Come prete e teologo dico ai cattolici LGBT: “rifiutate di essere costretti al silenzio nella vostra chiesa”
Articolo di Bob Shine pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 24 maggio 2017, libera traduzione di Silvia Lanzi
“Non siamo quel che dovremmo essere. Non siamo quel che vogliamo. Non siamo quel che saremo. Ma, ringraziando Dio, non siamo quel che eravamo“. Padre Bryan Massingale ha iniziato così il suo intervento su “Pope Francis, Social Ethics, and LGBT People”, con le parole di un anonimo predicatore nero, spesso citate da Martin Luther King.
Padre Massingale, teologo della Fordham University di New York, si è rivolto ai participanti dell’ottavo congresso nazionale di New Ways Ministry facendo loro una domanda fondamentale: “Cosa significa essere un cattolico LGBT al tempo di papa Francesco?”
Il National Catholic Reporter ha offerto ulteriori dettagli del suo discorso: “Quelli che sono andati al congresso di Chicago hanno portato con sé insieme speranza e frustrazione” – ha affermato padre Massingale – “la speranza che una maggiore comprensione e accettazione dei gay e delle lesbiche si stia facendo largo nella Chiesa, ma anche frustrazione perché quel momento non è ancora è arrivato“.
“Il prete, che ha lasciato Marquette l’anno scorso per insegnare teologia alla Fordham University, ha sottolineato che nella chiesa verso i gay c’è un nuovo atteggiamento, “cauto, probabilistico, in tensione, a volte ambiguo e contraddittorio, ma comunque reale’“.
Padre Massingale ha affermato che al di là dei cambiamenti retorici è in atto nella chiesa cattolica un genuino sviluppo dottrinale. “L’atteggiamento esitante, resistente e a volte anche ostile” degli alti prelati davanti ai diritti delle persone LGBT nasce dalla loro paura che una protezione legale possa portare all’approvazione di comportamenti sessuali che considerano immorali. La loro paura più grande è l’impatto che quest’accettazione avrebbe sui giovani.
Il National Catholic Reporter scrive che per padre Massingale questa “situazione lascia la Chiesa in un passaggio contraddittorio“, “nel quale i gay si devono accettare con sensibilità e compassione, fintanto che non c’è una conoscenza pubblica della loro identità sessuale, del loro ‘stile di vita’ o della loro cultura“. . .
“Massingale, un prete dell’arcidiocesi di Milwaukee, ha rivelato di aver ricevuto nel 2002 una nota da Rembert Weakland, che all’inizio dell’anno aveva rassegnato le sue dimissioni da arcivescovo di Milwaukee dopo aver pagato 450.000 dollari ad un uomo con cui aveva avuto una relazione vent’anni prima, per evitare che diventasse di pubblico dominio. Il vescovo Weakland gli aveva scritto: ‘Sulla questione dei gay il livello di paura è così alto che la dottrina ufficiale della Chiesa sfiora quasi le vette di una nuova “teologia del disprezzo“.
Per superare l’approccio disturbato del Magistero verso le persone lesbiche e gay, padre Massingale ha affermato che Papa Francesco si sta concentrando sulle persone omosessuali, e non sulla loro condotta sessuale. Nella sua riflessione ha poi ribadito che “anche [le persone LGBT] sono redente da Cristo e amate radicalmente da Dio“.
Come esperto di etica, Massingale ha affermato che le persone LGBT devono partecipare pienamente alla società e alla vita della Chiesa, ed ha sottolineato la necessità che il magistero estenda il suo sostegno ai diritti umani, includendo anche le comunità LGBT:
“Insistere con le persone LGBT su una compassione ed una accettazione privata – vale a dire ‘ama il peccatore’ – ma senza un impegno nella difesa dei diritti umani delle persone LGBT e per la creazione di una società fondata su una giustizia uguale per tutti non solo è contraddittorio, è intrinsecamente incomprensibile e assolutamente insostenibile“.
Il discorso di padre Massingale ha acceso un vivace dibattito, durante il quale ha condiviso un episodio della sua vita. Dopo la pubblicazione di “Always Our Children” da parte dei vescovi statunitensi, Massingale chiamò sua madre, che gli chiese il suo parere sul documento. Lui gli rispose chiedendone cosa ne pensasse lei, che prontamente rispose: “Non ho bisogno di un permesso speciale per amare mio figlio“.
Padre Massingale ha concluso con il forte appello ai cattolici LGBT e alle loro famiglie di continuare a lavorare per l’uguaglianza: “Rifiutate il rifiuto. Rifiutate di essere ridotti al silenzio. Continuate a parlare della vostra verità, anche quando non è ben accetta”.
Lo stesso padre Massingale si è impegnato sempre di più come portavoce dei diritti umani e dell’inclusione delle persone LGBT. Alla Marquette University, ha celebrato mensilmente diverse messe per la comunità LGBT del campus perché, secondo lui, è importante che “abbiano una messa dove si sentano accolti e sentano che Dio li ama“.
Durante la loro conferenza annuale del 2013, ha anche sfidato i membri di Pax Christi USA ad incrementare la loro attività in difesa dei diritti LGBT, sia per quel che riguarda i diritti umani in toto, sia per attirare attenzione dei giovani cattolici.
Padre Massingale si è anche aggiunto ad altri teologi e prelati che hanno condannato la legislazione anti-gay ugandese. Più recentemente ha affermato che la Chiesa non può abbandonare i cattolici transgender.
Testo originale: Fr. Bryan Massingale to LGBT Catholics: “Refuse to Be Silenced. Continue to Speak Our Truth