Cosa si festeggia a Natale?
Riflessioni di Serge Soulié* pubblicate sul blog del mensile protestante Évangile et Liberté (Francia) il 7 gennaio 2015, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Il Natale è una delle pochissime feste a riscuotere l’unanimità dei consensi. Certo, in primo luogo è la festa della nascita di Gesù, il Cristo, ma questa festa si è innestata su antiche feste in cui tutti possono riconoscersi; infatti è anche la festa della luce, la festa dei giorni che cominciano ad allungarsi, la festa della natura (con l’albero di Natale) e, infine e soprattutto, la festa dei bambini, nella quale non possono mancare i regali.
Oggi non si può dire che il Natale sia una festa esclusivamente cristiana. Per i cristiani che vorrebbero celebrare Gesù si pone la questione di chi fosse esattamente quest’uomo. È chiaro come sia difficile dirlo, tanto poco sappiamo di lui. Gli storici sono molto prudenti e i Vangeli sono più confessioni di Fede dei loro autori che resoconti storici. Convinti che Gesù fosse un uomo eccezionale che bisognava seguire, sconvolti dall’esperienza fatta con lui, gli Evangelisti hanno condito di meraviglioso e soprannaturale i loro racconti per convincere i lettori. Da sempre gli uomini sono attirati dallo straordinario! Hanno ricollocato Gesù nell’ambito della religione giudaica, dato che si rivolgevano ai Giudei, senza preoccuparsi della veracità dei fatti.
La saggezza ci spinge a dire che Gesù era un uomo venuto sulla terra come noi, attraverso il ventre di una donna e il seme di un uomo. Ecco tre differenti possibilità che si aprono di fronte a noi:
– Per alcuni, Gesù è il figlio nato da una ragazza, vergine o meno, piuttosto povera, che rischiava di essere emarginata, visto che non aveva marito. Fino a un passato recente, le madri nubili venivano additate con vergogna, e lo sono ancora in molti Paesi. Gesù, attraverso il suo comportamento, non sarebbe diventato ricco, ma avrebbe trasceso la sua povertà mostrando che esiste un altro modo di vivere.
– Altra ipotesi: Gesù ha davvero delle lontane ascendenze regali, che gli autori dei Vangeli si sono sforzati di rendere credibili. Tali ascendenze spiegherebbero le illusioni politico-religiose di Gesù, fino alla sua crocifissione. In questo caso, Gesù proverrebbe da una famiglia agiata e potente e avrebbe optato per la semplicità, spogliandosi di tutto ciò che aveva per andare incontro agli altri.
– Infine, Gesù sarebbe nato da una famiglia normale, da un padre, forse Giuseppe, e da una madre, Maria, e sarebbe il maggiore di sette fratelli. La sua famiglia, appartenente alla classe media, vive di artigianato. Gesù ha compreso Dio in maniera diversa da come era stato compreso fino ad allora dai religiosi e dal popolo. I capi volevano ucciderlo, la sua famiglia lo considerava pazzo. La sua nuova concezione di Dio e dell’uomo ha aperto una breccia nella storia dell’umanità.
Non è possibile una presa di posizione netta, anzi, mi sembra che ciascuna concepisca naturalmente il “Gesù” che corrisponde alle sue esigenze. Per gli uni, Gesù è il povero che ha mostrato come la ricchezza non sia fondamentale; per gli altri, è un discendente di re che ha saputo abbandonare il potere e la ricchezza a lui dovuti per volgersi verso gli altri. Ognuno fa riferimento al “Gesù” che lo fa vivere; l’essenziale è che sia sempre a beneficio dell’altro, del prossimo, dell’umanità.
A coloro che vorrebbero che Gesù non fosse mai esistito e che il suo personaggio sia un’invenzione (anche se questa posizione è difficilmente sostenibile), dirò che poco importa, visto che in questo caso il “personaggio di fantasia” corrisponde al modello di pienezza dell’umanità e a una visione di Dio non teista, visto che questo personaggio ci invita a donare la nostra vita piuttosto che a prendere quella degli altri. Questo è il culmine dell’amore. Ma questo personaggio di fantasia avrebbe mai potuto essere inventato se Gesù non fosse mai esistito?
* Serge Soulié è psicoterapeuta e pastore emerito della Chiesa Riformata di Francia.