Cosa sta succedendo alle persone LGBT in Polonia?
Riflessioni inviateci da Piotr, un giovane cattolico polacco di Cracovia
La situazione dell’accettazione delle persone LGBTQ in Polonia non è buona. La Polonia è divisa in due: una parte è più vicina all’Unione Europea, l’altra è più vicina alla tradizione e alla cultura cristiana, molto spesso queste sono persone che hanno più di quarant’anni. I giovani invece con le loro opinioni sono al centro: bilanciano la loro esperienza, conoscenza e conoscenza del mondo con ciò che sentono dai media. Certamente la comprensione di questi temi dipende soprattutto dall’ambiente (sociale), dall’istruzione, dall’esperienza e dalla percezione del mondo.
I polacchi, ormai da molti anni, hanno molta diffidenza verso le cose nuove. Nel periodo delle guerre mondiali – le spartizioni della Polonia e la Seconda Guerra Mondiale – si era abusato della fiducia. Generazione dopo generazione, poco alla volta quella fiducia si ricostruisce. Attualmente i giovani hanno una grande curiosità verso il mondo, sono aperti alla novità, alle nuove tecnologie, ai viaggi.
I nostri padri e nonni hanno paura delle cose nuove, hanno paura di utilizzare le carte di credito (temono che la banca possa derubarli), evitano i computer (perché hanno la TV), viaggiano prevalentemente in automobile o in autobus (perché hanno paura degli aerei). In genere, di tutto ciò che è nuovo, evidenziano gli aspetti negativi.
Guerra, guerra, ma dopotutto questa paura deve avere al giorno d’oggi un’altra causa: i media. Purtroppo, la maggior parte dei media in Polonia è piena di cattive notizie. Molto raramente si parla di successi, di emozioni positive, di eventi positivi. Io sono emotivamente piuttosto sensibile, perciò evito di seguire i telegiornali, perché ogni volta che lo provo a fare poi mi innervosisco. Purtroppo, le persone con più di 40 anni amano guardare i telegiornali, dove qualcosa accade, dove qualcuno viene ridicolizzato, dove qualcuno sta peggio di loro.
Purtroppo, questo costruisce una falsa autostima nella gente, che vedendo le disgrazie altrui può sentirsi meglio. Questa percezione attecchisce presso le persone che nella vita non hanno ottenuto granché, non lavorano, ricevono sussidi statali e hanno a malapena terminato le scuole elementari; si sono costruite il loro mondo, in cui vivono e di conseguenza possono essere facilmente manipolate.
La grande ondata di odio anti-LGBTQ è iniziata con l’omelia dell’arcivescovo di Cracovia Marek Jędraszewski: «La peste rossa fortunatamente se n’è già andata dalla nostra terra, il che non significa che non ce ne sia una nuova, la quale vuole impadronirsi delle nostre anime, dei nostri cuori e dei nostri pensieri. Non quella marxista bolscevica, ma una imparentata con quello stesso spirito: neomarxista. Non rossa, ma arcobaleno», affermò il metropolita polacco durante una messa nella Kościół Mariacki (chiesa monumentale nella piazza centrale di Cracovia) per il 75esimo anniversario della Rivolta di Varsavia (dell’agosto 1944 contro l’occupante nazista, che represse nel sangue gli insorti, NdT). Queste parole sono state moltissimo criticate, ma hanno pure ricevuto un grande apprezzamento dall’ala destra del Governo. Certamente l’arcivescovo ha chiarito che si riferiva all’ideologia, e non alle persone, anche se tutti sapevano che non era vero.
Da quel momento è cominciata un’ondata di odio contro questo gruppo sociale. Un’organizzazione pro-life ha avviato una campagna di “educazione” delle persone girando con furgoncini per le città con informazioni terrificanti e con una voce registrata dagli altoparlanti che inveiva contro l’ideologia. Diceva che le persone LGBT vogliono insegnare ai bambini la masturbazione, abbassare l’età del consenso per avere rapporti sessuali, orgasmi; associava il termine LGBT alla pedofilia. Ci sono stati alcuni scontri.
Le persone erano molto contrariate da questa iniziativa. Mentre camminavano per strada con i loro figli non potevano sopportare (di ascoltare) queste cose, quindi hanno iniziato a bloccare questi furgoncini e a danneggiarli. Perciò questi furgoncini si sono stati scortati dalla polizia, affinchè non fossero danneggiati. Una situazione davvero molto triste.
Poi hanno iniziato a circolare notizie sulla pedofilia nella Chiesa cattolica polacca. Sempre più persone hanno ammesso di essere state molestate da preti o suore. In precedenza, erano state intimidite. Lo sviluppo della situazione e la frustrazione generale hanno fatto sì che le persone parlassero finalmente e chiedessero risposte. Questo va benissimo, ma la cosa è stata accolta con una grande ondata di odio nei confronti delle vittime: sono state accusate di mentire, di voler diffamare la Chiesa polacca, che, per inciso, ha nascosto le denunce sotto il tappeto. Alcuni sacerdoti sono stati condannati a pene detentive, mentre altri restano impuniti perché spalleggiati dallo Stato e dagli avvocati.
Le gerarchie della Chiesa cattolica in Polonia approfittando di questa situazione, hanno iniziato ad attaccare le persone LGBT in ogni occasione. In Polonia le persone over 40 sono molto religiose e credono fortemente alle parole pronunciate (dai loro parroci) durante l’omelia. Mentre i giovani polacchi o non vanno in chiesa o sono molto distanti da ciò che viene detto in chiesa.
Personalmente, mi dispiace andare in chiesa e sentire gli attacchi contro le persone LGBT anche a Cracovia, capitale della Misericordia di Dio. Allora mi chiedo che fine ha fatto quella Misericordia, che è stata proclamata durante la Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia? Ho la sensazione che fosse solamente una manifestazione di facciata per presentarsi al mondo. Poi mi torna in mente l’immagine della misericordia di Papa Francesco che si scusava per gli errori della Chiesa, mentre le gerarchie della chiesa Polacca non si sono mai scusate ed anzi oggi alimentano sentimenti negativi.
Un altro attacco piuttosto forte (alle persone LGBT) è avvenuto durante le elezioni presidenziali di quest’anno. Nella foga della lotta per contendersi gli elettori i politici di destra, con in testa il presidente della Polonia, hanno gareggiato nel disumanizzare le persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender.
Non tenendo conto dei potenziali effetti (negativi) che poteva produrre questa retorica discriminatoria, sia sui gruppi attaccati che per lo Stato polacco. Dopo questi attacchi è iniziato un periodo terribile per le persone LGBT, sono state attaccate, minacciate e delle scritte offensive sono comparse sui muri e sulle porte di abitazioni di persone gay o lesbiche conviventi. È stato terribile!
I burocrati che volevano compiacere il governo in carica hanno lanciato una campagna per designare (le città polacche) come “zone libere da LGBT”. In alcune città polacche si possono vedere dei cartelli stradali che segnalano queste zone. Spesso sono state approvate anche delle leggi locali che affermano che l’educazione sessuale in una determinata zona non viene offerta ai bambini, per “difenderli dai pericoli”. Metà dei polacchi ha irriso questo servilismo verso i governanti, ma una percentuale significativa di persone l’ha preso seriamente.
La maggior parte delle città polacche ha rinunciato a attuare questi provvedimenti dopo aver scoperto che l’Unione Europea aveva bloccato i fondi per lo sviluppo delle città che si trovano in queste “zone”. Si trattava pur sempre di soldi…
Un altro segnale di sostegno al governo è giunto da un giornale di destra che, in una delle sue edizioni, intendeva distribuire degli adesivi con le parole “zona libera da LGBT”. Questa pubblicazione non è avvenuta sia per una causa legale che glimè stata intenta sia per l’opposizione dei negozianti che non volevano vendere un giornale che incitava all’odio.
Penso che se non fosse stato per il COVID, la polemica contro le persone LGBTQ continuerebbe anche oggi. Inoltre le dichiarazioni di pseudo-scienziati di destra hanno causato altro dolore e umiliazioni alle persone LGBTQ.
Il mio parere personale è che il governo di destra e la Chiesa non possano sopportare l’esistenza delle persone LGBTQ e non possono accettare il fatto che queste persone esistano, vogliano uscire allo scoperto ed avere il diritto di votare. È molto triste che non vogliano dialogare con loro. Le loro iniziative, che alimentano gli stereotipi, sono perciò molto dannose. Ma se si continua a non dialogare e a litigare temo che, nonostante le divisioni siano già visibili nella società, la Polonia sarà sempre più divisa.
La cosa peggiore è che la Chiesa cattolica polacca, invece di sostenere le persone durante l’Eucaristia domenicale, invece di dare loro la forza per affrontare la settimana che segue, spesso (dall’altare) polemizza e lancia attacchi e ciò mi rende ancora più triste. Naturalmente, per essere chiari, non tutti i preti fanno così. Ci sono chiese in cui amo andare. Ci sono preti che sono ottimi, che non seguono gli ordini delle gerarchie, ma guardano ai bisogni dei parrocchiani. Sono felice che ci siano ancora queste chiese con questi preti, che sono ricchi di stimoli. Le Messe presiedute da loro sono sempre molto frequentate.
Un aspetto positivo è il fatto che molti ristoranti, bar e pub dichiarano di essere aperti alle persone LGBT e che sono locali sicuri per loro, tanti si sono definiti “zone libere dall’odio”. Inoltre, sempre più persone non omosessuali stanno iniziando ad appendere bandiere arcobaleno ai propri balconi per dimostrare la loro solidarietà.
Riassumendo, se non iniziamo a parlarci, temo che la Polonia diventerà inconsapevolmente come una seconda Germania sotto Hitler. Le attuali provocazioni, intimidazioni e azioni violente compiute dal “Movimento Nazionale” con il silenzioso consenso del governo di destra rendono la Polonia un paese terribile in cui vivere da omosessuali (a meno che non taccia per paura). Ed è un peccato che in un paese, in cui si pagano non poche tasse, il governo tratti le persone LGBT come fossero la parte peggiore dell’umanità.