Come vivono in Francia lesbiche, gay e trans cristiani
Articolo di Véronique Soulié del gruppo cristiano LGBT francese David et Jonathan pubblicato su ilga.org il 2 maggio 2005, liberamente tradotto da Dino
E’ vero che in Francia si può essere visibili come omosessuali cristiani, cosa che non succede dovunque nel mondo, ma molte testimonianze mettono in luce l’omofobia che permane nella società francese, in famiglia, nei rappresentanti delle Chiese e anche negli omosessuali stessi… Scopriamo insieme i cammini di vita fatti dalle lesbiche, dai gay e dai trans cristiani d’oltrealpe.
Ecco alcune testimonianze difficili da ascoltare, alcune mettono in luce l’omofobia che si ritrova nei protagonisti della società: le nostre famiglie, i rappresentanti delle Chiese, ma anche negli omosessuali stessi,… altre invece, mettono in luce il rifiuto da parte delle Chiese…
– Thierry, un giovane di una famiglia cattolica molto praticante si è suicidato perchè si sentiva rifiutato dalla sua famiglia a causa della sua omosessualità. Tra tutte le testimonianze, un amico di famiglia diceva che “avrebbero dovuto imparare ad amare i propri figli anche se essi sono diversi”…
– Liliana, una giovane donna chiede al prete della sua parrocchia di essere battezzata, e il percorso di catecumenato le è stato rifiutato poichè ha dichiarato con sincerità di vivere con una donna, e questo percorso sarebbe stato invece possibile se avesse modificato il suo modo di vivere;
– Federico, un giovane cattolico ha confidato ai suoi amici: “ciò che sono non è bello, come posso vivere con questa realtà?”;
– Marcello, un uomo di oltre 80 anni, convertito al cattolicesimo, credente e praticante, è convocato dal prete della sua parrocchia, il quale gli annuncia di aver appena scoperto che è militante omosessuale, e che per questo fatto, a partire dalla settimana prossima, non avrebbe più potuto dargli la comunione.
Accanto a questi episodi di rifiuto di alcuni rappresentanti della Chiesa (poiché non è una cosa generalizzata), la fede rimane qualcosa di importante per un gran numero di omosessuali. L’associazione “David & Jonathan” riceve diverse richieste da loro, come:
– Domande di battesimo: come da coppia di giovani donne, Isabelle e Christine che desideravano far battezzare la loro figlioletta;
– di approfondimento della fede come da Bernard, Laurent, Catherine che partecipano regolarmente alla una condivisione del Vangelo;
– di benedizione di coppie… come da Sophie e Lucie che desideravano mettere il loro amore sotto lo sguardo di Dio;
– richieste di ascolto riguardo a difficili esperienze sul rapporto: omosessualità e fede, omosessualità e religione…, “io sono cattolico e non so come vivere la mia fede e la mia sessualità con tutto quello che sento…”.
Ma in associazione sentiamo anche testimonianze come quella di:
– Matteo che partecipa senza problemi alla vita della sua parrocchia anche se la comunità è a conoscenza che vive in coppia col suo amico;
– Vincent che fa accoglienza e catecumenato nella sua parrocchia benchè il prete sappia che è omosessuale;
– o ancora Léanne e Isabelle che dicono di aver avuto un’accoglienza calorosa in occasione di un ritiro in un monastero sul tema della vita di coppia…
Parlare di sessualità e di fede, vuol dire affrontare due argomenti che toccano la sfera intima. Sono argomenti di cui si parla poco, che si fa fatica a tirar fuori, che sono sopra le righe…
Le Chiese non sono molto felici di affrontare le questioni relative alla sessualità, tuttavia da qualche anno, c’è la volontà d’immischiarsi nella vita privata e nella sessualità delle persone… ma è questo il messaggio evangelico che dovrebbero portare le Chiese?
Molti cristiani mischiano fede e religione, e così è anche per i gay e per le lesbiche, imparare a rileggere la propria fede alla luce del Vangelo, indipendentemente dalle parole portate dai rappresentanti delle Chiese, è cosa che non viene insegnata.
Questo provoca delle confusioni tra i dogmi della Chiesa, i quali in gran parte sono di derivazione Medievale, e l’annuncio dell’amore di Cristo per tutti, gay e lesbiche compresi.
Spesso ci vengono contestati i testi biblici ai quali, estrapolate dal loro contesto, vengono fatte dire molte cose contro gli omosessuali. Riprendo i testi del Levitico in cui si dice che un uomo non deve giacere con un uomo come farebbe con una donna.
Molti diranno : “Vedete, è scritto, e dunque è così…”. Il contesto dell’epoca ci ricorda la storia di un popolo in fuga che andava incontro agli eventi della vita : nascite, morti… era in gioco la questione della sopravvivenza di questo popolo… dunque giacere con un uomo come si giace con una donna comporterebbe lo spreco dello sperma dell’uomo. L’insieme dei testi è pensato in funzione della riproduzione, della fecondità.
E parlando di fecondità, essa può esprimersi in modo diverso, ad esempio in termini di fecondità sociale con impegni nella società : sindacali, politici, associativi… e non solamente in termini di procreazione. Nessun testo biblico affronta la sessualità come uno sbocciare dell’essere, ne in termini di desiderio, di adempimento umano…
Dire che si è gay o lesbica e cristiani: cattolici, protestanti, ortodossi, anglicani, è difficile, poiché spesso la cosa viene interpretata in modo diverso secondo la persona che la sente… Spesso viene percepito come un antagonismo, una cosa inconcepibile…
E’ certo che alcuni discorsi delle chiese non permettono ad alcuni omosessuali di avere un’immagine positiva, una stima di se nei confronti di se stessi, della società, e nei confronti di Dio.
Ma siamo in tanti a credere che questo amore di Cristo è anche per noi omosessuali. E non è per il fatto di avere un orientamento sessuale diverso che siamo meno amati.
Una volta battezzati noi facciamo parte della comunità dei credenti, che la Chiesa lo voglia o no. Nella maggior parte siamo iscritti nelle nostre comunità di base, nelle nostre parrocchie, nei nostri gruppi di riflessione, e cerchiamo, quando è possibile, di condividere ciò che viviamo in quanto omosessuali cristiani.
Il Cristo è venuto per gli esclusi, e per il fatto delle esclusioni che viviamo quotidianamente nella società, nelle Chiese, e persino nella comunità omosessuale, la nostra fede ne viene rafforzata. Noi ci troviamo in uno spazio di transizione con una parola originale: essere cristiani tra i gays e le lesbiche, essere omosessuali tra i cristiani, ed essere omosessuali cristiani nella società.
L’associazione “David & Jonathan” accoglie uomini e donne di associazioni cristiane, non credenti e credenti iscritti nelle diverse Chiese protestanti, anglicane, ortodosse e cattoliche, intorno alla ricerca del senso, della condivisione della fede per coloro che la desiderano, della liberazione della parola che permette ad ognuno di vivere la propria realtà.
L’associazione è inserita in scambi con le parrocchie: preparazione di tempi di preghiera, di celebrazioni in comune o ancora con i rappresentanti delle Chiese: preti, pastori, vescovi, con i quali noi condividiamo la nostra vita di fede, pur avendo a cuore di proporre nuove forme di condivisione, di preghiere, di vita comunitaria.
L’anno scorso siamo stati invitati al dibattito sulla presenza degli omosessuali nelle Chiese protestanti, per un apporto di testimonianze. Ma ci capita anche di avere incontri, come non più tardi del mese di marzo, con i rappresentanti dell’Episcopato di Francia riguardo alla legge di lotta contro le discriminazioni. Abbiamo ricevuto ed ascoltato, in una dimensione di rispetto e di recettività… “David & Jonathan” ha sviluppato una rete di partners. E’ infatti cofondatrice di due organismi:
– La Rete dei Sagrati, federazione di associazioni cristiane (più di 80 associazioni), che vuole esprimere una parola diversa in seno alle Chiese. Quest’ultima ha appena riunito una rete europea.
– Il Forum dei gruppi cristiani gay e lesbici d’Europa, raggruppamento che riunisce le associazioni omosessuali cristiane dell’insieme dell’Europa per scambiare le nostre esperienze e le nostre domande.
Ma la nostra associazione interscambia regolarmente con altre associazioni di altre confessioni come il “Beit Havérim” (associazione omosessuale ebraica francese), “Appuntamento cristiano”, il “Centro del Cristo liberatore” (associazione protestante omosessuale), la MCC di Montpellier…
E’ vero che in Francia possiamo essere visibili e osare esprimerci in quanto omosessuali cristiani e che questo non succede certo dovunque nel mondo. E’ una opportunità che può aiutare a far progredire alcune cose anche in altri paesi.
D’altronde, sono anche portavoce dell’associazione come “Cattolici per libera scelta” che ha preso l’iniziativa di lanciare attraverso il mondo una petizione per ribadire l’importanza della dignità della persona umana, e che ogni tortura, violenza e discriminazione rappresentano una violazione di questa dignità, che tutte le persone sono uguali come dignità e come diritti qualunque sia il loro orientamento sessuale o il loro genere..
Nessuna tradizione di fede avalla la tortura o permette che delle persone siano considerate come subumane. esigono che i diritti umani di ogni persona siano rispettati. Questa dichiarazione è oggi largamente sottoscritta e questo dimostra che esiste un largo consenso di personalità per dire che omosessualità e religione possono coniugarsi.
Testo originale: Les réalités del personnes GLBT Crétiennes