Cosa fa una pastorale con le persone LGBT+ e i loro genitori
Testo tratto dal libro LGBTQ Catholics: A Guide to Inclusive Ministry di Yunuen Trujillo (Paulist Press, 2022), capitolo 3, pagine 15-17, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Ogni volta che a un Congresso per l’Educazione Religiosa organizzo un workshop sui ministeri LGBTQ, sento storie molto tristi. Catechisti e persone consacrate, che già operano da anni per la Chiesa, vengono a consultarsi con me perché qualcuno di loro conoscenza è uscito allo scoperto.
Spesso suggerisco loro di leggere Always Our Children (Sono sempre nostri figli), la lettera pastorale pubblicata nel 1997 dalla Conferenza Episcopale Statunitense. Leggiamone una frase: “Questo figlio, che è sempre stato il dono che Dio vi ha fatto, ora può essere occasione di un altro dono, il dono della vostra famiglia che diventa più sincera, rispettosa e pronta a sostenere i suoi membri”. I vostri figli saranno sempre i vostri figli, e sono anche figli di Dio: nulla potrà mai cambiare questa realtà.
Questa lettera pastorale è certamente utile, ma i genitori di figli LGBTQ spesso hanno bisogno di spazi appositi per essere accompagnati senza condizioni nel loro percorso, e dove possano anche accompagnare loro stessi altri genitori.
Ricordate Martha e Jenny, di cui abbiamo parlato nel primo capitolo? Dopo che i loro figli fecero coming out non avevano nessuno a cui rivolgersi per aiuto, e quando capirono che avrebbero avuto bisogno di un ministero apposito, decisero di creare nella loro parrocchia un gruppo di sostegno per genitori cattolici di figli LGBTQ. Questo ministero, battezzato Always Our Children in onore della lettera pastorale, da allora si è evoluto diventando No Barriers to Christ (Nessuna barriera davanti a Cristo).
Anche le persone LGBTQ cattoliche stesse hanno cominciato a creare degli spazi protetti nelle parrocchie. Cynthia è della mia stessa parrocchia, è una cattolica LGBTQ ed è la terza persona della “Santissima Trinità” assieme a me ed Irma. Cynthia è una cattolica esemplare; anni fa stava compiendo un cammino di discernimento verso la vita religiosa, quando una suora le disse, erroneamente, che se era lesbica, non avrebbe potuto essere consacrata.
Questo le spezzò il cuore: interruppe il cammino di discernimento e decise di fondare un ministero parrocchiale per persone LGBTQ cattoliche chiamato Agape, ma incontrò delle difficoltà a trovare risorse e consigli per farlo funzionare. Nonostante tutto riuscì a creare un bellissimo ministero, vivace e ben organizzato. Era un’opera veramente ammirevole, e pienamente appoggiata dal nostro parroco, ma alcuni parrocchiani fecero opposizione, e alcune amicizie di Cynthia presero le distanze da lei. Da allora Cynthia si è allontanata dalla Chiesa, ma il ministero da lei fondato è sopravvissuto, ed è diventato la sua eredità, donando guarigione e uno spazio protetto.
In generale i ministeri LGBTQ si dividono in ministeri creati da e per genitori (come Always Our Children di Martha e Jenny) e ministeri creati da e per persone LGBTQ (come Agape di Cynthia), ma in pratica, solitamente sia i genitori che le persone LGBTQ sono i benvenuti a qualsiasi gruppo.
Quando feci coming out nel 2014 cominciai a frequentare il ministero per genitori di Martha e Jenny. Nonostante la maggioranza dei partecipanti fosse composta da genitori, e il gruppo fosse pensato per genitori, mi accolsero, mi ascoltarono pazientemente e mi permisero di piangere con loro. Ascoltando le loro esperienze di genitori riuscii a capire meglio la mia famiglia; ascoltando le mie esperienze di persona LGBTQ cattolica, spero che anche loro siano riusciti a capire meglio i loro figli. Quei genitori mi chiesero di rimanere nella Chiesa e di compiere un servizio e un ministero assieme a loro. In effetti, non fosse stato per loro, avrei abbandonato la Chiesa. Possiamo quindi dire che sia i genitori, sia le persone LGBTQ, sono sempre accolti nei gruppi di qualsiasi tipo.
Creare una pastorale può essere molto difficoltoso. La prima difficoltà consiste nel reperire informazioni base per l’organizzazione del gruppo, per esempio i vari tipi di ministeri, come crearli, i loro scopi, la loro missione, le difficoltà più comuni e come superarle, e molto altro.
In risposta a tali dubbi, questo capitolo tratterà soprattutto dei ministeri parrocchiali e di altre cinque importanti ambiti in cui un ministero può essere fondato e portato avanti: le diocesi e le arcidiocesi, gli ordini religiosi, le università cattoliche, e poi i ministeri nazionali e quelli internazionali.
Questo capitolo presenterà una serie di esperienze, buone pratiche e consigli, non uno studio esaustivo di tutte queste categorie e delle difficoltà che possono incontrare. Molti degli esempi proposti provengono dagli Stati Uniti, mentre altri provengono dall’estero, dove possiamo trovare le medesime categorie generali.
> Altre riflessioni tratte da libro LGBTQ Catholics: A Guide to Inclusive Ministry