Cosa significa per me l’Avvento. “Adamo, dove sei?” (Genesi 3, 9),
Riflessioni di Irene, volontaria del Progetto Gionata
L’Avvento rischiamo di viverlo come l’ennesimo impegno: la novena, il pranzo di Natale con i senza fissa dimora, poi ci sono le cose da fare in parrocchia e quel tempo forte che la Chiesa ci chiede di preservare diventa solo un ulteriore impegno della giornata. Invece voglio fermarmi, come cristiano lgbt, come seguace di Cristo, voglio fermarmi e riprendere in questo Avvento il passo del Genesi: “dove sei?” (Genesi 3, 9). Ce lo chiede Dio, a me, a te, “Uomo gay, donna lesbica, etc…, dove sei?”.
Dove siamo come cristiani, dove siamo come cristiani “particolari”. Siamo a nasconderci per paura di quel Padre ora bambino nella mangiatoia che ci chiede di pensare a lui? Siamo con il nostro prossimo, etero, gay, trans, di qualsiasi razza o religione?
Siamo con lui o abbiamo un amore con tanti se e tanti ma? Dove siamo? dove sono io nella mia vita di tutti i giorni. Nei miei tanti dubbi(eh si perché anche io come “militante” di dubbi ne ho tanti), nelle mie incertezze, nei miei pensieri. Credo nel mio ben-Essere?
Potrei continuare, ma non sarebbe il caso. Mi voglio fermare, fermare nella preghiera, nel contatto con l’altro, fermare. Perché anche il Signore si è fermato. E non c’è nulla di più cristiano che avere la gioia di fermarsi.
Signore dammi la forza di fermarmi e di pensare, di riflettere, di comprendere, di amare, come tu ami, come tu pensi, come tu ti fermi.