Cosa può imparare la religione da chi la prende in giro
Articolo di Maxime Michelet* pubblicato sul sito Protestants dans la Ville (Francia) il 12 marzo 2019, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Spesso è molto difficile confrontarsi con chi ride delle cose che ci stanno a cuore, soprattutto quando non esita a utilizzare la caricatura più acuminata e acida. Ma chi non ha mai riso della satira diretta a ciò che disapprova, magari poco prima di trovarsi, imbarazzato, di fronte alla parodia delle proprie opinioni? Come la parodia di ciò che disapproviamo sembra tanto più interessante quanto la caricatura ne sottolinea gli elementi a noi sgraditi, la satira di ciò che invece approviamo, o di cui facciamo parte, dovrebbe essere in grado di chiarirci le idee sui suoi difetti e imperfezioni. Non è quindi mai inutile considerare qualcosa con uno sguardo mordente e irriverente. Sicuramente la satira non è tenuta ad essere sempre pertinente, ma è un esercizio che non manca di dare lezioni edificanti.
Nel campo religioso la satira è il più delle volte grottesca, nel senso primario del termine: inverosimile, stravagante, bizzarra. Quali migliori aggettivi per designare la religione dell’Unicorno rosa invisibile, il cui mistero si basa sulla sua natura al tempo stesso invisibile e rosa, oppure il culto reso al demiurgo che ha preso la forma di mostro volante fatto di spaghetti? L’assurdo più assurdo domina il mondo delle parodie religiose.
Alcuni diranno senza dubbio che non c’è da sprecare un minuto con queste caricature deliranti che rasentano il pessimo gusto, ma al di là del folklore, queste costruzioni degne del ciclo di Ubu, con ciò che ha contribuito al loro apparire, sono portatrici di una critica che può riconciliare derisori e derisi. La presenza di extraterrestri e pirati, se non addirittura di yeti, ci ricorda i contesti in cui queste satire sono nate, cioè soprattutto Internet e la fantascienza; i due culti parodistici più celebri, il pastafarianesimo (la religione del Flying Spaghetti Monster) e quello dell’Unicorno rosa invisibile, come anche la Landover Baptist Church, sono creazioni di alcuni studenti americani.
L’Unicorno rosa invisibile appare nel 1990 in una rete di forum web atei e il suo manifesto fondativo è stato scritto nel 1995 da alcuni studenti dell’Iowa. La Landover Baptist Church è la creazione di uno studente troppo critico (e per questo espulso) della Liberty University, un ateneo (molto) conservatore sostenuto dalla destra fondamentalista americana. Il Mostro di spaghetti volanti è stato inventato nel 2005 da Bobby Henderson, uno studente dell’Oregon.
La genesi di quest’ultima parodia è caratteristica della vera natura di questi fenomeni: il pastafarianesimo è nato da una protesta di Bobby Henderson al comitato educativo del Kansas, che aveva deciso di insegnare, in tutte le scuole dello Stato, di dedicare lo stesso numero di ore sia al disegno intelligente che alla teoria dell’evoluzione; Henderson ha quindi rivendicato, riprendendo pari pari le argomentazioni creazioniste, che venisse insegnata anche la teoria della creazione del mondo da parte del Mostro di spaghetti volanti. Gigantesca parodia carnevalesca del creazionismo, il pastafarianesimo poteva nascere solo negli Stati Uniti, come anche l’acidissima Landover Baptist Church, reazione salutare alle regole medievali di un’università evangelica conservatrice, che proibiscono non solo il ballo, ma anche il semplice trovarsi da soli con una persona del sesso opposto. Inutile dire come venga vista l’omosessualità. Dotata di una mitologia ancora più delirante, la Church of the SubGenius (Chiesa del Sotto-Genio), apparsa in Texas nel 1979, è un grido di battaglia contro Scientology: incitando pesantemente i suoi fedeli a danneggiare i prodotti venduti dalla setta, la Chiesa denuncia le derive dannosissime del televangelismo.
Molte altre cose potremmo dire su queste religioni parodistiche (soprattutto sulle riflessioni atee di cui sono portatrici e che non mancano di interesse dialettico), ma non è questo il luogo. Da questa rapida carrellata emerge chiaramente un insegnamento: queste parodie non nascono dal nulla, sono uno straniamento feroce e grottesco che utilizzano l’arma del folklore delirante per sottolineare gli assurdi deliri di certe derive religiose. Che si tratti di trasformare la religione in pudibonda regola morale che soppesa costantemente ogni centimetro di intimità, o di promuoverla al rango di manuale di scienze naturali, le parodie moltiplicano il grottesco di situazioni che già di per sé lo sono non poco.
Nelle nostre società secolarizzate la religione continuerà ad essere presa in giro fintanto che genererà lei stessa la materia prima di simili parodie. Il grottesco di queste false Chiese non viene dal nulla, bensì dalla religione stessa e dalle sue derive perniciose, fondamentalmente minoritarie, ma che non cessano di screditare il fatto religioso. Alla fine, queste parodie non ridicolizzano il fatto religioso, ma condannano il ridicolo delle religioni, una lotta che dovrebbe accomunare gli atei più convinti e i credenti più seri, perché di ridicolo si muore.
* Maxime Michelet è dottorando in storia contemporanea alla Sorbona. Proveniente da una famiglia di tradizione atea, in età adulta ha scoperto il protestantesimo liberale attraverso il tempio dell’Oratoire du Louvre di Parigi.