Come raccontare i 20 anni di cammino dei cristiani LGBT de La Creta di Bergamo?
Riflessioni di Valerio de La creta, il gruppo di omosessuali credenti di Bergamo
Come raccontare 20 anni de La Creta? Da dove iniziare? Apro il baule (rifugio di tanti ricordi) e trovo la scatola con la scritta sbiadita “Gruppi”, cerco di fare ordine ed ecco la prima e-mail: gennaio 2004; una corrispondenza iniziata dopo avere letto per caso un articolo che parlava di gruppi omosessuali credenti.
A febbraio dello stesso anno approdo a La Creta, una quindicina di ragazzi in gran parte con la mia stessa storia, cresciuto in oratorio in un piccolo paese di provincia dove di omosessualità non se ne parlava, roba inesistente, la confusione dei pensieri che aumentava con l’età e l’unica risposta per la maggior parte di noi quella di abbandonare La fede e la Chiesa con le sue celebrazioni e la sua vita comunitaria.
E così la storia ha inizio, ogni 15 giorni un incontro dove ci si confronta su libri di spiritualità e scritti che parlano in modo conciliante di fede e omosessualità; uno spazio dove accompagnati dalla fraterna cura di fra Paolo, si condividono perplessità e speranze, dove sono nate amicizie diventate oggi indispensabili, uno spazio dove ricostruire la fede pervasa dalla gratuità, comprendere che ogni persona è creatura amata da Dio, che anche io posso celebrare “la Cena del Signore”, riconoscermi nella comunità convocata dalla parola di Dio, che anche io posso essere come dice J.Maritain “mendicante del Cielo” senza rinnegare la mia affettività.
In questo cammino ho ritrovato la chiesa del “Concilio” (negli ultimi decenni dimenticato nelle nostre parrocchie), una Chiesa disposta al dialogo e non severa, dove non ci sono steccati invalicabili, dove è importante la corresponsabilità di tutti i battezzati ad essere una comunità che accoglie, che riconcilia, che da dignità a tutti senza costrizioni, una Chiesa coraggiosa che non si lascia abbattere dalle “forze contrarie” così da portare nuove idee, “il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia” (NOTA CEI)
Il gruppo “La Creta” è stato per me il punto di partenza per tante altre esperienze per riflettere e conciliare “fede e omosessualità”: nello stesso 2004 incontro il gruppo la Fonte di Milano; dalla “scatola dei ricordi” mi passano tra le mani le vecchie edizioni della rivista ACQUA DI FONTE, i quaderni con gli appunti scritti mentre ascoltavo gli approfondimenti di don D. Pezzini, rileggo qua e là e dopo tanti anni trovo concetti attualissimi, la bellezza della Teologia diventata chiara anche a me digiuno di mistici e lectio divina, una onestà intellettuale consacrata alla ricerca della Verità che ho faticato a ritrovare in seguito.
E con La Fonte come non ricordare i fine settimana passati a Torrazzetta, borgo tra le belle colline pavesi dove si trova la comunità ROSA MISTICA, una comunità di consacrate secolari che ci hanno sempre accolto come figli, donne che hanno sempre creduto nelle parole del loro fondatore:” la purezza delle intenzioni e la prontezza a rispondere alla voce di Dio. Se una chiamata viene da Dio, e non semplicemente da un’idea umana, si può essere certi che prima o poi si farà strada”.
E poi le esperienze fatte con gruppi simili a La Creta nati in tutta Italia: Firenze e Roma i primi che vengono alla mente e poi il Forum dove tutti i gruppi Italiani si incontrano ogni due anni, e poi la veglia per la giornata per il superamento della omotransfobia organizzata ogni anno in comunione con le chiese riformate, grande segno di ecumenismo e momento di preghiera per l’unità dei cristiani, dove si avvera il desiderio di Gesù: «Che tutti siano una sola cosa» (Gv 17,21)
Come non ricordare poi l’importanza per il cammino dei nostri gruppi del portale Gionata.org, contenitore di infinite notizie e mezzo di divulgazione importantissimo, luogo autorevole dove attingere informazioni altrimenti introvabili, spazio dove consacrati e non, cattolici e non, propongono riflessioni su fede ed omosessualità positive e incoraggianti, interventi desiderosi di realizzare il sogno di un nuovo risveglio della Chiesa.
Da ultimo vorrei ringraziare il cammino de la Creta per avermi dato gli strumenti per mettermi in relazione non solo con la Chiesa, ma anche con il mondo LGBT e organizzazioni della società civile dove la dimensione religiosa è assente o vista con diffidenza; riuscire ad argomentare e dare autorevolezza a temi che a primo impatto vengono visti come conflittuali rende più facile il realizzarsi di una società più giusta e inclusiva come ricorda l’ART.3 della costituzione italiana: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Concludo ringraziando tutti i compagni di viaggio de La Creta, presenti e passati, fortunato di averli incontrati e di averli avuti vicino sia in momenti felici e soprattutto in quelli meno che la vita inevitabilmente ci presenta, insieme la nostra condizione ha fatto meno paura. A tutti un augurio per il futuro con una frase di Louise Bourgeois: “Per scappare bisogna avere un posto dove andare. Quello che mi interessa piuttosto è restare: la conquista della paura. Nascondersi, confrontarsi, esorcizzare, vergognarsi, tremare e alla fine avere paura della paura stessa”.
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