Come far sentire benvenuti gay, lesbiche e le loro famiglie nella vostra parrocchia
Documento pubblicato sul sito cattolico dei Missionari del Preziosissimo Sangue – provincia di Kansas City (Stati Uniti)*, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
“La Precious Blood LGBT Ministry” (Ministero Pastorale LGBT del Preziosissimo Sangue) è composta da laici e membri di varie comunità cattoliche dei Missionari del Preziosissimo Sangue. Fondata all’interno di una linea di voci profetiche e guidata dall’esempio inclusivo di Gesù, sono chiamati a essere guaritori compassionevoli e presenza datrice di vita per un mondo alienato e disconnesso.
Vogliamo portare un amore radicale al mondo attraverso il servizio alle persone lesbiche, gay, bisex e trans (LGBT) mirante al cambiamento delle istituzioni oppressive. In questo spirito, il nostro ministero è stato fondato per aiutare il dialogo e mantenere le relazioni, a beneficio delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender.
Motivati dalla vocazione evangelica alla giustizia, radicati in una spiritualità della riconciliazione, noi seguiamo l’esempio inclusivo di Gesù assicurando alle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender un posto alla mensa”*.
Alcune strategie per far sentire a casa loro le persone gay e lesbiche e le loro famiglie
Rompere il silenzio. Nel documento “Always Our Children” [Sono sempre nostri figli] gli autori scrivono: “Quando parlate in pubblico, usate le parole ‘omosessuale’, ‘gay’ e ‘lesbica’ in modo onesto e accurato”. L’utilizzo di queste parole da parte di persone con responsabilità pastorali dà ad altri il “permesso” di parlare dell’amore gay e lesbico e di argomenti correlati. Ponete all’entrata della chiesa, o in altri ambienti parrocchiali, documenti del genere di “Always Our Children”. Fate sì che siano disponibili foglietti e dépliant riguardanti associazioni diocesane autorizzate per gay e lesbiche. Affiggete foglietti informativi sulle attività e gli eventi promossi da queste associazioni.
.Assicurare l’ospitalità a tutti. Quanto è ospitale la vostra parrocchia, per tutti e ciascuno? Se i vostri parrocchiani non si sentono accolti, certamente non si sentirà accolto chi sta ai margini della Chiesa.
Trattare tutti i gruppi allo stesso modo. In che modo la vostra parrocchia tratta gli altri gruppi? I divorziati e i separati, i divorziati che si sono risposati senza annullamento, le coppie eterosessuali non sposate e conviventi, giovani e anziane, le persone con coniugi non cattolici? Le persone gay e lesbiche, single o in coppia, e le loro famiglie vengono trattate come gli altri o si sentono emarginate dalla Chiesa? Ci sono due pesi e due misure?
Ascoltare. Cercate di comprendere le critiche. Fate discernimento tra la mancanza di informazioni (che richiede istruzione) e la credenza irrazionale (che richiede un cambiamento di cuore). Fate uno sforzo supplementare per ascoltare chi crede di non essere ascoltato.
Pregare. Recitate preghiere che riguardano ingiustizie, crimini dettati dall’odio e altri atti di intolleranza verso gay e lesbiche. Fate sì che le preghiere settimanali dei fedeli siano più ampie e inclusive (per esempio, pregando per tutte le relazioni che vivono momenti difficili e incerti). Quando pregate per la giustizia, includete le persone gay e lesbiche, l’omofobia e altre questioni correlate nel contesto giusto.
Suggerimenti sulle omelie. Mentre state preparando un’omelia, ampliatela in modo da fare riferimento alle questioni che state discutendo. Per esempio, nei riferimenti all’ingiustizia includete i danni della discriminazione basata sull’orientamento sessuale. Quando parlate degli individui emarginati e alienati, fate riferimento a gay e lesbiche, oltre che ad altri gruppi. Quando fate riferimento ai coniugi o alle famiglie, usate termini come “persona amata” o “nucleo famigliare”. Questo farà sentire incluse e accolte altre categorie come coppie di fidanzati, buoni amici etc.
Non fare confusione tra le questioni.Concentratevi sull’obiettivo inclusione e non fatevi distrarre da altre questioni.
Essere pazienti. Non potete sapere chi è lesbica o gay, o chi è la sua persona amata. La cosa importante è ricordare di essere sempre sensibili a tale possibilità. Bisogna capire che non importa quanto sembri insignificante uno sforzo, quante poche persone sembri aver raggiunte o quanto poche siano le risposte, non potete sapere quanto i vostri sforzi abbiano toccato gli individui e quanto faranno la differenza.
Cose utili da sapere per svolgere il proprio ministero con le persone omosessuali e le loro famiglie
- Il ministero pastorale si svolge tra le persone; non avete a che fare con concetti astratti.
- Anche se solo il 3% della popolazione è omosessuale, in una diocesi di 350.000 cattolici vi sono più di 10.000 cattolici gay e cattoliche lesbiche. Probabilmente fate già pastorale con gay, lesbiche e le loro famiglie, anche senza saperlo.
- Avere un orientamento omosessuale (o eterosessuale) non costituisce peccato. “Tale orientamento, non essendo liberamente scelto, non è in sé peccaminoso” (Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, “Human Sexuality” [La sessualità umana], 1991, p. 55).
- “La sessualità umana, una dimensione costitutiva del bisogno umano di amare ed essere amato, è un dono di Dio” (“Human Sexuality” [La sessualità umana], p. 13). “L’identità sessuale concorre a definire l’unicità della persona, e una delle componenti della nostra identità sessuale è l’orientamento sessuale” (Comitato della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti sul Matrimonio e la Famiglia, “Always Our Children”, p. 7).
- “Le prove scientifiche non dimostrano che la terapia che cerca di cambiare l’orientamento sessuale funziona… essa può fare più male che bene” (Associazione Psicologica Americana, “Answers to your Questions About Sexual Orientation and Homosexuality” [Risposte alle vostre domande sull’orientamento sessuale e l’omosessualità], senza data).
- “Come le persone eterosessuali, gli uomini e le donne omosessuali sono chiamate a testimoniare la castità evitando, con la grazia di Dio, i comportamenti sbagliati per loro, proprio come le relazioni sessuali al di fuori del matrimonio sono sbagliate per gli uomini e le donne eterosessuali” (Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, “To Live in Christ Jesus” [Vivere in Cristo Gesù], 1976, #52).
- “Di fatto in un caso determinato possono essere esistite nel passato e possono tuttora sussistere circostanze tali da ridurre o addirittura da togliere la colpevolezza del singolo” (Congregazione per la Dottrina della Fede, “Lettera sulla cura pastorale delle persone omosessuali”, § 11). “L’imputabilità e la responsabilità di un’azione possono essere sminuite o annullate dall’ignoranza, dall’inavvertenza, dalla violenza, dal timore, dalle abitudini, dagli affetti smodati e da altri fattori psichici oppure sociali” (Catechismo, § 1735).
- “Anche se possiamo giudicare che un atto è in sé una colpa grave, dobbiamo però lasciare il giudizio sulle persone alla giustizia e alla misericordia di Dio” (Catechismo, § 1861). “L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore” (1 Samuele 16:7).
- “L’essere umano deve sempre obbedire al giudizio certo della propria coscienza. Se agisse deliberatamente contro tale giudizio, si condannerebbe da sé” (Catechismo, § 1790).
- “Le persone omosessuali non dovrebbero soffrire a causa dei pregiudizi contro i loro diritti umani basilari. Hanno diritto al rispetto, all’amicizia e alla giustizia. Dovrebbero avere un ruolo attivo nella comunità cristiana” (“To Live in Christ Jesus” [Vivere in Cristo Gesù], § 52; “Human Sexuality”, p.55).
- Ecco la definizione di castità data dal Catechismo della Chiesa Cattolica, § 2337: “La castità esprime la positiva integrazione della sessualità nella persona e conseguentemente l’unità interiore dell’uomo [e della donna] nel suo essere corporeo e spirituale”..
Riflessioni teologiche contemporanee sull’omosessualità.
John McNeill: Attraverso le lenti dell’interpretazione scritturale e dell’intuizione psicologica, McNeill argomenta che, in giustizia, la Chiesa dovrebbe abbandonare la sua tradizionale opposizione alle relazioni lesbiche e gay impegnate e sessualmente attive. McNeill propone: “Nel giudicare il comportamento sessuale di un autentico omosessuale dovremmo applicare le stesse norme morali che applichiamo solitamente all’attività eterosessuale”. Inoltre, argomenta che “esiste la possibilità che le relazioni omosessuali siano moralmente buone e che l’amore che unisce i partner di tali relazioni, lungi dall’alienarli da Dio, ma possa unirli ancora più strettamente”.
Charles Curran: Curran argomenta che la Chiesa non dovrebbe disapprovare dal punto di vista morale le relazioni sessuali amorevoli e impegnate tra due persone dello stesso sesso. Vede questo come una posizione di compromesso, dato che considera l’orientamento eterosessuale l’ideale per gli esseri umani. La Chiesa, in ogni caso, dovrebbe permetterle a chi non rientra nella norma eterosessuale. Curran ha anche fatto notare come l’elemento procreativo del matrimonio sia stato eroso dal magistero stesso della Chiesa. Permettendo i metodi di pianificazione famigliare naturale nella Humanae Vitae, la Chiesa non ha più ritenuto che la procreazione fosse un requisito indispensabile per ogni attività sessuale. Permettendo alle coppie eterosessuali di regolare l’attività sessuale con il ciclo della fertilità, il magistero cattolico ha nei fatti riconosciuto che l’elemento riproduttivo non è così importante come era in passato.
Rosemary Radford Ruether: Attraverso l’analisi femminista Ruether fa notare come l’idea di complementarietà, fondamentale per l’insegnamento della Chiesa su matrimonio e sessualità, si basi sull’idea che uomini e donne abbiano “essenze” distinte e che abbisognino l’uno dell’altra per completarsi. La complementarietà “richiede la continua dipendenza e il sottosviluppo delle donne per convalidare la tesi che in natura esistano due tipi di personalità, il maschio e la femmina, e che ognuno di essi sia espressione parziale di un tutto più grande. Tale visione non permette né agli uomini né alle donne di essere persone complete, in grado di sviluppare sia il lato attivo che quello affettivo”.
Suor Margaret Farley, RSM: Farley osserva che l’insegnamento della Chiesa sulla sessualità si basa su una morale centrata sull’atto (ovvero su quanto si giudica buono o cattivo in un’attività) e propone che la Chiesa adotti una morale centrata sulla relazione (ovvero, quanto viene giudicato buono o cattivo è la qualità della relazione tra persone). Principii come il libero consenso dei partner, l’uguaglianza tra i partner, il senso di responsabilità e di stabilità, sostiene Farley, forniscono una base più solida per valutare il buono di una relazione dell’insegnamento corrente della Chiesa con la sua fortissima enfasi sul dato biologico.
Patricia Beattie Jung: Da una prospettiva femminista, Jung nota che la visione magisteriale dell’intima connessione tra attività sessuale e procreazione prende in considerazione solamente la biologia del maschio. Inoltre, argomenta che il cambiamento nei ruoli di genere che è in atto nella società e nella Chiesa deve essere tenuto in conto quando si discute di morale sessuale. La reciprocità, piuttosto che la complementarietà, sottolinea l’uguaglianza tra i partner, ognuno dei quali condivide i doni che ha ricevuto in quanto individuo.
Monsignor Geoffrey Robinson: Robinson pone due domande cruciali: 1) Perché i peccati sessuali vengono considerati offese dirette a Dio e non alle persone? 2) Perché la morale sessuale della Chiesa trova così pochi appigli biblici, in particolare neotestamentari? Robinson propone che la Chiesa sviluppi una nuova etica sessuale tratta dai Vangeli, in riferimento ai principii che Gesù ha insegnato sul trattamento da riservare al prossimo.
Breve cronologia del magistero cattolico sull’omosessualità nella chiesa cattolica
1975: Dichiarazione sull’etica sessuale (Persona Humana).
– Riconoscimento dell’omosessualità come parte del fenomeno costitutivo della persona, non come attività;
– Riconoscimento della neutralità morale dell’orientamento omosessuale;
– Consapevolezza che l’omosessualità emerge per via di un “istinto innato”.
1976-1986: Nei documenti provenienti dalle conferenze episcopali nazionali e regionali, nelle lettere pastorali diocesane e nei piani pastorali possiamo vedere svilupparsi nuove aree del magistero della Chiesa: l’invito al ministero pastorale per le persone lesbiche e gay, la difesa dei loro diritti civili e umani e la condanna degli atteggiamenti e dei comportamenti pregiudiziali e discriminatori verso le persone omosessuali.
1986: Lettera ai vescovi sulla cura pastorale delle persone omosessuali.
– Definizione dell’orientamento omosessuale come “disordine oggettivo”;
– Avvertenza sul fatto che la Dichiarazione del 1975 era stata interpretata in modo troppo aperto;
– Affermazione secondo la quale la cura pastorale per le persone gay lesbiche e gay deve essere incoraggiata;
– Condanna degli atteggiamenti e dei comportamenti pregiudiziali e discriminatori.
1992: Il Vaticano rende pubblica la sua “Istruzione ai vescovi”, chiedendo loro di essere cauti nel loro sostegno dei diritti civili per le persone lesbiche e gay.
1986-1997: Sviluppo della pastorale per le persone lesbiche e gay nelle diocesi e nelle parrocchie statunitensi. I vescovi degli Stati Uniti confermano il loro precedente magistero sulla bontà delle persone lesbiche e gay.
1997: Il Comitato della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti sul Matrimonio e la Famiglia pubblica “Always Our Children”.
– Consapevolezza che la discussione pastorale delle tematiche lesbiche e gay deve includere i genitori e i famigliari;
– Incoraggiare l’accettazione, da parte dei genitori, delle figlie lesbiche e dei figli gay;
– Riconoscimento che attraverso le emozioni si fa sentire la voce di Dio;
– Messaggio alle persone lesbiche e gay: “In voi viene rivelato l’amore di Dio”;
– Incoraggiamento allo sviluppo della pastorale diocesana e parrocchiale.
1998: Il Vaticano approva “Always Our Children” dopo aver fatto sette cambiamenti al testo.
2003: Il documento vaticano “Considerations Regarding Proposals to Give Legal Recognition to Unions Between Homosexual Persons” [Considerazioni sulle proposte per fornire riconoscimento legale alle unioni tra persone omosessuali] denuncia l’approvazione sociale e legale del matrimonio omosessuale.
2005: “Istruzione” vaticana ai vescovi: si chiede loro di essere cauti nell’accettare uomini dall’orientamento omosessuale nei seminari e si mette in guardia dall’identificare la Chiesa con la “subcultura gay”.
2006: La Conferenza Episcopale degli Stati Uniti pubblica “Ministry to Person with a Homosexual Inclination: Guidelines for Pastoral Care” [La pastorale per le persone con inclinazione omosessuale: linee guida per la cura pastorale].
– La spiegazione ufficiale più completa dell’espressione “disordine oggettivo”;
– I vescovi statunitensi abbandonano il termine “orientamento”;
– Si mette in guardia contro l’identificazione con la “subcultura gay”;
– Incoraggiamento del dialogo sul tema dell’omosessualità;
– Invito a elaborare procedure per le proteste contro le discriminazioni anti-gay.
.Glossario
Orientamento sessuale: Predominante e durevole attrazione emotiva, romantica, sessuale e affettiva per le persone di un genere o di ambedue i generi.
Orientamento omosessuale: Orientamento sessuale per le persone dello stesso genere della persona che sperimenta l’orientamento.
Orientamento eterosessuale: Orientamento sessuale per le persone il cui genere è diverso da quello della persona che sperimenta l’attrazione.
Orientamento bisessuale: Orientamento sessuale per le persone di ambedue i generi, non necessariamente nello stesso momento. Un’altra definizione è orientamento sessuale indipendente dal genere.
Asessuale: Aggettivo che descrive le persone che non provano nessuna attrazione sessuale, per nessun genere.
Gay: Aggettivo che descrive l’orientamento omosessuale o le persone, le idee e le cose associate all’orientamento omosessuale. In inglese americano è utilizzato per lo più per descrivere i maschi con orientamento omosessuale, tuttavia è talvolta utilizzato per descrivere sia i maschi che le femmine.
Lesbica: Aggettivo che descrive le donne con orientamento omosessuale, le idee e le cose associate ad esse. Viene talvolta utilizzato come sostantivo.
Etero: Aggettivo che descrive l’orientamento eterosessuale o le persone, le idee e le cose associate all’orientamento eterosessuale. Viene considerato un termine colloquiale, ma viene talvolta utilizzato in ambiti professionali.
Transgender: Termine generico utilizzato per descrivere le persone la cui identità di genere (il sentirsi maschio o femmina) o espressione di genere (il modo in cui manifestano quella identità di fronte a se stessi o agli altri) è diversa da quella normalmente associata al loro sesso di nascita. Le persone transgender possono scegliere di vestirsi, comportarsi e presentarsi come uno specifico genere, continuativamente o per periodi limitati.
Transessuale: Persona transgender che desidera vivere continuativamente come membro del genere opposto al sesso di nascita. Alcuni di essi affrontano un’alterazione biologica (terapia ormonale, chirurgia) per armonizzare il più possibile i loro corpi con il genere di loro scelta.
Travestito: Persona che indossa regolarmente abiti del genere opposto. Varie sono le motivazioni di questo atto: esprimere sentimenti transgender, il divertimento e la presa in giro di se stessi e/o degli altri, il conforto emotivo, l’eccitamento sessuale. La maggior parte di essi è costituita da uomini biologici sessualmente attratti dalle donne.
Omofobia: Forma di bigottismo. Atteggiamento, giudizio o valutazione negativa delle persone lesbiche e gay; ostilità o disgusto per le persone lesbiche e gay basati sul loro orientamento omosessuale. Può basarsi sulla paura, ma anche su altro.
Omofobia interiorizzata: Omofobia provata dalle persone gay e lesbiche stesse, interiorizzata a causa di una cultura che stigmatizza le persone lesbiche e gay. Odio per se stessi in risposta al proprio orientamento omosessuale.
Eterosessismo: Ideologia che nega, denigra e stigmatizza ogni forma di comportamento, relazione o identità non eterosessuale.
Intersex: Aggettivo che descrive le persone il cui sesso biologico non può essere classificato né come maschile né come femminile. Tale indeterminatezza può essere il risultato di essere nati sia con i genitali maschili che con quelli femminili, o con caratteristiche genitali sia maschili che femminili, o con genitali ambigui.
Queer: Aggettivo che nei decenni passati era utilizzato quasi sempre in senso dispregiativo, ma che oggi è talvolta utilizzato per descrivere qualsiasi persona il cui genere o la cui sessualità non si conforma al sesso biologico o alla norma eterosessuale.
* I Missionari del Preziosissimo Sangue (in latino Congregatio Missionariorum Pretiosissimi Sanguinis) sono una società di vita apostolica di diritto pontificio. Si dedicano alla propagazione del culto al Preziosissimo Sangue di Gesù, alla predicazione di missioni e ritiri, all’opera di evangelizzazione, al ministero parrocchiale e all’istruzione della gioventù. La società in tutto il mondo è composta da sette province, nove vicariati e missioni. In Nord America ci sono tre province: Kansas City e Cincinnati negli Stati Uniti, e la Provincia Atlantico in Canada, con oltre 250 sacerdoti e fratelli tra le tre province. Parte integrante della Provincia di Kansas City i gruppi laicali dei Compagni del Preziosissimo Sangue e i Volontari del Preziosissimo Sangue che ne condividono la spiritualità, seguendo l’esempio del Fondatore San Gaspare del Bufalo.
** Testo tratto dal sito ufficiale dei Missionari del Preziosissimo Sangue della provincia di Kansas City che spiega cosa è il loro LGBT Ministry.
Testo originale: Strategies for Making Gay and Lesbian People and Their Families Feel Welcome in Your Parish