Come un insegnante di calcio gay è stato assunto in una scuola cristiana
Testimonianza di Ross Furbush* pubblicata sul sito Out Sports (Stati Uniti) il 18 giugno 2020, liberamente tradotta da Chiara Benelli, parte prima
Nel gennaio del 2018 Travis Brantingham si sedette di fronte a me nell’ufficio del preside con le lacrime agli occhi.
Travis era stato il direttore del campeggio, poi l’allenatore di calcio della squadra liceale dove giocavo, e il direttore atletico, e in quel momento, in quanto direttore della Principia School di St. Louis, unica scuola del Nord America per cristiani scientisti, era anche il mio capo.
Mi confessò che, data la sua educazione religiosa, non accettava l’omosessualità, né la capiva. Ma dopo avermi visto crescere e mostrare grinta e leadership sul campo da calcio, l’idea che aveva sempre avuto dell’omosessualità era andata in mille pezzi. È diventato il mio eroe, ed è passato alla storia per aver assunto il primo membro del personale e della facoltà apertamente gay alla Principia School and College: il sottoscritto.
La Principia School è un istituto onnicomprensivo per scientisti cristiani [seguaci della Christian Science, un gruppo cristiano americano di origine protestante, n.d.r.] a St. Louis. Ha anche un college, che si trova a un’ora dalle scogliere del fiume Mississippi, a Elsah (Illinois). Il mio personale cammino di uomo gay rispecchia i cambiamenti avvenuti all’interno della Christian Science in fatto di persone queer.
Provengo da una famiglia amorevole e solidale, composta da atleti e cristiani scientisti, e ho tre sorelle maggiori. Fin dalla tenera età, i miei genitori ci hanno insegnato che una delle funzioni della famiglia era quella di aiutarsi a vicenda a scoprire il proprio “dono”, o anche solo quella di incoraggiare gli obiettivi e l’unicità di ciascuno. Con conversazioni familiari di questo genere, fu relativamente facile per me fare coming out con loro, perché ero certo che mi avrebbero sostenuto.
Da nessuna parte, nei testi religiosi di riferimento della Christian Science, la fondatrice Mary Baker Eddy dice che le persone queer non sono le benvenute nella religione. Da donna al passo coi tempi, in effetti, si è assunta la responsabilità di dichiarare che il genere non dovrebbe mai essere d’ostacolo all’espressione di qualità tanto vicine a Dio come l’amore. A un certo punto, però, sono stati molti i cristiani scientisti ad aver assunto lo stesso atteggiamento di odio e disapprovazione tipico della versione più antica del movimento, diffusa nel resto del mondo.
Nel 2018, sotto la guida di Travis e del dottor Peter Dry (direttore associato della Scuola per l’Innovazione e la Strategia), la Principia School ha pubblicato un documento (che io stesso ho aiutato a redigere) sulla diversità e l’inclusione per accogliere ogni identità di genere e orientamento sessuale.
Oggi hanno un gruppo di studenti sostenitori della comunità LGBTQ, a cui io stesso ho dato vita, e sono in prima linea nello sviluppo professionale delle competenze culturali di routine per facoltà e personale. Ma la Principia School non è sempre stata così inclusiva.
Sono arrivato per la prima volta alla Principia School nel 2007, come matricola fuori sede delle scuole superiori (abitavo nei dormitori). Non sapevo veramente cosa volesse dire essere omosessuale, e non avevo prestato abbastanza attenzione alla domanda di ammissione. Se lo avessi fatto, avrei saputo che mi avrebbero espulso in caso fossi stato gay, e naturalmente non erano ammesse persone queer nemmeno tra i docenti o lo staff. Se invece mi avessero scoperto, ma per qualche inspiegabile ragione non mi avessero cacciato, allora mi sarei dovuto aspettare sessioni religiose di guarigione (sperimentate, tra l’altro, da alcuni ex studenti).
Vivevo nella più beata ignoranza circa la mia sessualità, e mi concentravo piuttosto nel farmi amicizie a calcio e a scuola. Quell’anno, venne espulso un numero non indifferente di studenti gay. A quel tempo, purtroppo, non ero abbastanza consapevole socialmente, e non capivo appieno le ingiustizie di episodi come quelli.
Avevo nostalgia di casa, ed ero irrequieto in quella nuova scuola dall’altra parte del Paese (i miei vivevano a Washington), ma il calcio divenne la mia fortezza e la mia nuova famiglia. C’erano altre cinque matricole di talento quel primo anno, e con loro siamo stati come fratelli anche nei quattro anni successivi, insieme a un portiere, due difensori, due centravanti e un attaccante. L’anno successivo ho fatto l’università, il primo anno sono stato il capocannoniere della squadra, e l’ultimo anno mi sono appropriato del centrocampo con un compagno di squadra più grande, Leif.
Ricordo quando l’ultimo anno Leif e io litigammo; ben presto gli animi si scaldarono, e negli spogliatoi lui mi chiamò frocio. La totale inconsapevolezza della mia sessualità mi permise di superare quell’episodio, ma fu allora che capii che quella parola mi veniva urlata contro spesso da bambino, e non ne capivo il motivo.
Nonostante lo screzio con Leif, la nostra squadra da sei senior era piuttosto affiatata, dentro e fuori dal campo. Tutti gli anni abbiamo perso per un soffio ai District (sempre contro i futuri campioni nazionali), ma ricevemmo tutti dei riconoscimenti individuali, e fummo premiati dalla Lega. In campo eravamo formidabili, perché lavoravamo duramente l’uno per l’altro, e non per la gloria individuale, e fu così per tutti e quattro gli anni. E di questo c’è da ringraziare Travis.
Incontrai Travis per la prima volta nel luglio 2000, quando avevo 7 anni, a un campo estivo della Christian Science in Maine; lui era il direttore del campo estivo per ragazzi. Mia madre e io stavamo accompagnando le mie tre sorelle al campo femminile, e Travis mi guardò dall’alto in basso e mi chiese perché non andavo anche io al campeggio.
In men che non si dica, i piani cambiarono, e quell’estate rimasi anche io lì quattro settimane, e poi tornai per le successive otto estati. Calcio, frisbee, arrampicata su roccia e bandierina erano le mie attività preferite. Nel 2009 mi sono diplomato con il loro programma di formazione per consulenti, e nel 2010 sono diventato consulente junior, occupandomi in prima persona del mio gruppo di bambini di 6, 7 e 8 anni.
Quando ho fatto coming out, e nel 2017 ho provato a fare domanda per entrare a far parte dello staff, non mi è stato permesso di tornare. I membri del consiglio mi hanno detto che alle persone omosessuali era consentito lavorare solo in lavanderia o in cucina (lontano dai bambini), ma che per queste posizioni assumevano solo gente del luogo. Questo episodio mi ha devastato. Mi sono sentito tradito.
La mia “casa” lontano da casa mi aveva sbattuto la porta in faccia. Anche se da allora questa politica discriminatoria sulla carta è stata abolita, per quanto mi riguarda, ancora oggi io devierei lavoratori e campeggiatori queer verso altri campi estivi della Christian Science, perché troverebbero un ambiente molto più sicuro e inclusivo.
Travis era anche il mio allenatore di calcio della squadra liceale. Era allo stesso tempo l’uomo più intimidatorio e amorevole che avessi mai incontrato. Aveva la capacità di smembrare fisicamente il giocatore, spogliarlo di qualsiasi forma di ego e ricostruirlo da capo, forte e umile. Allenava prima caratterialmente e poi sportivamente, ma i suoi giocatori eccellevano in entrambe le cose.
Io e Travis eravamo entrambi inconsapevoli della mia sessualità a quel tempo, ma le mie prestazioni cariche di lavoro duro e ben eseguito sul campo da calcio gettarono quelle basi che in seguito gli permisero di cambiare la sua personalissima idea di cosa volesse dire essere un cristiano scientista, e dell’opinione che questa confessione aveva circa l’omosessualità. Da direttore atletico, mi assegnò l’Henry Morrison Award nel 2011, un premio conferito agli atleti dotati di leadership, inclusività, generosità di spirito e altruismo.
* Ross Furbush, 26 anni, vive a Washington e lavora come analista. Dopo aver insegnato biologia al liceo per due anni, continua a dedicarsi alla sua passione per l’ambiente e la fauna selvatica come istruttore di inanellamento per un’organizzazione no profit (CECCOT) nella regione peruviana dell’Amazzonia. Si è laureato con lode presso l’Interdisciplinary Honours Program dell’Università di Washington, conseguendo il titolo accademico in biologia e in scienze ambientali.
Testo originale: How a gay soccer player was hired as first out teacher at a Christian Science school