Contraddizioni di Francia, dove è possibile raggiungere i cinque obiettivi della sharia più che in tanti Paesi musulmani
Riflessioni* di Alpha Amadou Bah** pubblicate sul sito Protestants dans la Ville (Francia) il 19 febbraio 2020, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Il termine Shari’a appare solo una volta nel Corano (45:18), e viene tradotto con “Via”: “Poi abbiamo designato te per una retta Via; seguila, e non seguire le passioni di coloro che non sanno”.
“Shari’a” è una parola araba che viene dal verbo “shara’a”, che si traduce approssimativamente con “aprire, diventare chiaro”. Secondo un altro approccio lessicale, il termine fa riferimento a un luogo irrigato dove gli esseri umani e gli animali vengono a bere, a condizione che la fonte d’acqua sia un ruscello o un fiume in movimento (1); si tratta quindi del cammino, della via, del processo che permette al credente di camminare, in quanto scopo di ogni musulmano è la prossimità con Dio.
Percorrendo il Corano, gli ahadith del Profeta e le riflessioni dei suoi compagni e dei sapienti che hanno aperto il cammino in questa riflessione sulla Shari’a, troviamo che essa si prefigge cinque obiettivi, ovvero cinque protezioni, riconosciute dai musulmani di ogni corrente: protezione della fede (libertà di credere o di non credere), della vita umana, del libero arbitrio, della perpetuazione della specie e del diritto di proprietà, cose che da molto tempo vengono continuamente ricordate da “fugaha” (2) come l’imam Ash Shatibi nella sua opera Al Muwafaqat fi usul ish Shari’a.
Partendo da questo, possiamo porci la domanda su quale Paese permette di raggiungere questi cinque obiettivi in maniera libera e piena. A mio avviso, la Francia li rispetta, o comunque permette all’essere umano di raggiungerli più di tutti i Paesi musulmani (3).
La Shari’a è la Via, e non la legge che deve condurre l’individuo verso il retto cammino, e dev’essere dinamica, in movimento, piena di vita, deve rispondere alle domande sempre in evoluzione della società.
Non è una legge immutabile, e la storia del pensiero islamico ci dimostra che essa è una creazione (costruzione) umana, che tiene conto dei tempi e dei luoghi. È un processo pensato per gli esseri umani, che devono continuamente renderlo attuale tenendo conto del contesto e della realtà in cui vivono.
(1) 1. G. A. Parvez, Lughat ul Qur’an, Idaho Tulu’e Islam, Lahore, 1960, volume II, 941-944.
(2) Teologo e giureconsulto musulmano.
(3) L’imam e professore Mohamed Bajrafil ha ribadito questa idea in una trasmissione televisiva: “La Francia applica la Shari’a più di tutti i Paesi musulmani messi assieme”.
* Il passo coranico è tratto dalla traduzione di Gabriele Mandel Khan.
** Alpha Amadou Bah è dottorando in sociologia all’Università Paul Valéry di Montpellier.