Cosa ci ha spinto a rendere pubblica la nostra storia di genitori cattolici con un figlio gay
Intervento tenuto da Silvia e Andrea, genitori del gruppo Davide di Parma, all’incontro di presentazione del libretto “Genitori Fortunati” tenuto al Guado di Milano il 21 settembre 2019
Grazie per questo invito, siamo molto contenti di incontrare il famoso, storico gruppo del Guado di Milano che, se non sbaglio, è stato il primo gruppo di cristiani LGBT in Italia, nato addirittura nel 1980, ben 40 anni fa!
Noi veniamo da luoghi diversi, da percorsi e storie diverse, tanti di voi non li abbiamo mai incontrati, eppure, qui con voi ci sentiamo a casa, in famiglia: è bello percepire che la nostra storia molto recente – nostro figlio ha fatto coming out solo 6 anni fa, il gruppo Davide di cui facciamo parte è nato solo 4 anni fa – si inserisce in un movimento di persone, idee, esperienze, molto ampio e articolato, si innesta in una storia che ci precede e parte da molto lontano: quella dei gruppi di cristiani LGBT, come il Guado e diversi gruppi che in questi anni abbiamo avuto la fortuna di incontrare.
Sappiamo, per esperienza personale, che questi gruppi sono un grande dono e una grande ricchezza: come ricordava teneramente Luca Bocchi nella testimonianza che ha portato a Parma in occasione dell’ultima veglia contro l’omofobia : “ …i gruppi di credenti lgbt sono stati e sono tuttora, per tanti, il primo approdo, il porto sicuro, l’unico riparo contro la solitudine e i continui attacchi che si subiscono nella società e nella Chiesa…”
Per questo ci tenevamo, innanzitutto, a dire il nostro GRAZIE a tutti coloro che prima di noi, per lunghi anni, e in tempi molto più difficili e bui di questi, si sono spesi per mantenere viva la fede e la speranza. Grazie a loro, a tanti di voi, quando qualche anno fa, ci siamo affacciati a questa nuova realtà e condizione di genitori con un figlio gay, non ci siamo sentiti soli, ci siamo sentiti accolti e sostenuti come in una grande famiglia.
E allora, considerando la nostra testimonianza raccolta nel libretto “Genitori Fortunati” (edito dalla Tenda di Gionata), e le ragioni che hanno guidato la scelta di raccontarci, anche pubblicamente, di renderci visibili, emerge, innanzitutto, il desiderio di contribuire anche noi, come laici credenti, a conservare la speranza per le persone omosessuali, i loro genitori e le loro famiglie: nel nostro piccolo, con umiltà ma anche con determinazione e passione, vogliamo essere la Chiesa di Parma che accoglie le persone omosessuali, così come sono, con il loro desiderio di vivere in pienezza, alla luce del sole, con autenticità e verità, tutte le dimensioni della vita di relazione : quella affettiva, familiare, sociale, ecclesiale.
Concretamente la nostra testimonianza si traduce in 3 impegni principali:
– Innanzitutto, dare voce a chi non ce l’ha; dare visibilità a chi è costretto a vivere nell’ombra; dare un nome a ciò che sembra impronunciabile e innominabile; fare emergere dall’anonimato e dal nascondimento un’umanità che esiste e non può più essere relegata in un mondo a parte solo perché diversa. “I nostri figli, le nostre figlie parte del mondo e non un mondo a parte”. E’questo uno slogan che ci è sempre piaciuto molto e potremmo mutuarlo in “I nostri figli parte della Chiesa e non a parte della Chiesa”, cioè ai margini o addirittura fuori dalla comunità.
– In secondo luogo desideriamo impegnarci a restituire il vero volto dei nostri figli omosessuali, un volto bello e luminoso. I nostri figli non sono sbagliati, malati, segnati dal peccato, sono uomini e donne come tutti gli altri che semplicemente, declinano in modo differente, l’universale vocazione all’amore.
– Infine, riteniamo importante trasmettere alla comunità civile ed ecclesiale, soprattutto alle famiglie che incontriamo, un’immagine positiva della nostra genitorialità: un figlio gay non è una disgrazia, una colpa, qualcosa di cui vergognarsi, anzi, per noi è stato un dono, un’esperienza che ci ha reso persone migliori, ha allargato i nostri orizzonti, il nostro cuore.
In conclusione, il nostro desiderio è quello di camminare in una Chiesa che non si dimentichi dei nostri figli omosessuali, che diventi sempre più accogliente ed inclusiva, dove le famiglie che hanno all’interno persone omosessuali non siano lasciate sole ma siano accompagnate con rispetto e misericordia.
Tutto questo, ci sembra profondamente in sintonia con lo spirito del pontificato di papa Francesco che ci dà molta speranza e ci incoraggia.
E’ il pontificato dell’Evangelii Gaudium con il grande ideale della “CHIESA IN USCITA” verso le periferie esistenziali, della CHIESA CASA DEL PADRE con le porte spalancate al mondo, DELLA REALTA’ SUPERIORE ALL’IDEA che subordina i principi teorici all’esistenza concreta.
E’ il pontificato della splendida AMORIS LAETITIA: benché, apparentemente non abbia detto nulla di nuovo rispetto all’omosessualità, lo spirito di fondo è straordinariamente nuovo ed evangelico. Il modello di Chiesa che propone non è la chiesa che giudica e condanna, salendo in cattedra e ponendo in primo piano le norme; è una Chiesa Madre/Padre amorevole e misericordiosa che si pone a fianco dell’umanità non per giudicare ma per comprendere, consolare, integrare, discernere e accompagnare, soprattutto chi è segnato dalla fragilità.
La nostra speranza è che questo modello di Chiesa ispiri e promuova una pastorale anche per le persone omosessuali e le loro famiglie.
Silvia e Andrea