804 (uno dei principali redattori del quale, Cambacérès, era omosessuale) non c’è nessun articolo che punisca gli atti omosessuali tra adulti consenzienti: solo la pederastia è sanzionata. La Francia diviene così l’unico Paese d’Europa a non condannare più l’omosessualità. Ma con l’avvento del puritanesimo, in concomitanza con il decollo del capitalismo, si instaura un arsenale repressivo. Il termine “omosessualità” è coniato nel 1869, poi utilizzato dal dottor Krafft-Ebing nella sua opera Psychopathia sexualis (1887), in cui classifica gli omosessuali tra i malati affetti da ”inversione”. Come ha scritto Michel Foucault, questa è l’epoca in cui la psichiatria tenta di circoscrivere il personaggio dell”omosessuale” e la medicina tenta di sradicare il “vizio” con l’elettroshock, la lobotomia, i trattamenti chimici… Questa concezione di orientamento sessuale patologico rimane dominante fino agli anni 1970.
In generale, la Chiesa Cattolica si è allineata ai modelli culturali e sociali [dominanti] per quanto riguarda l’omosessualità?
Jean-Claude Guillebaud: In Europa occidentale la Chiesa si è spesso mostrata meno repressiva della società laica su queste tematiche. Per quanto riguarda l’omosessualità tra il clero e i religiosi, ci sono stati dei periodi in cui è stata severamente repressa. Secondo gli studi sull’omosessualità in vari contesti culturali, non si può dire che i periodi di severa repressione abbiano coinciso con una diminuzione degli atti omosessuali, né, al contrario, che un certo liberalismo legislativo contribuisca a un loro aumento. È certo che l’omosessualità ha attraversato tutte le epoche e tutte le culture, ed è incontestabile che nessuna civiltà e nessun periodo storico l’ha valorizzata in quanto tale.
* Jean-Claude Guillebaud (Algeri, 1944), già giornalista di «Le Monde», è stato direttore editoriale della casa editrice Seuil. Tra i numerosi libri pubblicati ricordiamo La trahison des Lumières (Premio Jean-Jacques Rousseau), Le principe d’humanité, La refondation du monde e, recentemente edito in italia, “Come sono ridiventato cristiano (ed. Lindau, 2018). Nel suo saggio La Tyrannie du plaisir (La tirannia del piacere, Seuil, 1998) si è occupato dell’evoluzione dell’omosessualità nei secoli.
Testo originale: « L’Église a souvent été moins répressive que la société »