Come può aiutarci Gesù quando siamo in difficoltà con la Chiesa?
Articolo di James Martin sj*, pubblicato su Outreach (USA) il 3 agosto 2024, liberamente tradotto da Luigi e Valeria de La Tenda di Gionata
A volte può essere difficile essere cattolici. Questo non sarà una novità per la maggior parte dei lettori.
Naturalmente, può anche essere una fonte di gioia. Essere membri della Chiesa cattolica significa essere legati a una comunità di persone credenti che va oltre i confini dello spazio e del tempo. Siamo uniti a quella che san Paolo chiamava la grande «schiera dei testimoni», santi che pregano per noi e ci offrono modelli di vita, dai più recenti (e più giovani) come il beato Carlo Acutis ai santi del Nuovo Testamento, come Pietro e Maria Maddalena.
È una vita profondamente riempita dalla grazia, che vede Dio in tutte le cose, come direbbe sant’Ignazio di Loyola, di cui abbiamo appena celebrato la festa. E ci sono incontri e celebrazioni che ci fanno incontrare con i nostri fratelli e le nostre sorelle in Cristo, e messe in cui ci riuniamo intorno alla Mensa del Signore, con la Parola e con il canto che ci ispirano. A volte è semplicemente bellissimo!
Ma non sempre. Molti cattolici LGBTQ conoscono la sofferenza profonda di sentirsi esclusi dalla propria chiesa, di ricevere insulti velati o espliciti da parte delle gerarchie ecclesiastiche e, a volte, di sentirsi le uniche persone la cui vita viene passata in rassegna così puntigliosamente dal punto di vista morale. In alcune parti del mondo, la Chiesa ha purtroppo ispirato e favorito alcuni atteggiamenti omofobici che sono completamente antitetici alla vita del cristiano. Papa Francesco si è spesso espresso contro tali offese. Tuttavia, pur tenendo conto dei messaggi di accoglienza dei vescovi e del Papa, può essere difficile essere cattolici.
Vorrei tuttavia suggerire che, in una situazione particolare o in un’altra, e in un modo o nell’altro, tutti si sentono così nei confronti della propria Chiesa: persone eterosessuali e omosessuali, conservatori e liberali, progressisti e tradizionalisti. Nordamericani, sudamericani, europei, asiatici e africani. In un momento o in un altro, tutti possiamo sentirci delusi.
Quindi, nel tempo della delusione, della desolazione e persino della disperazione, dove possiamo andare? Il Vangelo di questa domenica [domenica 4 agosto 2024, Gv 6,24-35] ci dà la risposta: possiamo andare da Gesù.
Nel Vangelo di Giovanni, la folla ha seguito Gesù, che ha appena sfamato migliaia di persone con pani e pesci. Ma queste persone si accorgono di non essere ancora soddisfatte.
Questo è un primo indizio su come dobbiamo rispondere alle cose che accadono nella Chiesa. A volte, quando nella Chiesa accade qualcosa di positivo per la comunità LGBTQ – parole gentili sulle persone LGBTQ da parte di Papa Francesco, l’annuncio che i sacerdoti possono, in determinate circostanze, benedire le coppie dello stesso sesso, un atto pubblico di benvenuto da parte di un cardinale o di un vescovo o di un membro della gerarchia della Chiesa – io ne sono felice. Poi, però, ricevo messaggi da persone che dicono: «Non è abbastanza!» o «Troppo poco! Troppo tardi!».
Questo è ciò che la folla dice a Gesù dopo il suo segno, che è il modo di Giovanni di definire un miracolo. «Che segno puoi fare?». Gesù ne ha appena fatto uno; ha appena fatto un miracolo per loro. Ma «non è abbastanza», dicono. Fanne un altro!
“Non abbastanza” non è un atteggiamento interiore sano. Quindi, la prima cosa da fare nei momenti di desolazione è – un’altra intuizione di sant’Ignazio – tornare con la mente ai momenti di consolazione. Così si può essere rincuorati.
Ma diamo alla folla il beneficio del dubbio. Tutti noi possiamo essere scoraggiati, scontenti o affamati di qualcosa che ci appaghi. Ascoltate allora ciò che Gesù dice loro, che è un messaggio per noi quando sentiamo il bisogno di essere saziati: «Io sono il Pane della Vita». Andate da Gesù quando siete in difficoltà, anche quando siete in difficoltà con la Chiesa.
Che cosa significa? Sembra bello ma un po’ astratto. Cosa significa andare da Gesù e lasciarsi nutrire da Lui? Permettetemi di darvi tre piccoli suggerimenti.
Primo: andate da Gesù nelle Scritture. Leggete i Vangeli. Imparate a conoscere chi è Gesù. Leggete un buon libro su Gesù di uno studioso del Nuovo Testamento, di un teologo o di uno scrittore di tematiche spirituali. Inoltre, ricordate – cosa fondamentale – che Gesù è vivo. È risorto. Non state leggendo la storia di un morto. State leggendo una storia su Cristo risorto. Il Gesù di cui state leggendo è il Cristo che è con voi.
In secondo luogo, andate da Gesù in preghiera. So che questo è un argomento complesso, ma ci sono molti modi per incontrarlo nella preghiera. Potete utilizzare alcune pratiche consigliate da sant’Ignazio e immaginarvi con Gesù in un brano del Vangelo. Oppure potete passare del tempo con Lui davanti al Santissimo Sacramento. In qualsiasi modo vi piaccia pregare, state con Lui. Imparate nuovi modi di pregare. Trovate un direttore spirituale. Fate un ritiro.
Infine, andate da Gesù nella comunità. Cercatelo presente e attivo nel corpo di Cristo, che è la Chiesa, in particolare in coloro che sono in difficoltà. Soprattutto, ricordate che è con voi, vivo attraverso lo Spirito Santo, che vi aiuta con le vostre lotte, durante le vostre lotte, anche durante le vostre lotte con la Chiesa. La nostra attenzione deve essere sempre rivolta a Lui.
Anche nei momenti positivi! Sapete, ho incontrato varie volte papa Francesco a tu per tu. E questi incontri sono stati momenti fondamentali della mia vita.
Ma una volta, dopo averlo incontrato, stavo passeggiando a Roma sulla terrazza della Curia dei Gesuiti, la nostra sede, a pochi passi dal Vaticano. Nel giardino della Curia c’è un’enorme statua di Gesù, in alto su un piedistallo, che dice, in latino, «Salus Tua Ego Sum». «Io sono la vostra salvezza». Non è il Papa la mia salvezza, per quanto lo ami. Sono entrato nella Compagnia di Gesù, non nella “Compagnia di papa Francesco”.
Cari miei, nei momenti difficili dobbiamo sempre ricordare a noi stessi che la Chiesa non è nata da una Vergine, non è stata inchiodata alla croce e non è risorta dai morti. È stato Gesù. La Chiesa sarà sempre un luogo di peccatori e di santi, un luogo di gioia e di tristezza per tutti noi. Siamo tutti membri della Chiesa, ma la nostra fede è in Gesù, il Pane della Vita, che vuole nutrirci in tantissimi modi. E questo Gesù è risorto, vivo, presente, con noi e sempre al nostro fianco.
*James Martin sj è il fondatore di Outreach e direttore editoriale di America Media.
Testo originario: How can Jesus help us when we struggle with the church?