Cosa ne pensa la chiesa Valdese dell’omosessualità?
Email inviataci da Simone risponde Gregorio Plescan, pastore valdese
Caro staff e caro Gionata, innanzitutto mi complimento per il sito. Ti scrivo per chiederti come consideri, la chiesa Valdese, gli “atti” omosessuali, cioè il rapporto sessuale omosessuale. In verità, In giro sul web leggo di molta tolleranza e accettazione dell’omosessualità, ma, forse perché vado sempre di fretta, è come se ci fosse un “tabù” riguardo al sesso omosessuale e non riesco a comprendere completamente la visione Valdese della cosa.
Grazie per l’attenzione.
Simone
La risposta…
Caro Simone,
la tua domanda mi mette un po’ in difficoltà, perché non so bene come risponderti. Questo non perché non abbia le idee chiare in proposito, ma perché ai valdesi è estraneo il concetto che una chiesa possa regolamentare in qualche modo un comportamento così privato. Lo so che in un passato lontano – il Medioevo – alcune chiese hanno elaborato complessi sistemi per definire cosa fosse “fattibile” e cosa scandaloso nell’amore – e che qualcuno ha nostalgia di questo tempo – ma noi no.
Non esiste una posizione “ufficiale” della chiesa valdese sull’omosessualità, così come non ne esiste una sull’eterosessualità: perché mai dovrebbero esserci? Se uno è omosessuale o meno è un dato di fatto, non qualcosa che ha a che fare con le opinioni della chiesa in proposito: del resto ci rendiamo conto benissimo che le definizioni che vengono dall’esterno, più che aiutare chi vive male, lo fanno soffrire ancora di più.
Questo non vuol dire che tutto vada sempre bene, certo: per esempio là dove una relazione umana implica sopraffazione e dolore c’è qualcosa che non va – ma questo vale per ogni relazione. Quanto poi all’esistenza dei tabù… hai ragione, ce ne sono in ogni società e in ogni chiesa (i cristiani mica vivono fuori dal mondo): è utile riconoscerli, può anche essere importante fare i conti con questi, ma non è detto che dobbiamo farne degli idoli.
Un caro saluto
Gregorio Plescan, pastore valdese