Come madre vi dico: “ma siete sicuri che hanno vinto quelli che non volevano il ddl Zan?”
Lettera aperta di Dea Santonico, una madre cristiana con un figlio gay
A giudicare dalle scene del Senato in festa il 27 ottobre scorso, si direbbe di sì: hanno vinto loro! Quell’applauso, così partecipato, così sentito, dice molto più di qualsiasi parola. È la forza del linguaggio del corpo, diretto e per questo vero, perché non passa attraverso la censura della mente. Così, se con le parole si dovevano sforzare di dire ciò che era politicamente corretto e conveniente, con quell’applauso potevano finalmente dare sfogo a ciò che sentivano: quella legge non la volevano. Passi il contrasto alla violenza contro donne e disabili, previsto nel ddl Zan, ma contrastare la violenza che colpisce il mondo LGBT+ NO!
Alleata preziosa di quelle forze politiche è stata la Chiesa cattolica, che meritatamente può salire sul carro dei vincitori. Anche qui qualche bella parola di facciata per nascondere altro. La verità è che quella legge era scomoda, anche perché, secondo la gerarchia, andava ad interferire con la dottrina.
Mi soffermo solo su un punto, il più ostico. Tra le persone LGBT+, la legge proteggeva, oltre agli omosessuali, tutte quelle persone che non si riconoscono nel genere registrato alla nascita: le persone trans, che si identificano in un genere non corrispondente al loro sesso (che abbiano fatto o no il percorso di transizione), ma anche le persone non binarie, che non si sentono completamente né uomini né donne. Come la mettiamo con quel versetto: “Maschio e femmina li creò”, che leggiamo nella Bibbia?
Tutto questo scombina troppe cose, fa crollare un castello di teorie costruito e consolidato nei secoli. Fa vacillare troppe certezze. Non si può. Quelle persone non possono esistere, e, se non esistono, non si può neanche legiferare per loro, nemmeno se la legge è per proteggerle dalle violenze di cui loro, più di altri, sono bersaglio.
Ma la realtà vince sempre su qualsiasi teoria. La lezione Galileo non ha insegnato niente alla Chiesa. Quello che Galileo Galilei osservava con il suo cannocchiale era la realtà, e se le teorie non spiegano o sono in contrasto con la realtà, sono le teorie a dover cambiare. Non è un’opzione, è la sola possibilità. Quel cannocchiale permetteva di leggere il meraviglioso libro della natura.
La Chiesa, sbagliando, ha contrapposto a quel libro un altro meraviglioso libro: la Bibbia. Dov’era l’errore? Avevano scambiato la Bibbia per un libro di astronomia, cercando lì risposte che la Bibbia non sa dare. Quanto tempo ci metteremo ancora per capire che la Bibbia non è neanche un testo di sessuologia? E nel frattempo, quante vittime dovranno ancora essere sacrificate sull’altare di una dottrina miope e disumana? E il pensiero va a quel Gesù di Nazareth, che ha messo sempre al centro le persone, schierandosi dalla loro parte, anche quando questo significava andare contro la Legge, anche quando significava inimicarsi il potere politico e religioso del suo tempo.
Come cristiana ho provato vergogna per la mia Chiesa, mentre, quel pomeriggio del 27 ottobre, raccoglievo, impotente, le lacrime e la rabbia di tante persone LBGT+. Chi risponderà di quelle lacrime? Vorrei essere io a chiedere perdono a nome della mia Chiesa, se la gerarchia, che si è macchiata di un così grave peccato, non sa farlo.
Ancora un pensiero: lo rivolgo ad Emanuele, mio figlio gay.
Caro Emanuele, carissim* compagn* di cammino nel mondo LGBT+, non è vero che sono quelli che hanno bloccato il ddl Zan ad aver vinto. Hanno perso, ma non lo sanno. Quella proposta di legge ha fatto arrivare i nostri temi, le nostre storie là dove mai sarebbero potuti arrivare.
Saremo noi, le nostre esperienze di vita a vincere. Perché quelle esperienze parlano di vita vera, di persone che esistono e vogliono esistere, con la loro sofferenza, la loro gioia, quando riescono a rompere il muro del silenzio e dell’invisibilità per poter gridare a testa alta: ci sono anch’io!
Questa è la realtà con cui ogni teoria dovrà fare i conti. Vincerà il rispetto, i diritti umani per tutt*. E quando succederà – e credeteci succederà – non ci saranno vinti, né lacrime da asciugare, perché sarà l’intera umanità ad aver vinto. Coraggio!