Come la pastorale parrocchiale con le persone LGBT cambia il nostro modo di essere chiesa?
Articolo di Robert Shine* pubblicato sul sito dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 20 novembre 2018, liberamente tradotto da Innocenzo Pontillo
Spesso non fa notizia, ma la pastorale delle parrocchie con le persone LGBT è uno dei cammini con cui i cattolici riscoprono una chiesa inclusiva e giusta. Una scrittrice ha raccontato recentemente come questa pastorale l’abbia aiutata a diventare cattolica. La sua storia dovrebbe incoraggiare i cattolici, che sostengono l’accoglienza delle persone LGBT, a continuare nel loro cammino.
La scrittrice Caitlin Weaver ha scritto sull’Huffington Post (edizione degli Stati Uniti) della sua esperienza di conversione al cattolicesimo, avvenuta dopo aver incontrato una parrocchia cattolica inclusiva con le persone LGBT. Il marito di Weaver è cattolico e quando vivevano a New York frequentavano una parrocchia inclusiva. Ma dopo essersi trasferiti ad Atlanta, non pensavano di trovare una chiesa cattolica che accettasse le persone LGBT, finché un giorno lei e suo marito andarono alla sfilata del Pride della loro città:
“Ed lì trovai i membri del Santuario cattolico dell’Immacolata Concezione (Shrine of the Immaculate Conception), una parrocchia cattolica di Atlanta, che sventolavano il loro striscioni e sorridevano. Abbiamo avuto con loro una chiacchierata calda e potente, ci hanno regalato magneti da frigo, magliette e ci hanno fatto promettere di partecipare alla loro messa il giorno dopo. La chiesa, infatti, era a soli 2 miglia da casa nostra”.
“La mattina dopo parcheggiammo in una strada deserta, in un quartiere del centro noto soprattutto per i rifugi per senzatetto e per gli edifici governativi decrepiti. La chiesa saliva orgogliosamente verso l’alto, nel bel mezzo di questo decrepito quartiere. Eppure appena entrati in chiesa ci trovammo in un luogo affollato, pieno di gente che chiacchierava, che non smetteva di abbracciarsi e salutarsi. Quasi la metà della congregazione indossava magliette arcobaleno con il nome della chiesa. Nel Sud degli Stati Uniti, era il gruppo di persone più vario che avessi mai visto. C’erano persone di ogni razza, giovani e vecchi, gay e etero. Il nostro banco da solo sembrava un vagone della metropolitana di New York City (tranne che qui non c’era l’onnipresente cattivo odore dei vagoni della grande mela)”.
Il prete, un tipo che sembrava Babbo Natale, ci parlò appassionatamente dell’amore di Gesù per tutte le persone. Terminò la sua omelia ricordando a coloro che avevano decido di marciare nella parata del Pride, dopo la messa, di indossare le loro magliette e fece notare che il prossimo incontro nella parrocchia per le persone LGBTQ, si sarebbe tenuto il venerdì successivo. Il coro fece quasi saltare il tetto con il suo grande entusiasmo, che fece battere le mani e ondeggiare al ritmo dei canti tutte le persone presenti tra i banchi. Alla fine della messa, il prete e i diaconi si tolsero i paramenti e mostrarono così le loro magliette arcobaleno e attraversarono tutta la navata tra gli applausi dei presenti”.
Quasi subito, Weaver e suo marito, iniziarono a frequentare il Santuario che divenne la loro parrocchia. Weaver afferma nella sua testimonianza che la sua esperienza durante il Pride, anche se non dovrebbe esserlo, è relativamente unica. Riflettendo sulla cammino che l’ha portata a scoprire nella parrocchia del Santuario il sostegno pastorale dato dalla chiesa alle persone affette dall’HIV/AIDS e a quelle LGBTQ, non ha potuto fare a meno di affermare, pensando alla crisi degli abusi sessuali che sta scuotendo attualmente la chiesa cattolica americana (e non solo), che: “Se vogliamo veramente allontanarci dalla chiesa corrotta e chiusa del passato, (come cattolici) abbiamo bisogno di un progetto di apertura e di accoglienza radicale per il futuro. Molti cattolici condividono questa convinzione. Quando mi guardo intorno nella mia parrocchia, tuttavia, già vedo il futuro di cui voglio far parte. Quindi, anche se non ho mai voluto appartenere alla chiesa cattolica è lì che mi troverete ogni domenica. Lì ho battezzato mio figlio. Lì faccio il mio volontariato. Sulla mia auto ho un adesivo bellissimo con il nome della nostra chiesa. Quest’anno, quando marcerò nella parata del Pride con gli altri parrocchiani della mia parrocchia, probabilmente mi guarderò intorno e noterò l’assenza di altre chiese cattoliche. Ma sarò anche piena di gratitudine per il fatto che, per ora, ho trovato il mio posto in una chiesa cattolica dove abbonda la grazia e dove tutti sono i benvenuti“.
Il Santuario dell’Immacolata Concezione di Atlanta è una delle circa 200 chiese cattoliche (degli Stati Uniti) che fa parte dell’elenco delle parrocchie e comunità LGBT friendly, curato dell’associazione New Ways Ministry (che puoi trovare qui) .
[…] Molti degli sforzi, lenti e costanti, fatti dai cattolici tra i banchi delle loro chiese non sono raccontati dai media o sono ancora ampiamente conosciuti. Con così tanti titoli dedicati alle decisioni politiche dei vescovi, il lavoro pastorale delle parrocchie può sembrare insignificante o viene dimenticato. Ma è un errore lasciare che queste opere buone scivolino fuori dalla nostra vista.
Perché ci sono innumerevoli discussioni accese, cene gustose, periodi di adorazione in cui le emozioni profonde di ognuno sono condivise nella comunità, ci sono abbracci di guarigione e voci ispiratrici e tanti momenti in cui vengono sfidate le ingiustizie presenti nella Chiesa. Un giorno, quando potremo davvero dire nella Chiesa cattolica che tutti sono incondizionatamente benvenuti, sarà perché più di ogni dichiarazione vescovile o papale, questi atti d’amore hanno cambiato la Chiesa cattolica.
Ma la vostra parrocchia o comunità di fede può essere inclusa nella nostra lista delle comunità LGBT friendly?
* Robert Shine è direttore associato di New Ways Ministry, per cui lavora dal 2012, e del blog Bondings 2.0. È laureato in teologia alla Catholic University of America e alla Boston College School of Theology and Ministry.
Testo originale: Convert Shares Why LGBT Pride Celebrations are the Reason She Became Catholic