Il comig out di un fratello visto da sua sorella
Testo di Mary Ellen e Casimer Lopata tratto da loro libro Fortunate Families: Catholic Families with Lesbian Daughters and Gay Sons (Famiglie fortunate: famiglie cattoliche con figlie lesbiche e figli gay),Trafford Publishing, 2003, capitolo 5, pp.35-37, libera traduzione di Diana
Linda è più giovane di Jim di due anni e mezzo. Con l’intuizione e l’umorismo che sopraggiungono col passare del tempo, abbiamo guardato indietro ai primi anni ’80 e concordo con lei che era un’adolescente “stimolante”. Spesso al limite di quanto vorrebbero la maggior parte dei genitori, ma proprio perché era fatta così, avevo fiducia che avrebbe accolto bene la notizia dell’omosessualità di suo fratello Jim. Ecco la sua storia:
Avevo la memoria annebbiata su come Jim avesse fatto il suo coming out con me, tuttavia ricordo chiaramente i miei sentimenti. Jim aveva lasciato molti segnali che io opportunamente avevo ignorato. Per esempio, immaginavo che Jim volesse andare nei bar per gay, perché era aperto a stili di vita alternativi. La cognizione che lui fosse alternativo (qualsiasi cosa significhi) non emerse finché non mi disse che era gay in macchina, che era piena di miei amici. Questa dichiarazione fu seguita da un silenzio imbarazzato per il resto del viaggio. Mi ricordo di averne discusso al ritorno a casa. Mi ricordo di aver improvvisamente pensato che ero convinta che non fosse una brutta cosa essere gay, sebbene avessi incassato il colpo. Comunque pensavo soprattutto a mio fratello come a un essere sessuale. Ricordo che gli dissi: “Ma Jim pensavo volessi farti prete!”.
All’epoca l’ironia era morta in me, una conseguenza dell’essere cresciuta in una parrocchia cattolica liberale. Mi pareva più sicuro e comodo pensare a Jim come celibe.
Penso che all’epoca Jim mi desse maggior fiducia di quanto meritassi. Credo pensasse che la sua “equilibrata” sorella minore avrebbe saputo subito tutto su cosa significasse essere gay. Penso che l’alta opinione di Jim su di me mi aiutasse. Quando lui ritornò al college mi sentii isolata a gestire la mia perdita…non perdita, ma angoscia. Non mi sono mai sentita come se avessi perso Jim, dal momento che non avevo le stereotipate speranze genitoriali da sogno americano per Jim.
Tuttavia mi sentivo addolorata dal fatto che sapevo sarebbe stata una strada dura per lui e che significava cambiamenti anche per me. Non potevo più guardare da un’altra parte, quando la gente casualmente o con malizia faceva commenti ingiuriosi sui gay. Rimasi scioccata rendendomi conto di quanto spesso accadesse. Ci vollero anni prima che mi sentissi a mio agio a parlare e a far capire alle persone di come mi sentivo per questi commenti.
Quando Jim fece il suo coming out mi ero imposta di non dirlo a nessuno della mia famiglia. Ora vorrei aver avuto una buona cerchia di amici con cui avrei potuto condividere la mia angoscia e le mie preoccupazioni. Cercavo disperatamente di adattarmi e di essere calma al college, così non avrei corso il rischio di aprirmi su mio fratello. Ironicamente uno degli amici che erano in macchina quella sera, provò una simile emozione quando due dei suoi fratelli fecero coming out più avanti quell’anno. Sfortunatamente all’epoca avevamo scelto strade differenti, altrimenti avremmo potuto esserci di aiuto vicendevole.
Negli anni ho acquistato fiducia in me stessa, essere completamente aperta e mio fratello Jim è diventata la mia seconda natura e attraverso lui ho imparato ad educare le altre persone al rispetto verso gli omosessuali. Penso che il suo orientamento sessuale mi abbia aiutato ad saperne di più e a essere più a mio agio con la mia sessualità. Certamente ha acuito il mio interesse per gli studi sul genere. Dopo tutto, viviamo entrambi in una cultura che è molto più accogliente se non agiamo sui nostri desideri sessuali.
Ho sempre saputo che la sessualità di Jim non lo definisce, ma è solo parte di un meraviglioso pacchetto. Egli è sempre stato il mio fratello maggiore ed è una persona veramente unica. Il suo essere omosessuale è “la ciliegina sulla torta”. Voglio dire che l’omosessualità di Jim porta una differenza nella mia vita che altrimenti non ci sarebbe. Questa esperienza mi ha aiutata a capire la discriminazione e l’oppressione più profondamente di prima. Mi ha reso una persona migliore.
Sono grata a Jim che è mio fratello e lo zio dei miei figli. La sua presenza nelle loro vite modella la normalità di una persona gay e mostra in modo diverso la bontà di ogni persona. È rassicurante sapere che Jim e il resto della nostra famiglia aiuteranno i miei figli a capire, affrontare e agire positivamente per contribuire a far cessare il comportamento insensibile e dannoso verso gli omosessuali, sia che siano loro o degli altri.