Continuo a vivere, dopo tanti fallimenti, credendo in Dio!
Riflessioni di Darianna Saccomandi
Ho fallito perché mi sono trovata sola e privata della comunione di tante persone che pensavo sorelle e fratelli; ho fallito perché ho amato ed amo una persona che ho reso infelice e non gli ho dato nulla di quello che lei avrebbe desiderato; ho fallito con me stessa perché ho sempre sviluppato progetti che funzionano, ma che non hanno mai superato i tre anni di vita.
Nel tempo ho compreso che sono gli altri che si bruciano delle possibilità. Questo non mi da gioia, al contrario, però mi da serenità di giudizio verso me stessa e la mia esistenza. Con il senno del poi, tutti sono capaci a fare le scelte giuste, ma nel momento? In quel preciso istante in cui devi prendere una decisione? Chi ha la sfera di cristallo per poter decidere la cosa migliore? Nessuno!
Si decide sulla base del contesto e con quella speranza che sia la cosa migliore. Si sbaglia? No! Non si sbaglia, si prende una decisione contestuale senza conoscere cosa accadrà, avendo fatto un rapido o approfondito calcolo su cosa potrebbe accadere, ma senza alcuna certezza.
Fino a quale mese fa, la sensazione di me era quella di essere “Un Re Mida” al contrario, ovvero tutto quello che toccavo diventava …….! Ma non è vero! Era una mia condizione psicologica di stanchezza e di sfiducia in me stessa che non mi dava la capacità di saper cogliere l’elemento più importante, ovvero me stessa. Si, io avevo smesso da tempo immemorabile di amarmi. Ora non è che mi ami, ma quanto meno mi voglio veramente bene!
Quando ho detto che a me è dato di portare a casa come bottino la mia vita, lo dico citando un passo dell’Antico Testamento! Non credo in un “Dio extraterrestre che mi viene a portare via per poter ricominciare”, piuttosto credo in un Dio che elegge al suo servizio e che il bottino migliore che è dato ad una serva è quello di portare a casa la propria esistenza.