Come rendete conto della vostra speranza nel tempo della persecuzione? (1 Pt 3:13-22)
Riflessioni bibliche* di Linda Thomas, Norman Kansfield, Valerie Bridgeman Davis e Mona West tratte dal progetto Out in Scripture (Stati Uniti), del gennaio 2008, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
In Atti 17:22-31 Paolo si trova ad Atene e condivide la buona novella con intellettuali e filosofi al mercato – un posto dove si possono trovare persone LGBT. Sta dicendo loro che la divinità senza nome in cui credono è il creatore di tutta la vita e che è vicinissima. Creati a immagine di Dio, gli esseri umani sono la sua progenie che, attraverso l’esperienza di vita, arrivano a conoscere la loro somiglianza con Lui. Dio è vicino come il respiro che anima i nostri corpi. Questa realtà rende santi tutti i corpi. Dichiariamo quindi senza paura che lesbiche, gay, bisessuali e transgender sono creati da Dio, santi, a immagine di Dio, imago Dei.
Paolo vuole che gli Ateniesi (e noi) capiamo che Dio non solo crea l’umanità a sua immagine ma continua a prendersi cura di tutti noi – “lui […] dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa” (Atti 17:25). Paolo ne è così sicuro che non ha remore a dire agli Ateniesi “In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come anche alcuni dei vostri poeti hanno detto: Poiché di lui stirpe noi siamo” (Atti 17:28). Nel contesto in cui viviamo, Dio vuole che il resto della Chiesa comprenda che le persone LGBT sono un dono di Dio alla Chiesa e che. Come per gli antichi poeti greci, le loro intuizioni e la loro esperienza contribuiscono alla nostra ricerca della verità. Paolo si appella a ciò che i suoi ascoltatori conoscono per esperienza. Questo è importante per le persone LGBT che lottano con le interpretazioni delle Scritture e le tradizioni religiose che condannano l’omosessualità. In aggiunta alle Scritture e alla tradizione, la ragione e l’esperienza sono importanti per la fede. L’esperienza LGBT di Dio è valida. Non bisogna scegliere tra sessualità e spiritualità.
– A chi e dove Dio potrebbe chiamarvi a condividere la convinzione che la comunità LGBT è creata da Dio, che è santa e imago Dei, immagine di Dio?
Nel Salmo 65 (66):8-20 il salmista comprende che Dio mette alla prova ma anche libera. Le persone LGBT sono incoraggiate a condividere la loro esperienza del sacro. Talvolta le persone LGBT, ma non solo, sentono che Dio è il responsabile dei nostri fardelli. Se Dio non è il responsabile, allora vuol dire che permette agli altri di caricarci di pesanti fardelli. Eppure chi lotta ha una capacità sorprendente di rendere culto a Dio. Questo è il dono che la maggior parte delle comunità oppresse portano alla Chiesa: la capacità di rendere culto nonostante la paura, gli ostacoli e le prove.
Questo salmo ci assicura che Dio ascolta le preghiere in circostanze simili e non ci rifiuta il suo amore. Il temerario desiderio di moltissime persone LGBT di essere parte della Chiesa, la loro volontà di identificarsi con lo stesso popolo che le ha denigrate e scansate, e tutto questo per Dio, è il commento più eloquente di questa sezione del Salmo 65 (66).
– Nel mezzo dei tempi difficili, delle prove e dell’oppressione, cosa potete affermare riguardo a Dio? Cosa potete dichiarare a proposito di Dio ai vostri “nemici”?
In 1 Pietro 3:13-22 la comunità petrina sta soffrendo un’intensa persecuzione per la sua testimonianza dell’Evangelo. In che modo possiamo incoraggiare gli altri ad affrontare la persecuzione e a percepirla come una benedizione, soprattutto quando degli adolescenti vengono uccisi per aver fatto coming out con gli amici? La virulenza della violenza contro le comunità LGBT non può essere sottovalutata. I membri della comunità LGBT e i loro alleati devono lottare per mantenere la loro coscienza estranea alla rivalsa quando vengono diffamati, calunniati e feriti, letteralmente o metaforicamente. Soffrire è una redenzione?
Questo passo contiene la promessa del suggello di Dio nel battesimo e della salvezza di ciascuno di noi attraverso la resurrezione di Gesù Cristo. D’altro canto, questo testo è un campo minato per le persone vulnerabili, che spesso sono state accusate di essere “inique”: l’accusatore o l’accusatrice dichiara “Ma Dio ti ama comunque”. Questa è una incarnazione della teologia del “Ama il peccatore e odia il peccato” spesso efficacemente usata contro le persone LGBT. L’antidoto è contenuto nello stesso passo: essere pronti a dare una risposta a chiunque vi chieda conto della vostra speranza in Cristo.
– Qual è la vostra risposta a chi vi chiede conto della vostra speranza, in particolare nei periodi di sofferenza e persecuzione?
In Giovanni 14:15-21 Gesù promette ai discepoli che Dio invierà lo Spirito Santo, un difensore, che vivrà tra di loro per sempre. Questo è di conforto per la comunità LGBT, sapere che lo Spirito Santo è presente incondizionatamente per offrire conforto! Questo Spirito di verità è il nocciolo dell’esperienza LGBT di Dio. Qualsiasi cosa la società e la Chiesa dicano sull’accettabilità dell’omosessualità, lo Spirito testimonia della santità delle vite LGBT.
Le persone LGBT spesso si sentono come orfane, senza famiglia e senza amici quando “escono allo scoperto” di fronte al mondo. Scansate perché accusate di non “accogliere i comandamenti” (Giovanni 14:21), per loro questo testo vive della tensione tra il giudizio e l’essere accettate come figli orfani. Attraverso lo Spirito Gesù promette di tornare dai discepoli, di rivelarsi e di aiutarli ad essere pienamente vivi come figli di Dio.
– In che modo le persone LGBT sono orfane? Quale conforto (o sfida) portano alla comunità LGBT le parole di Cristo in Giovanni 14:18 (“Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi”)?
La nostra preghiera
Leggete in silenzio o ad alta voce il canto di Brian Wren “Lord Jesus, If I Love and Serve My Neighbor” (Signore Gesù, se amo e servo il mio prossimo). Lasciate che la lettura vi trasporti in un momento di preghiera o di meditazione.
Signore Gesù, se amo e servo il mio prossimo
con la mia conoscenza, il mio tempo libero,
il mio potere o la mia ricchezza
aprimi gli occhi per comprendere la sua rabbia
se, per la sua impotenza, odia il mio aiuto.
Quando mi sono occupato della mia sorella con gentilezza
e pregato perché possa risvegliarsi dalla disperazione
aprimi le orecchie se ora, implorando la giustizia,
lei lotta per il cambiamento che a me fa paura.
Signore, anche se mi attacco alla sicurezza e a ciò che possiedo,
nella croce prevale la povertà dell’amore;
apri il mio cuore alla vita e alla liberazione
apri le mie mani
perché possa portare il marchio dei chiodi.
* I testi biblici sono tratti dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI
Testo originale (PDF): Ash Wednesday, Lent and Easter through Pentecost Sunday Year A