Coppie gay. Il Vescovo Semeraro: «Basta rigidità! Così si sostiene e accompagna ogni persona»
Intervista di Gian Guido Vecchia a mons. Marcello Semeraro pubblicata sul Corriere della Sera del 22 ottobre 2020, pag.15
«Una volta il Santo Padre, sorridendo, mi ha detto: vedi, Marcello, dovresti approfondire la riflessione sull’importanza del sostantivo rispetto all’aggettivo qualificativo. Il sostantivo è più importante degli aggettivi».
Il vescovo Marcello Semeraro, appena nominato prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi (al posto del cardinale Angelo Becciu, costretto alle dimissioni dopo l’inchiesta sullo scandalo londinese), considera le parole riportate di Francesco sulle unioni civili e le «persone omosessuali» senza stupore.
Con Bergoglio si conoscono da quasi vent’anni, ben prima del Conclave. Monsignor Semeraro ha appena scritto la prefazione al libro di don Aristide Fumagalli «L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana».
Eccellenza, lei stesso una volta disse al «Corriere»: «In linea di principio, non ho obiezioni al fatto che sotto il profilo pubblico si dia consistenza giuridica a queste unioni».
«Certo, è legittimo per una società trovare forme giuridiche di garanzia. Ma la riflessione del Papa, più che dal punto di vista giuridico, va letta in un altro contesto».
E quale?
«Di tutto ciò che serve a tutelare la persona. Anzi, meglio: a custodirla. Tutti gli interventi del Papa sono in difesa della persona. Bisogna saper guardare ad ogni persona, ad ogni figlio di Dio, prima di ogni possibile aggettivo, “omosessuale” o altro. Sostenerla e aiutarla, soprattutto nel momento in cui ne ha bisogno».
E questo significa anche tutela giuridica?
«Sì, anche: significa tutto ciò che può custodire le persone, accompagnarle nel cammino che stanno facendo. Di fronte ad ogni figlio di Dio, devi guardare la sostanza prima degli aggettivi. Solo così ogni persona potrà fare un passo in avanti. È un po’ il “magis” di Sant’Ignazio di Loyola».
E cioè?
«Non un idealismo astratto da “tutto o niente”, ma la ragionevolezza del “meglio possibile”. Quello del Santo Padre è un atteggiamento pastorale. L’opposto di chi, con il suo comportamento rigido, fa cadere una persona anziché sostenerla. San Leone Magno, quando parla della cura pastorale, dice che questo atteggiamento, soffocare una persona e impedirle di guardare oltre, non è cristiano».
È una svolta?
«Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice che le persone con tendenze omosessuali “devono essere accolte con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione”».