Come reagire all’omosessualità dei figli
Articolo tratto dal sito Devenir un en Christ (Francia), liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Apprendere che il proprio figlio o figlia è omosessuale è molto spesso uno shock e una sofferenza che generano incomprensione, senso di colpa, rivolta e anche rifiuto. E ci si interroga: perché è così? Cosa ha potuto provocare questo in lui? Cosa abbiamo sbagliato nella sua educazione?
I genitori non devono sentirsi responsabili né colpevoli dell’omosessualità del figlio. È importante sottolineare che essa non è in alcun caso una “malattia” o una “anormalità”, ma un diverso orientamento sessuale del quale la persona interessata non è per nulla responsabile.
È una situazione che non è scelta ma subita, spesso dolorosamente. Oltretutto, una persona non può essere ridotta alla sola dimensione sessuale, che non è che un aspetto della sua personalità.Che vostro figlio sia omosessuale non cambia nulla al fatto che rimane vostro figlio, con tutte le sue ricchezze, i suoi doni e le sue potenzialità e che ha soprattutto bisogno della vostra comprensione, del vostro amore e del vostro sostegno.
Per evitare di “girare in tondo” con queste domande e/o di chiudersi nel senso di colpa, è auspicabile che i genitori non restino soli, ma che possano dialogare e farsi aiutare da persone competenti: uno psicoterapeuta, l’associazione cristiana “Devenir Un En Christ” che può accoglierli e anche indicare loro dei sacerdoti che conoscono bene la realtà dell’omosessualità, e per i quali l’accoglimento delle persone interessate occupa buona parte del loro ministero.
Accettare che il proprio figlio sia omosessuale non è scontato e può richiedere un cammino più o meno lungo. Ma, oltre all’aiuto citato sopra, in quanto genitori cristiani, la dimensione spirituale è importante. È nella preghiera e nella fiducia nel Signore che si possono attingere forza e conforto. È bene depositare nelle sue mani le vostre difficoltà, la vostra sofferenza e gridare a Lui per chiedergli aiuto. Dio, che è amore incondizionato, ama vostro figlio così com’è, con il suo orientamento sessuale. L’amore di Dio non è mai condizionato da questo o quell’aspetto della nostra personalità, ma è infinito, smisurato e illimitato.
Se avete delle ragioni per pensare che vostro figlio è omosessuale, ma che non osi parlarvene, sarebbe bene cercare di imbastire un dialogo con lui. Questo per uscire da un non-detto che può essere soffocante per lui e per voi. La relazione tra di voi sarà più sincera e ne può scaturire una certa liberazione interiore per vostro figlio. È molto importante per lui (indipendentemente dalla sua età) che voi possiate assicurargli che lo amate ancora e che il vostro amore non può cambiare.
È necessario parlarne all’entourage famigliare? Non c’è una risposta pronta a questa domanda. Tutto dipende dal contesto famigliare, dalla qualità delle relazioni tra i membri della famiglia, dell’apertura di mente e di cuore di ciascuno, dell’apriorismo e dei pregiudizi possibili di fronte all’omosessualità.
La cosa di cui soprattutto bisogna tenere conto è il bene di vostro figlio. Se pensate che il fatto di dirlo ai membri della famiglia o agli amici più cari rischia di causare incomprensioni, giudizi, rifiuto verso di lui oppure rischia di creare tensioni importanti, sarebbe meglio non parlarne. Se, al contrario, questo permette di chiarire la situazione di vostro figlio in famiglia senza causare questi inconvenienti, può essere auspicabile farlo. Ma non prima di averne parlato preliminarmente con lui, perché è importante rispettare la sua libertà, ciò che vive, e di vedere con lui, in un dialogo costruttivo, quello che desidera.
Se vostro figlio vive con una persona dello stesso sesso, si pone presto o tardi la questione di sapere se bisogna accoglierlo tra voi con il compagno (o la compagna). Un figlio che vive questa situazione spesso desidera presentare il suo compagno (compagna) ai genitori, poiché è per lui/lei un modo di essere riconosciuto e accettato in un aspetto essenziale della vita, una relazione amorosa.
Spetta a voi vedere in coscienza quello che vi sembra auspicabile per voi e vostro figlio. Esaminate anche la vostra posizione riguardo all’omosessualità: la accettate perché comprendete questa realtà o al contrario la tollerate con difficoltà? Come vivete il fatto che vostro/a figlio/a vive con un compagno (una compagna)?
Se questo al momento vi sembra difficile o impossibile, se sentite che richiederebbe uno sforzo eccessivo, meglio non farlo e spiegare semplicemente a vostro figlio, in intimità, che avete bisogno di tempo per adattarvi a questa nuova situazione.
Se siete cristiani, rifletteteci nella preghiera e domandate al Signore di illuminarvi.
Testo originale: Nous sommes parents d’un enfant homosexuel