Cosa ho imparato sull’amore di Dio attraverso le mille declinazioni della sessualità
Riflessioni* di Brian G. Murphy pubblicate sul sito Queer Theology (Stati Uniti), liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Ho imparato qualcosa sull’agape, l’amore di Dio che sacrifica se stesso, da un rapporto occasionale, anzi, da alcuni rapporti occasionali. Anzi, a dire il vero, da molti rapporti occasionali.
Potrei contarli, ma ci vorrebbe un bel po’, e penso che farei meglio a impiegare il tempo per raccontarvi ciò che ho imparato, perché sì, c’è qualcosa di buono da imparare dalla promiscuità.
Cosa vi viene in mente quando pensate al sesso?
Il desiderio? Che ne state facendo poco o molto? Se sia accettabile cercare certi tipi di rapporto? I vostri desideri (o la mancanza di desideri) cosa dicono su di voi come persone?
Se siete come me, sapete bene che l’intersezione tra sessualità e cristianesimo è molto problematica. Le Chiese conservatrici vi diranno di non fare sesso (è sporco e peccaminoso, a meno che non siate sposati), e molte Chiese progressiste avranno ben poco da dire sull’argomento: certo, va benissimo fare sesso, ma la nostra fede non ha nulla di particolare da dire.
Avete mai sentito qualcuno che parla del sesso come qualcosa di sporco, anche se in modo ironico? “Eh sì, volevamo fare qualcosa di zozzo, così l’ho portata a casa al primo appuntamento”; “Beh sai, ero a Las Vegas, così mi sono lasciata andare e ho fatto un po’ la porcellina”. Anche se in tono scherzoso e con una strizzatina d’occhio, per troppi di noi il sesso è ancora un segreto sporco.
Ma non è necessario che lo sia. Il sesso può essere sacro. Non solo perché qualcuno vi dice che il sesso con il proprio coniuge è fantastico (anche se ovviamente può esserlo), e non solo quando tentano di farvi entrare in una setta che venera il sesso (ma se quello è il vostro sogno, che la forza sia con voi!); intendo dire che, come ogni altra esperienza, il sesso ha qualcosa da insegnarci su noi stessi, sugli altri e su Dio.
In che modo un rapporto occasionale mi ha insegnato l’amore di Dio che sacrifica se stesso
Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. (Genesi 2:24)
Probabilmente conoscete il concetto secondo cui due persone che hanno un rapporto sessuale, diventano una sola carne. È un’idea bella e poetica. A volte mi sento una sola carne con il mio fidanzato, con cui sto da sette anni. È una metafora che per me è vera, ma è anche una metafora che è stata pervertita.
Nei gruppi giovanili [delle Chiese evangeliche conservatrici] mi è stato insegnato che il sesso è come un pezzo di nastro adesivo. La prima volta che lo si applica sulla pelle, è super appiccicoso, ma quando lo si toglie, fa male, e sul lato adesivo rimane qualcosa di voi: pezzettini di pelle, secrezioni etc. E ogni volta che si applica quel pezzo su qualcosa, diventa sempre meno adesivo.
La morale di quelle lezioni è che ogni volta che abbiamo un rapporto, il sesso conta un po’ di meno, e noi stessi contiamo un po’ di meno, e siamo meno utili. E quando troviamo il/la partner per la vita, il nastro adesivo è diventato inutile.
Cazzate.
Il vostro amore non è finito.
Il vostro corpo non viene inquinato, sporcato o consumato quando vi connettete con gli altri.
Il vostro amore è infinito.
Il vostro corpo è potente.
Un tempo pensavo al sesso in modo bizzarro e futile. Se non trovavo la persona adatta, me lo sarei perso. Era spaventoso e pericoloso, e doveva essere tenuto sotto controllo. Nei gruppi giovanili facevamo sempre la lista di ciò che andava bene e di ciò che era “troppo”.
Con la mia fidanzatina delle medie ero sempre appiccicato, sempre con il braccio attorno ai suoi fianchi, e lei faceva lo stesso con me. Questo solitamente andava bene, ma non potevamo risparmiarci le battutine maliziose. Bisognava fare attenzione a non andare oltre i limiti, qualunque fossero, altrimenti si precipitava. Il sesso andava tenuto sotto controllo.
Anche più avanti con gli anni (avevo smesso di andare in chiesa) le cose che mi avevano insegnato sul sesso rimanevano incise dentro di me, quei messaggi continuavano a influenzare me e le mie relazioni.
Davo un taglio a relazioni per altri aspetti sane perché eravamo andati “troppo in là” (qualunque cosa significasse). Sabotavo relazioni che stavano procedendo bene perché non permettevo a me stesso di avere quei rapporti sessuali che ambedue volevamo, ed eravamo liberi di avere. E tutto questo ragionare se fare sesso, quando farlo e di che tipo era alla fin fine una distrazione dall’obiettivo vero, che era costruire una relazione.
Ora vedo il sesso in maniera completamente diversa
Il sesso è sacro. O perlomeno, può esserlo. Il sesso consensuale può essere sacro, se lo volete. Non esiste il modo giusto di “renderlo” sacro… è ciò che voi (e l’altra persona o persone) portate in esso a renderlo tale.
Io vedo l’amore di Dio nel sesso; anche, e forse soprattutto, nel sesso occasionale.
Tenetevi forte, perché vi sto per dire delle cose forse discutibili: non prendetele per oro colato. Alla fin fine, stiamo parlando di scopare: i corpi, il sudore, il sesso. Io non prego all’altare del sesso, penso però che possiamo imparare qualcosa dal sesso, se lo vogliamo.
Imparare qualcosa sull’accoglienza dello sconosciuto, nella vostra casa, nel sedile posteriore della vostra macchina, o nel vostro corpo.
Imparare qualcosa sul vedere l’altra persona, ma vederla realmente.
Imparare qualcosa sull’essere vulnerabili e intimi; magari anche sul condividere quella piccola parte di voi stessi che non condividereste con nessun altro.
Imparare qualcosa sull’abbondanza dell’amore divino, e sull’abbondanza anche del vostro amore. Potete benissimo avere un rapporto occasionale dopo una serata passata a ballare con amici, e continuare ad avere rapporti fantastici con il vostro futuro coniuge (sì, potete benissimo avere ambedue le cose, se rientra nei vostri parametri di relazione).
Alcuni anni fa, nell’ambito di un club del libro, ho letto Radical Love di Patrick Cheng, dove si descrive la Trinità come un’orgia. Ho sottolineato quel passo, ne ho fatto una foto e l’ho spedito a metà della mia rubrica telefonica.
Se la Trinità è un’orgia, che dire delle orge in generale? Alcuni miei cari amici vogliono fare sesso di gruppo, ma non ne parlano mai: è qualcosa che fanno in segreto, un impulso a cui arrendersi, qualcosa che deve per forza farci sentire sporchi.
Ma se la Trinità è un’orgia, forse i nostri desideri sessuali, messi in atto o soltanto immaginati, non dovrebbero farci sentire sporchi.
[Lo psicologo] Richard Beck scrive che una goccia di urina in una piscina piena di vino lo rovina irreparabilmente, ma una goccia di vino in una piscina piena di urina non rende certo l’urina potabile.
Beck continua dicendo che Gesù, invece, aveva un effetto purificatore: Gesù non era reso “impuro” dal contatto con le persone che la società considerava impure e intoccabili, anzi, era lui a renderle pure (o forse contribuiva a smantellare l’idea che fossero impure).
Abbiamo l’opportunità di fare la stessa cosa con il sesso. Di andare con orgoglio a quel festino, in quanto Dio è un’orgia. Di dire “Vogliamo sculacciarci a vicenda, perché ci fa sentire bene, ci fa sentire più vicini e non ce ne vergogniamo”. Di fare sesso in tutti i modi, belli, incasinati, complessi.
Potete anche vivere Dio in solitudine, tra gli amici più cari, con la vostra famiglia di origine, in mezzo alla natura, mentre svolgete un servizio, o in qualsiasi altro luogo. Il sesso non è l’unico ambito dove scoprire l’amore di Dio, e va benissimo anche non fare sesso, o non volerlo fare. Ma va benissimo anche farlo, e farlo molto spesso: anche lì c’è Dio.
Accade qualcosa di potente quando ci liberiamo della vergogna ed entriamo nella luce: abbiamo più forza, più energia, siamo più connessi, più vivi che mai. Questa è una buona notizia, questo è vivere la vita al massimo, questa è grazia, riconciliazione, resurrezione. Questo è l’amore di Dio.
E ho imparato tutto questo dai rapporti occasionali.
* Il passo biblico è tratto dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI.
Testo originale: WHAT PROMISCUITY TAUGHT ME ABOUT GOD’S LOVE