Cosa ricordano a noi cristiani le tante vittime della violenza della transfobia?
Riflessioni tratte da un sermone pronunciato dal rev. David Weekley nella St Nicholas United Methodist Church (Chiesa Metodista Unita di San Nicola di Hull, Massachusetts, Stati Uniti) il 16 novembre 2014, liberamente tradotte da Innocenzo Pontillo
(…) Nella parabola del Buon Samaritano, Gesù ci pone la domanda: “Chi è il mio prossimo?” Sebbene questa parabola abbia sempre sfidato molti pregiudizi basati sulla razza, l’etnia, il genere, la religione e persino l’orientamento sessuale, oggi desidero evidenziare un’altra comunità che necessita di essere riconosciuta e compresa come prossimo: la comunità transgender.
La mia fede si radica in una relazione con Dio sin dai miei primi ricordi d’infanzia; e le esperienze di bullismo e crudeltà che ho visto hanno ampliato la mia compassione e comprensione verso gli altri.
Come uomo transgender, ho una prospettiva diversa sul genere e sugli effetti che la nostra società basata sul genere ha sullo sviluppo delle persone più giovani. Considero questi aspetti come doni nel mio ministero e sono stupito dai numerosi modi in cui Dio ha utilizzato questa parte della mia vita per raggiungere gli altri.
Devo anche riconoscere che molte persone nella comunità transgender, me compreso, hanno subito bullismo, abusi e violenze, testimoniando la necessità di rileggere oggi la parabola del Buon Samaritano da una prospettiva diversa.
Il 20 novembre, si celebra il Transgender Day of Remembrance. Questa commemorazione è iniziata come risposta comunitaria all’omicidio di Rita Hester nel novembre 1998.
Ogni 20 novembre, in molte nazioni e città, si tengono rituali per onorare e ricordare le vittime delle brutali violenze transfobiche dell’ultimo anno. Una parte di questi rituali prevede la lettura dei loro nomi.
Ho partecipato alla lettura dei nomi delle vittime della violenza della transfobia molte volte, e ogni anno il loro numero supera le duecento persone. Questi sono solo i casi noti e documentati di violenza contro le persone transgender; non includono le morti non conosciute o non riconosciute, né i numerosi suicidi in cui l’identità di genere ha avuto un ruolo significativo nelle cause scatenanti.
Nel corso degli anni, ho perso diversi amici e conoscenti transgender a causa del suicidio, incluso recentemente un amico della mia comunità ecclesiale. Statisticamente, oltre il 44% delle persone che si identificano come persone transgender riferisce di aver considerato o tentato il suicidio.
Come cristiani, siamo chiamati a essere buoni samaritani per la comunità transgender. Dobbiamo riconoscere la loro umanità, ascoltare le loro storie e lavorare per porre fine alla violenza e alla discriminazione che affrontano quotidianamente. Solo allora potremo veramente vivere realmente il comandamento di amare il nostro prossimo come noi stessi.
Testo originale: A Christian Calling For Transgender Day Of Remembrance