Cosa significa dare un segnale concreto contro l’omofobia?
Cosa significa dare un segnale concreto contro l’omofobia? Significa per le persone lesbiche, gay, bisex e trans (LGBT) rivendicare a chiara voce e a testa alta di essere cittadini italiani con uguali diritti e uguali doveri.
Ma dovrebbe significare qualcosa anche per gli altri, gli eterosessuali.
Significa qualcosa anche lo slogan sotto di cui (ve ne siete accorti, vero?) da qualche settimana le persone lesbiche, gay, bisex e trans si sono spontaneamente radunate, uscendo fuori dall’anonimato: “We have a dream”! (“Io ho un sogno” di Martin Luther King).
E già: perché deve essere lecito coltivare il sogno che sia ancora possibile tornare ad essere fieri di sentirsi Italiani, che vada in qualche modo arginata la voglia di fuga che sta colpendo molti di noi…
Nel panorama LGBT “We have a dream”!” rappresenta un episodio inedito: per la prima volta migliaia di omosessuali, trasgender, transessuali, si sono incontrati per dirsi chiaramente e dire al mondo che la misura è colma, che non resteranno più al sicuro delle loro case a guardare impauriti l’evoluzione di una società sempre più omofoba.
E lo faranno con determinazione, abbandonate le atmosfere di feste che, a volte anche in maniera decontestualizzata, caratterizzano le adunate lesbiche, gay, bisex e trans.
E’ un dibattito che dovrebbe interessare chiunque si occupi di politica e ami la democrazia: totalmente aperto, destrutturato, ordinato, pacifico, determinato.
Semplici rivendicazioni la cui logica è disarmante.
Persone prima di tutto che vogliono reclamare, ognuno con le proprie risorse dialettiche, pari dignità, senza umilianti elemosine.
“We have a dream”!, venerdì prossimo (ndr 18 settembre 2009) si concentrerà a piazza Montecitorio, per rimarcare simbolicamente con la sua presenza l’importanza del dibattito in Parlamento sulla legge anti-omofobia.
Dovremmo esserci tutti, omosessuali e eterosessuali, perché la democrazia dovrebbe essere una pietanza sapida per ciascuno. Dovremmo sostenere anche con il numero questa democratica protesta: gli omosessuali cercando di capire che il momento è cruciale e che non si può più attendere, rifuggendo la tentazione disfattista di considerare impossibile il cambiamento, rintanandoci nuovamente nelle nostre case, con la coda tra le gambe.
Gli eterosessuali, portando sostegno a chi non pretende trattamenti di favore ma solo aiuto per non essere discriminato e per avere pari opportunità!
Basta esserci e portare la luce di una candela. Per la democrazia è un prezzo irrisorio… A venerdì!
Andrea