Cosa dice la Chiesa Cattolica sulle persone trans? Le parole di Benedetto XVI
Riflessioni pubblicate sul blog Catholic Trans (Stati Uniti) il 7 dicembre 2013, prima parte, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Al contrario di come molti pensano, la Chiesa Cattolica non ha emanato una dottrina ufficiale sul transgenderismo e la transessualità. L’Internet trabocca di opinioni nette, che provengono da ogni ambito del cattolicesimo e rivelano una concezione mitica e distorta del transgenderismo, ma il Magistero della Chiesa mantiene un silenzio frustrante (come lo mantiene sugli individui intersessuali).
In tre occasioni la Chiesa ha detto qualcosa sull’argomento, tre occasioni che i cattolici scettici non mancano mai di evidenziare per rafforzare la loro idea dell’incompatibilità tra gli individui trans* e il cattolicesimo (tratterò di ognuna di esse separatamente):
1) gli auguri di Natale di papa Benedetto;
2) il Catechismo della Chiesa Cattolica, paragrafo 2297;
3) il documento Sub secretum.
1) Papa Benedetto e la teoria gender
Il 21 dicembre 2012 Benedetto XVI si è rivolto alla Curia per gli auguri di Natale. A un certo punto ha toccato il tema della teoria gender, a suo avviso pericolosa, introducendola con le parole di Simone de Beauvoir: “Non si nasce donna, lo si diventa”. Benedetto ha affermato: “In queste parole è dato il fondamento di ciò che oggi, sotto il lemma ‘gender’, viene presentato come nuova filosofia della sessualità”.
Le parole di de Beauvoir possono essere prese nel loro senso più innocuo (ed è infatti una delle mie citazioni preferite), ma Benedetto vi vede un’affermazione molto radicale della teoria gender: “Il sesso, secondo tale filosofia, non è più un dato originario della natura che l’uomo deve accettare e riempire personalmente di senso, bensì un ruolo sociale del quale si decide autonomamente, mentre finora era la società a decidervi. La profonda erroneità di questa teoria e della rivoluzione antropologica in essa soggiacente è evidente. L’uomo contesta di avere una natura precostituita dalla sua corporeità, che caratterizza l’essere umano. Nega la propria natura e decide che essa non gli è data come fatto precostituito, ma che è lui stesso a crearsela”.
Il Pontefice continua descrivendo ciò che secondo lui è l’eterno dualismo maschile-femminile: “Secondo il racconto biblico della creazione, appartiene all’essenza della creatura umana di essere stata creata da Dio come maschio e come femmina. Questa dualità è essenziale per l’essere umano, così come Dio l’ha dato. Proprio questa dualità come dato di partenza viene contestata. Non è più valido ciò che si legge nel racconto della creazione: ‘Maschio e femmina Egli li creò’ (Gen 1:27). No, adesso vale che non è stato Lui a crearli maschio e femmina, ma finora è stata la società a determinarlo e adesso siamo noi stessi a decidere su questo”.
Per prima cosa, l’eccezione conferma la regola: le persone transgender non necessariamente vogliono fare a pezzi il mistero maschio-femmina, semplicemente vi prendono parte in maniera diversa.
In secondo luogo, la scienza ha dimostrato che non tutti gli individui sono biologicamente maschio o femmina al 100% (vedi gli individui intersessuali). La Chiesa mantiene un silenzio imbarazzato di fronte a questi ultimi, probabilmente perché gran parte dei cattolici pensa che mettano in discussione la Genesi. In effetti, le persone intersessuali e trans* mettono DAVVERO in discussione la nostra interpretazione della Genesi, ma lo ha fatto anche la rivoluzione copernicana (la scoperta che è la Terra a muoversi attorno al Sole); queste scoperte non invalidano le Scritture o il dogma, anzi, ci pungolano a guardarvi più in profondità.
In terzo luogo, le parole del Papa vogliono contrastare una versione estremista della teoria gender, la quale in pratica sostiene che “il genere è un costrutto sociale privo di significato”. È evidente come negare che il maschile e il femminile abbiano una qualsiasi validità sia catastrofico per la visione cattolica del mondo, ma l’estremismo di cui sopra non costituisce l’essenza della teoria gender, che nella sua versione basilare sostiene semplicemente che il “sesso” e il “genere” sono due cose distinte: il sesso ha a che fare con il proprio corredo genetico, il genere invece è un’identità interiore, psicologica o spirituale. Scopo della teoria gender è dimostrare quanto siano complicati i concetti di maschile e femminile, di quanti elementi diversi siano composti, di cui l’aspetto esteriore è solo uno. Non è un punto di vista così rivoltante: un filosofo e apologeta cattolico molto ascoltato come Peter Kreeft ha rielaborato la teologia del corpo di Giovanni Paolo II in modo da farne quasi la versione cattolica della teoria gender.
Dietro al discorso di papa Benedetto sta l’idea che la transessualità sia un rifiuto del modo in cui Dio ci ha creati e la decisione di decidere per noi stessi come vivere. Attingendo alla mia esperienza personale, posso dire che a) Dio ha creato la nostra interiorità, non solo il nostro aspetto esteriore, ed essere trans* significa accettare il modo in cui Dio ha creato la nostra interiorità; b) le persone transessuali non “decidono” l’identità di genere che sentono nel profondo. Chi sceglierebbe di avere un’identità di genere femminile e un corpo maschile, e viceversa? Non è una decisione, è la dura realtà.
In quarto luogo, una persona trans* non necessariamente viola l’ingiunzione di “avere una natura precostituita dalla sua corporeità”. Se la teoria fisiologica del transgenderismo continuerà ad essere dimostrata, allora il transgenderismo possiede una realtà fisica. Il cervello è una parte fisica del corpo, proprio come i genitali: se la struttura cerebrale di una persona informa la sua autoconsapevolezza, allora deve essere considerata parte della sua “corporeità”.
Inoltre, un discorso papale di questo tipo non è vincolante né per la morale, né per la dottrina. I cattolici dovrebbero ascoltare le omelie di Benedetto con tutto il rispetto dovuto al Pontefice, ma l’applicazione delle sue opinioni personali deve essere fatta secondo la coscienza individuale. Il Papa è infallibile solo su tematiche di fede e morale e solamente quando parla ex cathedra, vale a dire “dalla cattedra di Pietro”, e nella storia recente della Chiesa è accaduto solo due volte. Negli altri casi, le sue parole sono preziose e (si spera) profetiche, ma comunque suscettibili di essere errate.
Testo originale: WHAT DOES THE CATHOLIC CHURCH ACTUALLY SAY ABOUT TRANSGENDERISM?