Com’è essere omosessuali e insegnanti di religione cattolica?
Email inviataci da Marco, insegnante di religione*
Com’è essere omosessuali e insegnanti di religione cattolica? Me lo chiedo spesso e riconosco che, nel tempo, sono cambiato.
Mi sono sempre sentito portato per l’educazione e lavorare come insegnante di religione mi ha dato l’opportunità di impegnarmi concretamente non soltanto come testimone del Vangelo ma anche come formatore degli alunni e delle alunne di uno degli aspetti più interessanti della storia e della civiltà: la cultura religiosa.
Nei primi anni della mia attività lavorativa temevo molto per me e il mio lavoro, ero infatti preoccupato di non essere ben accolto come gay e docente di religione dalle persone con cui venivo a contatto nel mio lavoro e soprattutto dalla diocesi. Temevo infatti di poter perdere l’idoneità diocesana all’insegnamento della religione. Ogni insegnante di religione si impegna a non diffondere, nel proprio insegnamento, elementi contrari alla dottrina cattolica e a non contrastare pubblicamente gli insegnamenti ufficiali del Magistero. Mi consigliavano perciò di essere discreto nel mio lavoro, di non aprire mai certi argomenti con i miei studenti e soprattutto a evitare di fare accenni alla mia vita privata nelle ore lavorative. Se avessi fatto il mio coming out sul posto di lavoro, la curia avrebbe visto con sospetto me stesso e la mia attività di insegnante. Sentivo il bisogno di confrontarmi con altri colleghi e colleghe, specialmente altri/e docenti di religione, che vivessero la mia stessa situazione, che avessero i miei dubbi e le mie domande.
In questi anni di lavoro, anche grazie ai gruppi di cristiani LGBT+ ho conosciuto molte persone, anche diversi sacerdoti, con cui ho condiviso bei momenti di confronto e reciproco arricchimento. Ho conosciuto anche moltissimi colleghi e colleghe che vivono la mia stessa situazione. Sono venuto a contatto anche con tanti docenti eterosessuali che stavano maturando un approccio più inclusivo e aperto al dialogo sulle tematiche riguardanti il rapporto tra fede e omosessualità. Ho imparato che ero pieno di paura: paura di non essere accettato, paura di perdere il posto di lavoro. La consapevolezza di essere un dono di Dio per gli altri, di avere delle qualità e delle competenze da mettere a servizio della scuola mi ha convinto che la paura non aveva ragion d’essere.
Vorrei perciò inviare a chi leggerà queste parole un messaggio di speranza di fiducia, a non sentirsi soli e schiacciati dalle proprie paure. Un invito a vivere da risorti! Non è più pensabile di avere paura per quello che si è! Comprendo però che tante colleghe e colleghi vivano nel timore di subire delle conseguenze negative per il proprio lavoro, soprattutto da parte delle diocesi. Credo che la nostra testimonianza di vita possa contribuire a superare quel pregiudizio che molti, anche le curie, potrebbero avere nei nostri confronti. Coraggio: non siamo mai soli! Se siamo uniti nel Signore potremo essere lievito per il Regno che viene
A tutti auguro una vita piena e senza paure!
* “La verità vi farà liberi” ci ricorda il Vangelo, perché ciò di cui non si parla non esiste, crea ipocrisia e genera mostri. Ecco perché su gionata.org abbiamo deciso di raccontare il tema dell’omosessualità attraverso gli occhi e le esperienze degli insegnanti di religione cattolica (idr). Vogliamo raccontare storie, riflessioni ed esperienze vissute dagli insegnanti di religione e che oggi ancora non possono essere discusse, affrontate e condivise a viso aperto nella chiesa cattolica, altrimenti si rischia sanzioni e lo stesso posto di lavoro. Allora abbiamo deciso di dare parola a loro, perché la nostra chiesa cattolica cominci a fare i conti con una realtà che continua a non voler vedere. Leggi le loro storie sulla pagina “L’ora di religione” e se vuoi aggiungi il tuo contributo, anche anonimo, scrivendoci a gionatanews@gmail.com Accetti il nostro invito? @tendadigionata