Cosa dice la Bibbia sull’omosessualità?
Riflessioni bibliche di Michael S. Plaza* tratte dal Blog ‘L’armari obert’ (Spagna) del 10 novembre 2010, liberamente tradotte da Adriano C.
La Bibbia, nella nostra società Giudaico-Cristiana, viene riconosciuta come guida principale per molte persone, è interessante notare quanti cristiani prendano letteralmente i riferimenti agli atti omosessuali, e come invece interpretino altri testi con con grande flessibilità. Qualche tempo fa ascoltai una donna, conosciuta a livello nazionale, che nella sua campagna parlava contro l’omosessualità.
Parlò per circa un ora del Levítico e, sicuramente, quelli che l’ascoltarono accettarono molte cose di quelle che lei diceva, tuttavia ella stessa stava contravvenendo a molte regole del libro del Levitico o della Bibbia, giacchè alle donne non è permesso parlare in Chiesa, nè che insegnino agli uomini, nè che portino i vestiti di cotone e poliestere, e altre leggi che si trovano in Levitico e delle quali sicuramente essa non era assolutamente a conoscenza.
Cosa dice la Bibbia sull’omosessualità? Sinceramente, molto poco. Gesù non disse mai nulla, il che è molto significativo. Viene spesso richiamata la nostra attenzione sulle poche volte che la Bibbia tocca questa tematica, mentre ad altri temi (per esempio il giudizio, l’orgoglio, l’ipocrisia) ai quali si fa molto più riferimento nelle scritture, ricevono un’attenzione molto inferiore e meno appassionata; per ottenere un giudizio equilibrato dovremmo dunque chiedercene il motivo.
Prima di addentrarci nel tema, osserviamo come ogni persona comprenda le scritture attraverso la lente di quanto gli è stato insegnato. Prima di tutto dobbiamo sapere che la Bibbia non è stata scritta in un vuoto culturale, ma in una cultura e in un popolo particolare, e molte delle sue istruzioni e leggi (ad esempio la proibizione di mangiare il maiale) oggi, vengono classificate semplicemente come meno rilevanti o importanti.
In nessuna parte della Bibbia viene espressa l’idea di condannare le persone che sono omosessuali. Queste dichiarazioni, senza eccezioni, sono dirette ad alcuni atti omosessuali. Gli scrittori biblici non avevano nessuna comprensione dell’omosessualità come orientamento psico-sessuale.
Questa realtà è una scoperta relativamente recente. Gli autori biblici si riferivano agli atti omosessuali realizzati da persone eterosessuali che assumevano questo comportamento relazionandosi al sesso.
LA STORIA DI SODOMA
Il testo della storia di Sodoma è il principale che viene utilizzato nella condanna all’omosessualità. Questa storia è stata spesso interpretata come l’orrore di Dio verso l’omosessualità.
Secondo il testo biblico, due angeli in forma umana furono inviati a Sodoma e Lot li invitò nella sua casa. Mentre gli angeli erano presso di lui, tutta la gente della citta, “dal più giovane al più anziano, circondarono la casa…”e volevano che i visitatori fossero fatti uscire, gridando, “Dove sono gli uomini che sono entrati a casa tua questa notte? Falli uscire, perchè vogliamo abusare di loro”. (Genesi 19, 5). Lot usciì e chiese agli uomini di lasciar stare i suoi ospiti e che prendessero invece le sue figlie che non avevano conosciuto ancora un uomo. I cittadini allora si arrabbiarono e decisero di abbattere la porta, ma i visitatori stesero le mani e tirarono Lot in casa.
Ci sono vari problemi con l’interpretazione di questo passaggio. Quello che lo scrittore biblico vuole far risaltare non è il fatto della omosessualità bensì l’inospitabilità e l’ingiustizia dei suoi abitanti, che viene considerata come il peccato di Sodoma.
Gesù stesso si riferì all’inospitalità di Sodoma. Se quegli uomini erano omosessuali come mai Lot offre loro le sue figlie? Quello che si nota qui è la minaccia di stupro. Il punto significativo dunque è che tutte le violenze sono considerate da Dio come un atto orribile. La storia meriterebbe un’altra lettura da parte di tutti noi.
Va notato che gli uomini di Sodoma non potevano essere tutti omosessuali, sarebbe infatti inutile distruggerla giacchè una comunità dove non si procrea è destinata a morire senza eredi. Forse si trattava di un gruppo di uomini malvagi che tentavano di abusare di uomini stranieri, ed è ironico che le persone lesbiche e gay si prendano la colpa o siano vittime di questo peccato.
Sebbene l’interpretazione tradizionale della storia di Sodoma sia destinata a cadere, come discussione contro l’omosessualità, ci sono vari passaggi dell’Antico Testamento che condannano gli atti omosessuali. Anche in questo caso, va osservato che questi passaggi non riguardano l’orientamento sessuale verso le persone dello stesso sesso, nè vi è alcun riferimento a lesbiche o gay.
LEVITICO
Nell’Antico Testamento ci sono due riferimenti agli atti omosessuali che si trovano in Levitico 18, 22 e Levitico 20,13. Ma questi passaggi sono una parte del codice dei Leviti, che non è custodito da gruppi cristiani. Se fosse obbligatorio applicare questo codice, tutti i cristiani sarebbero scomunicati o giustiziati.
E’ stato logicamente sostenuto che la scienza e il progresso hanno fatto in modo che molte leggi del Levitico siano inapplicabili al giorno d’oggi. Per esempio, Tim LaHaye indica che, sebbene le leggi del Levitico proibiscano la relazione sessuale durante il periodo mestruale, attualmente le autorità mediche non ritengono che siano nocive, pertanto non possono essere viste come peccaminose.
Egli ci spiega inoltre, che queste leggi sono state redatte 3.500 anni fa, prima che esistessero le docce e i bagni, prima dei tamponi, dei disinfettanti, e di altri mezzi che sono stati inventati per migliorare l’igiente intima femminile.
Con questo, LaHaye ci fa notare che questa legge è irrilevante per il nostro tempo presente. Ironia della sorte, nel suo libro, “El gay infeliz” (Il gaio infelice), le leggi del Levitico sono una delle principali pietre angolari, sulle quali egli si appoggia. Molte leggi del codice di Santità, attualmente sono inapplicabili per noi come legge morale. Un altro dei costumi da considerare è che a quel tempo, avere figli era di importanza estrema per gli Ebrei, ora per l’uomo moderno è meno rilevante a causa della sovrappopolazione.
DAVIDE E GIONATA
La Bibbia non tratta mai dell’amore omosessuale, ma esistono diversi passaggi dell’amore tra due persone dello stesso sesso. L’amore di Davide per Gionata, quando esprime i suoi sentimenti alla notizia della morte del suo amico:
Io sono in angoscia a motivo di te, Gionata, fratello mio;
tu mi eri molto caro,
e l’amore tuo per me
era più meraviglioso dell’amore delle donne.
2 Sam. 1, 26
RUTH E NOEMI
Un altro esempio è la relazione tra Ruth e Noemi, dove si manifesta un amore profondo, un amore che lega. Come possiamo apprezzare, la Bibbia avvalora l’affetto tra persone dello stesso sesso.
GLI ATTEGGIAMENTI DI GESU’
Si noti anche l’atteggiamento di Gesù nel contesto del Nuovo Testamento, dove non si trova alcun passaggio che dica qualcosa in relazione all’omosessualità. Così, l’amore tra persone dello stesso sesso non dovrebbe essere visto come una minaccia al cristianesimo, alla vita familiare, o allo stile di vita americano, il quale vorrebbe farci credere che l’omosessualità sia una minaccia. Gesù riteneva che l’ingiustizia e l’ipocrisia fossero una minaccia maggiore per il Regno di Dio.
Il sacerdote episcopale, Dr. Tom Horner ha commentato due scritture nel Vangelo dove l’attitudine di Gesù verso le lesbiche e i gay non fu ostile. Il primo lo troviamo nella storia di Gesù che guarisce il servo del centurione. La parola utilizzata per il servo è “pais” che nella cutura greca si riferisce ad un amante più giovane di un uomo anziano o più educato socialmente. La storia dimostra chiaramente un amore stranamente intenso, e la risposta di Gesù fu totalmente positiva. Mt 8, 5
Un altro passaggio interessante per l’atteggiamento assunto da Gesù è in relazione agli eunuchi.
Ma egli rispose loro: «Non tutti sono capaci di mettere in pratica questa parola, ma soltanto quelli ai quali è dato. Poiché vi sono degli eunuchi che sono tali dalla nascita; vi sono degli eunuchi, i quali sono stati fatti tali dagli uomini, e vi sono degli eunuchi, i quali si sono fatti eunuchi da sé a motivo del regno dei cieli. Chi può capire, capisca». Mt 19. 11, 12
Le osservazioni di Gesù circa il celibato e la castrazione sono chiare, inoltre bisogna considerare che un bambino maschio che nasce senza testicoli è un difetto di nascita assai raro. E’ solamente ai nostri giorni che l’istituto Kinsey ha dimostrato che l’orientamento sessuale è probabilmente determinato prima della nascita. Si potrebbe dunque pensare che è a costoro che Gesù si riferisce quando dice “sono eunuchi dalla nascita”, ossia, alle persone che oggi vengono chiamate lesbiche o gay.
L’atteggiamento di Gesù verso gli eunuchi si differenziò notevolmente da quella dei farisei fondamentalisti dell’epoca. A questi eunuchi che furono esclusi dal servizio di adorazione e di partecipare alle comunità di fede, nel libro di Isaia viene dedicata una meravogliosa profezia:
“Infatti così parla il Signore
circa gli eunuchi che osserveranno i miei sabati,
che sceglieranno ciò che a me piace
e si atterranno al mio patto:
«Io darò loro, nella mia casa e dentro le mie mura, un posto e un nome,
che avranno più valore di figli e di figlie;
darò loro un nome eterno,
che non perirà più.
Anche gli stranieri che si saranno uniti al Signore per servirlo,
per amare il nome del Signore,
per essere suoi servi,
tutti quelli che osserveranno il sabato astenendosi dal profanarlo
e si atterranno al mio patto,
io li condurrò sul mio monte santo
e li rallegrerò nella mia casa di preghiera;
i loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi sul mio altare,
perché la mia casa sarà chiamata una casa di preghiera per tutti i popoli».
Il Signore, Dio,
che raccoglie gli esuli d’Israele, dice:
«Io ne raccoglierò intorno a lui anche degli altri, oltre a quelli dei suoi che sono già raccolti». Isaia 56:4-8
Come possiamo vedere, nella persona di Gesù si manifesta questo approccio compassionevole verso gli eunuchi, e questo si manifesta anche quando nel passaggio suddetto il profeta Isaia dice: “darò loro un nome eterno che non perirà più”. Come possiamo vedere Gesù si riferisce a queste tre classi differenti di eunuchi: i celibi, i castrati che servono come schiavi in modo che non potessero generare figli, e quelli che erano eunuchi dalla nascita oppure omosessuali.
Era tradizione che a quell’epoca le case reali e ricche utizzassero schiavi per il lavoro e la cura delle concubine. Tuttavia nell’assegnare schiavi ai membri femminili della famiglia reale, era meglio fossero scelti gli omosessuali, poichè questo dissipava gli eventuali dubbi o preoccupazioni in merito a gravidanze indesiderate e stupri.
I RIFERIMENTI A PAOLO
E’ in questa luce che dobbiamo leggere la storia che incontriamo in Atti 8, 26-40. In questo passaggio lo Spirito Santo invia Filippo per fare testimonianza a Gesù e battezzare un eunuco etiope. Come possiamo osservare uno dei primi convertiti al cristianesimo fu una persona esclusa dall’Antico Testamento per ragioni sessuali.
La dichiarazione di Paolo che appare in Romani 1:18-32 è quella che viene presa come il rifiuto più forte nel Nuovo Testamento all’omosessualità. E’ necessario chiarire che egli si riferisce all’influenza della cultura pagana sui primi cristiani romani. Dopo aver dato una descrizione dettagliata di un mondo dove si adoravano falsi idoli, egli continua dicendo:
“Perciò Dio li ha abbandonati a passioni infami: infatti le loro donne hanno cambiato l’uso naturale in quello che è contro natura; similmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri commettendo uomini con uomini atti infami, ricevendo in loro stessi la meritata ricompensa del proprio traviamento..”
Quella alla quale Paolo si riferì in questo passaggio era la prostituzione omosessuale che si realizzava nei templi pagani, la quale veniva realizzata in vari tipi di culti (è bene segnalare che alcuni culti utilizzavano la prostituzione eterosessuale). Ancora una volta Paolo non si sta riferendo all’amore tra due persone dello stesso sesso, e inoltre egli non ha chiaramente nessun concetto delle persone per le quali questa forma di vita è “naturale”.
L’altro riferimento di Paolo circa gli atti sessuali simile a questo, è quello di 1 Timoteo 1:8-11. Questo brano biblico contiene una lista delle persone che saranno escluse del Regno di Dio. L’intepretazione di questo passaggio dipende da due parole greche che hanno sempre rappresentato un problema per i traduttori. Nella versione di Re Giacomo, vengono tradotte in “effeminati”; e “chi abusa di se stessi con l’umanità”. Nella versione standard rivisitata, vengono unite e tradotte in omosessuali; tuttavia, queste non sono le parole greche per tradurre omosessuale, e quindi le traduzioni non riflettono una saggia versione. La nuova versione internazionale differenzia queste due parole in “prostituto maschio” e ”omosessuale colpevole”.
La Bibbia di Gerusalemme utilizza “catamita” e “sodomita”; i Catamiti erano i giovani che venivano utilizzati specialmente per gli scopi sessuali e per i quali si pagavano grosse somme di denaro. Nessuno di questi due passaggi si riferisce a coloro che amano altre persone del proprio stesso sesso.
L’AMORE DI GESU’
Le parole e gli atteggiamenti di Gesù Cristo rappresentano una nuova prospettiva, egli ha altre idee in merito ai costumi e ai nuovi concetti sociali. Egli ha elevato la posizione delle donne, che in ultima analisi, erano i suoi discepoli migliori e più fedeli. Fece questo, stimolato dai comandamenti che erano assolutamente comprensibili, affinchè si tenesse conto dei diritti di tutte le persone.
Tuttavia oggi, nel nome di Cristo, il cui amore abbracciava tutti quanti, la chiesa è stata la maggior omofoba di tutte le istituzioni. Non ci deve stupire; rendiamoci conto che la chiesa essendo l’istituzione più grande e potente, si prende la libertà di segregare, come è successo con la segregazione razziale.
Il messaggio finale e centrale del Nuovo Testamento è che TUTTE LE PERSONE SONO AMATE DA DIO, senza eccezioni, poichè “il suo amore è talmente grande che ha inviato il suo Figlio prediletto come riscatto”, per darci la vita eterna.
Prendiamo atto che nè l’omosessualità nè l’eterosessualità sono redentrici, ma dobbiamo chiarire che l’amore di Dio per mezzo di Cristo fu donato al mondo intero senza eccezioni.
UNA RIFLESSIONE TEOLOGICA
La riflessione teologica per il cristiano omosessuale del giorno d’oggi, non deve essere intesa come una malattia che ci isola dalla nostra relazione con Dio, dagli altri e da noi stessi. Pertanto, dobbiamo sempre tener molto presente che fu Gesù che ci diede il comandamento supremo “Ama Dio sopra ogni cosa e il prossimo tuo come te stesso”.
Non vogliamo dire che il cristianesimo è una religione con nuove regole e leggi, ma che è una nuova forma di rapportare la nostra relazione con Dio. Queste cose che i legalisti appassionatamente definiscono come “leggi” etichettate, sono in realtà solo i sintomi di una malattia più profonda di alienazione e separazione. La Chiesa ha speso molta energia nel trattare i sintomi, tralasciando la malattia.
Invece Gesù non trattava eccessivamente le trasgressioni legali delle persone con le quali ebbe relazioni interpersonali; egli fu maggiormente impegnato a curare e a guarire la parte fisica, spirituale ed emozionale delle persone. Forse se la Chiesa si donasse in altro modo al ministero della guarigione e della riconciliazione, questi sintomi che stiamo trattando comincerebbero a sparire.
Tutto questo ci fa chiedere: l’omosessualità è un sintomo di separazione da Dio? Potrebbe esserlo in alcuni casi. Ma additare e accusare qualcuno come colpevole non è la miglior forma cristiana. Del resto, dobbiamo tenere a mente che Gesù accettò le donne, e fu ad una donna, in più prostituta, che per primo rivelò la grande notizia della Resurrezione e del suo annuncio.
Quando viene chiesto a una lesbica o a un gay da quanto tempo sentono questa pulsione, la maggior parte risponde che è fin da quando possono ricordare, per noi questo è naturale come il colore dei capelli, degli occhi oppure l’uso delle mani. La ricerca dell’Istituto Kinsey ha suggerito che l’omosessualità potrebbe essere vincolata a condizioni genetiche, o anche a fattori pre-natali, anche se meno possibile.
La maggior parte degli psicologi più affermati, coincidono nel dire che l’orientamento sessuale, per la maggior parte delle persone, avviene prima dei cinque anni di età. Pertanto, visto che non è una questione di scelta, non possiamo farne una regola morale o etica.
Molti cristiani insistono sul fatto che Dio li possa cambiare o che curi la loro omosessualità, nel libro “Il terzo sesso” possiamo trovare la testimonianza di sei omosessuali che raccontano di essere stati curati da Dio, ma sappiamo che quattro di loro sono tornati allo stile di vita omosessuale.
Molti, tra lesbiche e gay passano la loro vita a cercar di persuadere Dio a cambiare le loro sensazioni, che sarebbe come chiedere che ti venga cambiato il colore degli occhi. Dunque che opzione si lascia a queste persone? Poichè la Chiesa ha detto loro che non possono avere relazioni sessuali, che devono astenersi, per poter essere cristiani, onde poter evitare una guerra interiore l’unica opzione e quella che non siano cristiani.
La Chiesa ha rifiutato per lo meno il 10% della popolazione. Se escludiamo queste persone dalla comunità ecclesiastica come potremo allora dire o come faremo annunciare che l’amore di Dio e di Gesù non esclude nessuno, che è un amore universale, per tutti e senza eccezioni? Un visione come questa è qualcosa che restringe la concezione di Dio stesso. Andiamo ad escludere delle persone che non possono avere una scelta a causa della loro pulsione sessuale.
La risposta all’ultima domanda è dunque: quando finalmente la Chiesa avrà il coraggio di dire come Paolo “In Cristo non esite ne ebreo nè greco, nè schiavo nè libero, nè uomo nè donna”, nè omosessuale nè eterosessuale. Dio ha abbastanza amore per tutti!
* Il reverendo Michael S. Plaza è Decano della Cattedrale della Speranza dei Cristiani Omosessuali del Cile. Ha contributo al Gruppo di Studio sull’omosessualità.
Testo originale: La homosexualidad en la biblia