Cosa accade nella diocesi di Torino quando le famiglie cattoliche con figli LGBT s’incontrano?
Testimonianza di Diana (madre) e Lorenza (figlia) di Torino
Nel giorno di Ognissanti si è svolto un incontro di genitori cattolici con figli LGBTQ nella Parrocchia di Nostra Signora di Lourdes a Nichelino (TO). I partecipanti erano circa una trentina con una coppia di genitori che si presentavano per la prima volta, dopo aver saputo tramite internet dell’incontro.
Nella prima parte del programma della mattinata siamo stati accolti da don Gianluca Carrega (responsabile dell’arcidiocesi di Torino per la pastorale delle persone omosessuali) e da don Mario Aversano (direttore dell’Ufficio di Pastorale della Famiglia), che è stato molto accogliente e disponibile al dialogo. Nella sua parrocchia già è attivo sui temi dell’omosessualità in quanto ne parla. Ha detto che ha sponsorizzato l’evento di ieri ed ha avuto riscontri positivi tra i fedeli, alcune persone si sono aperte con lui.
L’incontro è stato aperto da don Gianluca e dopo il giro di presentazione individuale, in cui quasi tutti ci conoscevamo già poichè siamo tutti attivi nel mondo LGBTQ, c’è stato il racconto di due coppie di genitori: Corrado e Michela che hanno raccontato l’esperienza del gruppo di genitori cristiani con figli LGBT di Parma e poi Enrico ed Elena che hanno raccontato la loro esperienza nella parrocchia di Reggio Emilia.
A Parma Corrado e Michela continuano il loro prezioso lavoro di accompagnamento all’unione civile delle coppie omosessuali, mentre Enrico ed Elena hanno raccontato la loro storia personale: di loro figlio, che li ha portati ad una crescita interiore e a creare un gruppo folto di parrocchiani di ogni estrazione che partecipano due volte a settimana agli incontri di preghiera con annessa cena e scambio di pensieri, racconti e vite.
Erano anche presenti due coppie gay, una con i loro genitori, che si erano uniti civilmente. Hanno raccontato la loro storia, le emozioni di quel giorno e soprattutto la dichiarazione ufficiale del loro stato di fronte alla società, che è quello che conta maggiormente. I genitori di una coppia hanno espresso il loro lungo e difficile percorso prima di accettare con serenità il figlio ed il compagno.
I due genitori nuovi hanno espresso la loro difficoltà, paura, shock in quanto hanno appena scoperto l’omosessualità della figlia diciassettenne. Hanno apprezzato l’incontro e sono stati contenti. Si è spiegato che esiste una rete di genitori, persone e preti e consacrati che possono aiutarli a superare le paure, la vergogna e che possono anche confrontare con persone con i loro stessi problemi.
Dopo un pranzo conviviale insieme, in cui ci si è potuti conoscere meglio, nel pomeriggio sono emerse invece le discussioni su come si voleva procedere per il futuro e cosa si volesse fare in concreto per i giovani LGBTQ e le loro famiglie.
Si è discusso sul fatto che i pastori, operatori e animatori devono essere formati adeguatamente, che anche grazie alla pastorale per la famiglia che è ancora all’inizio si può pensare di progettare uno sportello per le famiglie LGBTQ in difficoltà per un primo ascolto. Poi successivamente si può pensare di organizzare degli incontri a tema sull’omosessualità invitando anche psicologi, sociologi.
L’esigenza che è emersa da parte di tutti è di “uscire dall’armadio” e di rendersi più visibili sia nelle parrocchie, parlandone di più a Messa e non facendo finta che non esista il problema e sia di fare rete con sempre più genitori in modo che non si sentano isolati e che capiscano che i passaggi sono gli stessi per tutte le persone. Si è anche deciso di continuare e di approfondire questi temi in altri incontri successivi con Don Mario, che si occupa della pastorale delle famiglie.
Alla fine è stata celebrata la Messa da Don Gianluca in un clima molto fraterno ed emozionante per la giornata intensa e per la predica in questa giornata particolare della festa dei Santi.
È stata una giornata emozionante, in cui si sono condivisi cammini di vita preziosi, di crescita personale e spirituale, in cui ci si è potuti confrontare in un clima di famiglia, senza giudizi, ma in un clima di accoglienza, dove sono anche emerse perplessità, dubbi, ma dove poi tutti insieme abbiamo cercato rassicurazioni, innovazioni grazie anche alla parola del Signore.
Spero che ci sia occasione di ripetere giornate così e che partecipino sempre più persone e che si arrivi finalmente ad una maggiore inclusione nella chiesa cattolica.