Coming out. La rivelazione e l’aiuto di un amico
Testimonianza tratta dal sito Zagay (Francia), 29 gennaio 2009, liberamente tradotta da Giacomo Tessaro
Avevo 15 anni. Andavo dietro a un amico che mi ha affascinato per molto tempo. Lo desideravo, cercavo di provocare qualcosa in lui. Un po’ divertito, un po’ inquieto mi fa “Smettila adesso o diventeremo dei froci!”. Qualche secondo. “Io lo sono già.” Silenzio. Sbalordito ma molto comprensivo, ci ha messo un po’ di tempo a crederci. Mi metteva alla prova.
Io ho avuto troppi scrupoli, non ho mai osato approfittare della situazione pur desiderandolo sempre di più. Era un gioco inoffensivo per lui. Non sono sicuro che si possa dire lo stesso per me.
La frustrazione fa dei danni, e non solo su chi è frustrato. Quanto agiamo sugli altri senza che ce ne rendiamo conto! Lui mi ha aiutato, io ho provato a fare lo stesso. Grazie Thomas.
Uno per uno ho informato amici e amiche, sempre con più o meno apprensione. Nessuno mi ha rifiutato. Non direi che non è cambiato niente, al contrario.
Un sovrappiù di attenzione, di complicità con le ragazze, curiosità da parte dei ragazzi. È una cosa così originale! Confesso di amare questo piccolo supplemento che ci distingue, che può aiutare ad esistere se non lo si concepisce come una gabbia.
La cosa più dura sono sempre i genitori. Credo di poter dire di avere sbagliato io. Una lettera di un’amica.
Mi sono detto che non era prudente lasciare in evidenza sulla scrivania quella verità. Non l’ho nascosta, mamma l’ha letta (Ooh, la curiosona!).
È stato difficile, soprattutto per lei. E sette anni dopo restano le stigmate. Faccio molta fatica a comprendere che ci si possa torturare l’anima chiedendosi il perché e il percome su qualcosa che bisogna semplicemente accettare.
Per quanto riguarda mio padre, ringrazio la defunta e improbabile rivista Idol, il cui discreto invio di vecchi numeri fu aperto, lui dice, per sbaglio. Dato che mia madre dice sempre che occorreranno a papà dieci anni per accettarlo, prevedo una prossima ripresa della comunicazione…
Adesso, dirlo non è davvero un problema; la cosa viene da sé e se si comincia a parlarne con il tono giusto, per quanto all’inizio l’interlocutore sia stupito accetterà anche la presenza di un compagno. Ma forse sono in una situazione privilegiata?
Gli ambienti universitari e scolastici sono globalmente abbastanza progressisti e ho la fortuna di avere una famiglia adottiva adorabile e molto tollerante. Auguro a tutti questa fortuna e spero che la recente visibilità dei gay accettati dai genitori sia il riflesso fedele di un movimento di riconciliazione tra l’omosessualità e la famiglia.
Buttatevi! Sarete certamente sorpresi del risultato. O perlomeno vi sentirete più leggeri.
Testo originale: Coming-out, la révélation, l’aide d’un ami